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Gli atti di cessione volontaria possono contenere clausole satisfattive e rinunciative, al pari di qualsiasi contratto di diritto comune, che vengono interpretate con l’ausilio degli artt. 1362 e 1363 c.c.
L’atto di cessione volontaria è stato definito quale contratto ad oggetto pubblico che l’espropriando ha diritto di convenire ad un prezzo determinato dalla legge, con la caratteristica di porre fine al procedimento ablatorio
Poiché il decreto di esproprio conclude il procedimento ablatorio, è opportuno che nella fase di emanazione del decreto venga compiuta una completa ricognizione degli atti gestiti in precedenza
Il decreto di esproprio conclude l’intero iter espropriativo, tuttavia la semplice emanazione del decreto non determina l’effetto ablatorio: è necessario che esso venga notificato ed eseguito
Gli accordi di cessione implicano una futura disponibilità ad addivenire ad un atto di cessione, avendo accettato l’indennità provvisoria, mentre gli atti di cessione hanno una vera e propria efficacia traslativa della proprietà all’espropriante
La P.A. una volta disposto l’esproprio, non può procedere all’apprensione del bene, dovendo dare avviso all’originario proprietario del momento in cui è prevista l’esecuzione del decreto di esproprio attraverso l’occupazione materiale dell'immobile
Gli impianti idroelettrici muniti di una concessione di derivazione d’acqua da un corpo idrico sono ammissibili a condizione che l’impianto e il suo funzionamento non pregiudichino il raggiungimento degli obbiettivi ambientali dello stesso corpo idrico
Le competenze comunali in ordine al servizio idrico sia sono imprescindibili per ragioni storico-normative sia per l'evidente essenzialità delle comunità stabilite nei territori comunali
Il contributo consortile costituisce un onere reale gravante sul fondo costituito direttamente dalla legge in relazione al presupposto di fatto dell'oggettivo e diretto vantaggio arrecato dall'opera di bonifica al fondo
La giurisdizione del TRAP sussiste per le controversie che incidono, direttamente o indirettamente, sugli interessi pubblici connessi al regime delle acque, comprese quelle relative alla demarcazione fra proprietà privata e demanio idrico
I proprietari di fondi latistanti ad un corso d'acqua sono obbligati ex art. 12 R.D. 523/1904 solo alla costruzione delle opere a difesa dei loro beni, mentre spetta all'autorità amministrativa ex art. 2 R.D. cit. provvedere al mantenimento delle condizioni di regolarità dei ripari e degli argini o di qualunque altra opera fatta entro gli alvei e contro le sponde.
La concessione delle sorgenti di acqua minerale si configura come concessione di beni, e non come concessione di servizi, ogni qual volta venga in rilievo la tutela e la valorizzazione del bene e non la prestazione di un servizio all’utenza
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