La determinazione del canone concessorio per la derivazione di acque pubbliche

DEMANIO E PATRIMONIO - CONCESSIONE E AUTORIZZAZIONE - CONCESSIONE DI DERIVAZIONE ACQUE - CANONE

Per il periodo compreso fra l'entrata in vigore della L. n. 36 del 1994 ed il D.Lgs. n. 152 del 1999, ai sensi dell'art. 18, comma 1, lett. d) era al Ministero delle Finanze che competeva la determinazione dei canoni.

La disposizione del D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 152, art. 26, comma 4, - secondo cui con decreto ministeriale avrebbero dovuto essere definite le modalità per l'applicazione della riduzione di canone già prevista dalla L. 5 gennaio 1994, n. 36, art. 18, comma 1, lett. d) - non esclude la perdurante applicazione di tale riduzione ove non sia in contestazione la corrispondenza qualitativa delle acque restituite a quelle prelevate.

La concessione di acqua ad uso industriale è finalizzata al soddisfacimento di un pubblico generale interesse, sicchè se il concessionario non utilizza l'acqua assentita e vuole pagare il canone n... _OMISSIS_ ...rispondente a quella utilizzata, ha l'onere di chiedere all'autorità concedente la revisione della concessione per ottenere la variazione della misura del canone - che costituisce corrispettivo globale del servizio ed è volto a coprire i costi di investimento ed esercizio - provando la riduzione della quantità di acqua utilizzabile onde consentire alla P.A. di riacquistare la piena disponibilità dell'acqua non utilizzata per destinarla ad altri scopi di utilità generale, ma non può unilateralmente modificare il contenuto della concessione formalmente e bilateralmente stabilito.

Il dimezzamento del canone per la derivazione di acque pubbliche di cui alla l. 5 gennaio 1994, n. 36, art. 18, comma 1, lett. d), non è subordinato soltanto alla verificazione dell'avvenuto rispetto dei limiti tabellari concernenti lo scarico di acque reflue, ma anche al fatto che dette acque siano restituite, a seguito dello scarico dall'impianto industriale, senza alcun impoverimento... _OMISSIS_ ... pertanto, con le stesse caratteristiche organolettiche e chimiche che esse avevano prima del prelievo. Ne consegue che l'onere della prova di tali presupposti, sui quali si basa la richiesta di riduzione del canone, incombe sul soggetto beneficiario e non sul concedente, trattandosi di circostanze favorevoli al primo.

Il canone per la derivazione di acque deve essere ragguagliato ai moduli d'acqua utilizzabili e, quindi, in caso di sottoutilizzazione, il concessionario ha l'onere di chiedere la revisione della concessione, in tal modo consentendo alla P.A. di destinare eventualmente ad altre utilità l'acqua così recuperata.

In tema di concessioni di derivazione di acque pubbliche, il pagamento del canone, o dell'addizionale e dei relativi accessori, non è esigibile ove sia mancata l'effettiva fruizione della stessa, da parte del concessionario, per l'impossibilità di funzionamento dell'impianto ascrivibile ad eventi non imputabili al concess... _OMISSIS_ ...o, e ciò malgrado la presenza di una clausola del disciplinare di concessione che ne preveda la corresponsione anche in tale ipotesi, risultando una siffatta clausola invalida per la non meritevolezza dell'interesse perseguito derivante dal contrasto con i principi generali dell'ordinamento ricavabili dall'art. 41 Cost. e con quelli di economicità vigenti in tema di produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia.

In tema di concessioni di derivazione di acque pubbliche, la normativa statale di riferimento esige il rispetto dei criteri di economicità e ragionevolezza, ciò che sarebbe con ogni evidenza escluso in ipotesi di riconoscimento della spettanza alla concedente di un canone anche in caso di impossibilità di produzione per causa ad essa non imputabile.

Il sovracanone di cui al R.D. n. 1775 del 1953, art. 53 è espressamente computato con riferimento alla sola acqua sollevata dal bacino inferiore e immessa in quello superiore dai d... _OMISSIS_ ...vi di riferimento (v. L. n. 136 del 1999, art. 28, comma 4; L. n. 388 del 2000, art. 28, commi 8 e 9; D.L. n. n. 239 del 2003, art. 1, quinquies, comma 4).

