DEMANIO BENI PUBBLICI

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Responsabilità dei danni provocati dalle acque pubbliche e risarcimento ai privati (art. 2051 Cod. Civ.)

I proprietari di fondi latistanti ad un corso d'acqua sono obbligati ex art. 12 R.D. 523/1904 solo alla costruzione delle opere a difesa dei loro beni, mentre spetta all'autorità amministrativa ex art. 2 R.D. cit. provvedere al mantenimento delle condizioni di regolarità dei ripari e degli argini o di qualunque altra opera fatta entro gli alvei e contro le sponde.

Demanio idrico: alvei e argini di fiumi e torrenti

L'alveo del fiume, che appartiene al pubblico demanio, si identifica nella porzione cava del terreno che il fiume stesso si è scavata naturalmente, e su cui le acque stesse scorrono fino al limite delle piene normali.

Procedure di affidamento della gestione del servizio idrico integrato

La scelta tra i vari modelli organizzativi e gestionali del servizio idrico integrato consentiti dalla legge è ampiamente discrezionale e sindacabile dal G.A. soltanto per profili di illogicità e di abnormità.

Il canone per la concessione di attraversamento ed utilizzo del demanio idrico

L'imposizione di canoni di concessione per il demanio idrico è conferita alle Regioni dal D.Lgs. 112/1998 che conferisce loro non solo le funzioni di gestione ma anchei compiti amministrativi di determinazione e di introito dei canoni

La determinazione del canone concessorio per la derivazione di acque pubbliche

In tema di concessioni di derivazione di acque pubbliche, il pagamento del canone, o dell'addizionale e dei relativi accessori, non è esigibile ove sia mancata l'effettiva fruizione della stessa da parte del concessionario

Categorie di beni atte a rientrare nel demanio idrico

Ai fini del riconoscimento della natura pubblica di un'acqua, continua ad operare il criterio dell'interesse generale, con particolare riguardo al regime dell'utilizzazione dell'acqua piuttosto che alla proprietà

Riparto di competenze tra Stato ed Enti locali in materia di gestione dei beni appartenenti al demanio idrico

A seguito dell'entrata in vigore del D.Lgs. 152/06, può ritenersi, ai sensi degli artt. 141 e ss. del richiamato decreto e dell'art. 86 D.Lgs. 112/98, che competa alle regioni l'attività di manutenzione dei beni facenti parte del demanio idrico

Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato

La tariffa costituisce il corrispettivo del SII ed è determinata tenendo conto della qualità della risorsa idrica e del servizio fornito, delle opere e degli adeguamenti necessari, dell’entità dei costi di gestione delle aree di salvaguardia, di modo che sia assicurata la copertura integrale dei costi di investimento e di esercizio.

Il rapporto tra i consorzi di bonifica e i beni del demanio loro affidati

Il rapporto tra i consorzi di bonifica e i beni del demanio loro affidati è declinabile secondo lo schema della concessione a titolo gratuito; ed è un rapporto basato sulla stessa legge istitutiva dei consorzi (R.D. n. 215 del 1933), in correlazione con la funzione specifica, ivi loro assegnata, di esecuzione, manutenzione ed esercizio delle opere di bonifica.

Scarico e depurazione delle acque reflue

In materia di tutela delle acque dall'inquinamento, lo scarico da depuratore che convoglia le acque reflue urbane deve essere ritenuto a natura mista ed i relativi reflui vanno qualificati come scarichi di acque urbane.

Rapporti contrattuali tra il soggetto gestore del servizio pubblico di erogazione di acqua potabile e l'utente finale

Il rapporto di fornitura di acqua potabile va inquadrato nell'ambito del contratto di somministrazione di cose, ai sensi dell'art. 1559 c.c. In tal caso quindi l'attività del Comune non attiene al munus publicum, ma viene esercitata iure privatorum, con la conseguenza che l'inadempimento, ove sussistente, obbliga il somministrante al risarcimento del danno.

Riserva di legge statale sulla regolamentazione del servizio idrico integrato

La disciplina del servizio idrico integrato va ascritta alla competenza esclusiva dello Stato nelle materie «tutela della concorrenza» e «tutela dell’ambiente» e, pertanto, è inibito alle Regioni derogare a detta disciplina.

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