ESPROPRIAZIONE PER P U

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Il collegio dei tecnici incaricati per la determinazione definitiva dell'indennità di esproprio ai sensi dell'art. 21 T.U.Es.

L'autonomia del collegio dei tecnici incaricati per la determinazione definitiva dell'indennità di esproprio rispetto all'autorità espropriante è comprovata da puntuali indici testuali che si rinvengono nell'art. 21 del T.U.Es.

L’indennità che spetta al titolare del suolo per il solo fatto che la p.a. nell’esercizio dei propri poteri ne abbia disposto l’occupazione

Ogni occupazione temporanea e d'urgenza di beni immobili, imposta dall'esigenza di una più celere esecuzione dell'opera dichiarata di pubblica utilità rispetto ai tempi occorrenti per le procedure espropriative, è fonte di un'obbligazione indennitaria

Interessi e rivalutazione con riguardo all'indennità di espropriazione e di occupazione

Il prezzo della cessione volontaria d'immobile sottoposto a procedura espropriativa, non diversamente dall'indennità di espropriazione, è debito di valuta, perché oggetto di obbligazione indennitaria, e non risarcitoria, alla quale si applica il principio nominalistico sancito dall'art. 1224 c.c.

Condizioni per la compensazione del deprezzamento dell'area residua in caso di esproprio parziale

L'espropriazione parziale, delineata dalla L. n. 2359 del 1865, art. 40, si configura soltanto quando la parte espropriata e la parte non espropriata siano elementi di un "unicum" sotto il profilo funzionale ed economico; e sia la mera espropriazione della prima con il conseguente suo distacco dalla parte residua ad influire oggettivamente in modo negativo su quest'ultima, sì da comportare la necessità di indennizzarne la diminuzione di valore.

Indennità di espropriazione per le aree edificate

L'espropriazione del fabbricato va indennizzata secondo il valore di mercato dello stesso, estensibile al disfacimento materiale dello stesso per esigenze connesse alla realizzazione dell'opera pubblica.

Indennità di esproprio: utilizzazioni intermedie tra l'agricola e l'edificatoria (il c.d. "tertium genus")

La stima dell'indennità di esproprio dev'essere effettuata in base al criterio del valore venale pieno, previsto in via generale dalla L. 2359/1865, art. 39, con la possibilità di dimostrare che, pur senza raggiungere il livello dell'edificatorietà, il fondo presenta caratteristiche che ne consentono lo sfruttamento per fini ulteriori e diversi da quello agricolo, e quindi di attribuire allo stesso una valutazione di mercato adeguata all'utilizzazione intermedia agricola-edificatoria.

Indennità di espropriazione: soprassuoli

In sede di valutazione del soprassuolo può essere privilegiato il criterio tecnico che, tenuto conto dell'età della coltivazione, privilegia il criterio dei costi passati (consistente nel capitalizzare i costi già sostenuti e gli ammortamenti dall'inizio del ciclo produttivo fino all'esproprio), rispetto al metodo dei costi futuri.

L'indennità dovuta al proprietario del fondo non espropriato gravato da una servitù derivante dall'esecuzione di un'opera pubblica

L'indennità di asservimento deve apportare un ristoro integrale ed effettivo del pregiudizio arrecato all'immobile privato e come tale può - in concreto - essere commisurata al costo dei lavori necessari ad eliminare o contenere il pregiudizio

Indennità di espropriazione, esproprio parziale e danno alla proprietà residua: art. 40 l. 2359/1865

In tema di espropriazione parziale, il criterio di stima differenziale, è rivolto a garantire che l'indennità di espropriazione riguardi l'intera diminuzione patrimoniale subita dal soggetto passivo del provvedimento ablativo e, quindi, anche il deprezzamento subito dalle parti residue del bene espropriato. Tale risultato può essere conseguito detraendo dal valore venale che l'intero cespite aveva prima dell'esproprio inclusivo del soprassuolo, il valore successivamente attrib ...

Indennità di espropriazione per aree edificabili: l'art. 5 bis della L. 359/1992. Ambito temporale dell'incostituzionalità

L'art. 5 bis della L. n. 359/1992 disciplina le espropriazioni per pubblica utilità delle aree edificabili (commi 1 e 3) e di quelle agricole (comma 4), rinviando, per queste ultime, alle "norme di cui al titolo 2 della L. 22 ottobre 1971, n. 865"; ne consegue che la determinazione dell'indennità ai sensi della citata norma, non comporta in ogni caso l'edificabilità delle aree.

Indennità di espropriazione per aree edificabili: gli interventi di riforma economico-sociale ex art. 2, comma 89 e 90, L. 244/2007

Affinché sussista il presupposto dell'intervento di riforma economico-sociale, che giustifica la riduzione del 25 per cento del valore venale del bene ai fini della determinazione dell'indennità, esso deve riguardare l'intera collettività o parti di essa geograficamente o socialmente predeterminate ed essere, quindi, attuato in forza di una previsione normativa che in tal senso lo definisca.

Rivalutazione nell'espropriazione quale conseguenza della natura del debito indennitario o risarcitorio

Non può certamente la natura dell'indennità di occupazione legittima, da considerarsi alla stregua di un debito di valuta, incidere sulla natura del risarcimento del danno che conserva quella di debito di valore con ogni conseguenza in ordine alla necessità della sua rivalutazione.

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