In tema di concessioni di derivazioni di acque pubbliche, i sovracanoni provenienti dagli impianti di produzione per pompaggio competono, della L. n. 388 del 2000, ex art. 28, comma 9, lett. b), ai soli Comuni che abbiano la qualifica di "rivieraschi" e non anche a quelli privi di tale qualifica, nonostante l'ubicazione in essi degli impianti medesimi sulla base della condivisa argomentazione secondo cui accedendo il sovracanone in questione a quelli di cui al R.D. n. 1775 del 1933, art. 53, non è illogico che il legislatore abbia considerato non tanto il sito degli impianti, quanto la finalità di distribuire la ricchezza da questi prodotta sui Comuni, essenzialmente quelli rivieraschi, che subiscono un pregiudizio per il depauperamento del corso d'acqua.

In tema di concessioni di derivazione di ... _OMISSIS_ ..., il sovracanone per la concessione di derivazioni di acqua per produzione di energia elettrica, pur basandosi sul presupposto della titolarità della concessione di derivazione, e non già sull'uso effettivo della stessa, ed essendo, quindi, dovuto indipendentemente dall'entrata in funzione degli impianti, postula, tuttavia, un nesso oggettivo con l'utilizzazione effettiva o potenziale della risorsa idrica; ne consegue che esso non è dovuto, o è dovuto in misura ridotta, qualora la derivazione risulti totalmente o parzialmente inutilizzabile per calamità naturali o comunque per cause non imputabili al concessionario.

Il sovracanone dovuto ai consorzi dei bacini imbriferi ai sensi dell'art. 1, comma 8, l. n. 959/53, non costituisce una controprestazione nascente dal rapporto concessorio, ma una prestazione pecuniaria imposta dalla legge, con finalità d'integrazione delle risorse degli enti territoriali interessati; esso, pur basandosi sul solo presupposto della ... _OMISSIS_ ...a concessione di derivazione, e non già sull'uso effettivo della stessa, ed essendo, quindi, dovuto indipendentemente dall'entrata in funzione degli impianti, postula un nesso oggettivo con l'utilizzazione effettiva o potenziale della risorsa idrica, e non è dovuto o lo è in misura ridotta qualora la derivazione risulti totalmente o parzialmente inutilizzabile per calamità naturali o cause non imputabili al concessionario.

Sussiste una connessione tra l'obbligo di corresponsione del sovracanone e l'obiettiva circostanza della titolarità della concessione, ma non con la messa in funzione dell'impianto di derivazione e, al contempo, la mancata effettiva fruizione della derivazione d'acqua da parte del concessionario può aver rilevanza ai fini dell'esigibilità di detto pagamento, in quanto l'impossibilità di funzionamento dell'impianto sia ascrivibile a forza maggiore o dipenda da eventi a lui non imputabili; e tale conclusione si incentra sul nesso oggettivo e ... _OMISSIS_ ...tilizzazione effettiva della risorsa idrica, o la possibilità di essa pur ove non sfruttata dal concessionario o aspirante tale, e la corresponsione del sovracanone, viceversa tale nesso si interrompe e viene meno di conseguenza la ragione giustificatrice della prestazione, ove l'utilizzazione della risorsa, originaria o sopravvenuta che sia, risulti impossibile per cause non imputabili al soggetto tenuto alla prestazione stessa.

In tema di concessioni di derivazione di acque pubbliche a scopo idroelettrico, il sovracanone per gli impianti di potenza non modesta (superiore a 220 kw) con opere di presa ricadenti in territori di Comuni compresi in bacini imbriferi montani già delimitati configura una prestazione patrimoniale imposta, avente natura tributaria, con la conseguenza che la relativa disciplina - espressione della potestà legislativa nelle materie di armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario ex ... _OMISSIS_ ...- è rimessa alla discrezionalità del legislatore nel rispetto, come avvenuto nel caso di specie, dei canoni di non arbitrarietà o irrazionalità della scelta legislativa, limitandosi la norma a prevedere l'onere del pagamento del sovracanone per tutti gli impianti, senza discrimine altimetrico, e a rendere omogenee le posizioni di tutti i Comuni e di tutti gli impianti del bacino.

