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È doverosa la decadenza dalla concessione se il bene demaniale non viene utilizzato

È rimessa al potere ampiamente discrezionale dell’amministrazione marittima la valutazione di quale tra i vari usi del bene demaniale si presenti nel caso singolo più proficuo e conforme all’interesse della collettività e la scelta dell’amministrazione stessa di concedere spazi di arenile va effettuata considerando sempre il superiore interesse pubblico a garantire la libera balneazione.

La pianificazione demaniale in itinere non è ostacolata dalle concessioni demaniali rilasciate sub condicione

Laddove l’arenile sia stato concesso sub conditione, salvaguardando l’effettività della sua attività pianificatoria in itinere, così come prevista dalla legge, il fatto che il privato abbia realizzato o acquisito la disponibilità di manufatti su aree private contigue, funzionali all’uso turistico balneare, non può essere fattore impeditivo, né condizionante, a prescindere dalla comune proprietà o disponibilità delle aree interessate.

Il titolo concessorio rilasciato in ritardo fa sorgere il diritto al risarcimento del danno

Risulta del tutto non condivisibile la disinvoltura con cui l’amministrazione passi da un vaglio di autotutela riferito all’autorizzazione ad un vaglio di imputabilità riferito al solo soggetto autorizzato: un conto è delineare l’illegittimità dell’atto autorizzativo, ed altro è invece addebitare al beneficiario dell’autorizzazione un comportamento abusivo in spregio della stessa autorizzazione rilasciata.

È illegittima l’occupazione temporanea di suolo pubblico in attesa del parere di compatibilità culturale

In attesa dell’elaborazione dei piani di massima occupabilità l’amministrazione statale deve effettuare le valutazioni di competenza sull’opportunità del rilascio dell’atto di concessione, consentendo, infine, all’amministrazione comunale, a quel punto definitivamente consapevole della necessità di tutelare la superficie richiesta per rispondere a finalità di pubblico interesse, di operare il necessario bilanciamento tra tali finalità e le istanze del privato cittadino

L’adiacenza stradale si presume demaniale se di proprietà di un ente pubblico territoriale

Ai fini della presunzione relativa di demanialità di cui alla L. n. 2248 del 1865, all. F, art. 22 occorre che le suddette aree si presentino come parte integrante della funzione viaria della sede stradale.

Il fatto che la corte sia attraversata da una strada non rende comproprietario il comune

L’appartenenza al Comune delle strade non crea diritti di contitolarità sui fondi contigui e con i proprietari di detti fondi e non rende beni pertinenziali i fondi contigui, né integra gli estremi di un bene pertinenziali rispetto agli stessi.

La «permuta demaniale» di cui al d.l. 138/2011 è una traslazione di connotati pubblicistici tra immobili statali e non una dismissione di beni pubblici

La c.d. «permuta demaniale» di cui all’art. 6, comma 6-ter, del d.l. 138/2011, lungi dall’esprimere una scelta genericamente "dismissiva" di beni statali, o lato sensu abdicativa, con correlativa e automatica perdita della qualità e della destinazione pubblica, implica semmai una mera traslazione dei connotati pubblicistici - persistenti quanto meno su di un piano funzionale - da un immobile ad un altro

Proroga delle concessioni demaniali marittime : il decreto milleproroghe non va disapplicato

È legittima la proroga delle concessioni demaniali marittime fino al 31 dicembre 2015, disposta sia dalla legge statale n. 25 del 26/2/2010, di conversione con modificazioni del D.L. n. 194 del 30/12/2009, relativamente all’ambito nazionale, trattandosi di termine necessario e congruo per potere espletare le necessarie gare per l’affidamento di tutte le concessioni di competenza dell’amministrazione regionale medesima.

La modifica della concessione demaniale non richiede la previa gara

Il diniego di modifica di concessione demaniale non ha valenza solo interlocutoria, ma ha contenuto provvedimentale e lesivo della formale richiesta formulata dalla ricorrente (di modifica del titolo), sorretta da nuovi elementi di fatto e di diritto, impedendo la prosecuzione dell’istruttoria sulla domanda.

la richiesta di regolarizzazione dimostra l’abusivismo dell’occupazione del bene pubblico

L’inesistenza del titolo concessorio si può desumere dalla circostanza che l’interessato ha richiesto un bene in concessione a titolo di regolarizzazione, richiesta non spiegabile altrimenti che con l’assenza di un qualsivoglia titolo legittimante l’occupazione.

Il concessionario estraneo ai fatti non risponde dell’abuso edilizio su area demaniale

L’ordine demolitorio non può essere indirizzato al concessionario che abbia la mera disponibilità del bene demaniale ma sia estraneo alla realizzazione dell’abuso.

Sull’istanza di occupazione di suolo pubblico non si forma il silenzio assenso

In tema di occupazione di suolo pubblico il meccanismo del silenzio assenso non può trovare applicazione.

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