In tema di concessione di derivazione delle acque, il legislatore ha ritenuto di estendere i benefici derivanti dalla riscossione dei sovracanoni a tutte le collettività locali ricomprese nel bacino imbrifero montano, a fini solidaristici, e nel perseguimento della finalità, costituzionalmente rilevante, di integrare le risorse degli enti territoriali interessati, nel quadro di un'esigenza di sostegno all'autonomia locale, per eliminare dall'ordinamento ingiustificate disparità di trattamento tra enti locali, il cui territorio risulta comunque gravato dalla presenza di impianti idroe... _OMISSIS_ ...|
La disposizione del comma 137-bis dell'art. 1 della legge n. 228/2012, pur prevedendo che i sovracanoni idroelettrici sono dovuti indipendentemente dalla prosecuzione degli interventi infrastrutturali per gli impianti realizzati dopo l'entrata in vigore della legge, non implica che, per gli impianti realizzati prima, i sovracanoni in questione debbano ritenersi dovuti solo in presenza della prova della prosecuzione di tali interventi. Infatti, la nuova norma muta semplicemente la ratio della prestazione imposta, la quale, per il futuro, viene a perdere il carattere di scopo che aveva in precedenza, senza che tale scopo possa essere comunque considerato quale controprestazione, non sussistendo alcun rapporto sinallagmatico.

L'art. 1, comma 137-bis della legge n. 228 del 2012, in tema di sovracanoni idroelettrici, non prescrive una condizione per l'insorgenza dell'obbligo di pagamento del sovracanone stesso, ma intende esclusivamente esplicitare la final... _OMISSIS_ ...al legislatore, a cui è, e sarà, destinato il prelievo: gli stessi infatti sono comunque dovuti anche se non funzionali alla prosecuzione degli interventi infrastrutturali.

Ai sensi dell'art. 1, comma 137 bis della legge n. 228/2012, i sovracanoni idroelettrici per gli impianti realizzati dal 2016 sono comunque dovuti, anche se non strettamente funzionali a interventi infrastrutturali, fermo restando il perseguimento di finalità di promozione dello sviluppo economico e sociale delle popolazioni interessate e di rimedio all'alterazione del corso naturale delle acque causata dalla loro regimazione artificiale.

Ferma restando la potestà della Regione non solo di determinare il canone di concessione di derivazione per uso idroelettrico in sede di prima applicazione, ma anche di successivamente aumentarlo, quest'ultima competenza va esercitata secondo un criterio di ragionevole gradualità di incremento, posto che rileva, comunque, come "principio realm... _OMISSIS_ ...le della materia" il canone della ragionevolezza ex art. 3 Cost.; un incremento esorbitante, e dunque non ancorato ai parametri generali di legge, manifesta per ciò solo una innegabile violazione di quel canone di ragionevolezza che, come a livello di legge si traduce in motivo di sua incostituzionalità, così, a livello di provvedimento attuativo, si risolve un vizio di eccesso di potere, imputabile, in questo caso, non al legislatore ma alla P.A.

La quantificazione del canone per lo sfruttamento delle acque pubbliche e il correlato obbligo di pagamento incidono certamente e in modo diretto sulla gestione del demanio idrico, poiché detto canone costituisce la controprestazione necessaria per poter accedere allo sfruttamento delle acque pubbliche.

La nozione di prestazione patrimoniale imposta non si addice al "canone aggiuntivo" per le concessioni idroelettriche nemmeno se si abbia riguardo - in un quadro di fiscalità non tributaria - a quel... _OMISSIS_ ...liche patrimoniali rispondenti allo svolgimento di un'attività di diritto privato, e comunque di un'attività economica contraddistinta da piena commutatività e sinallagmaticità.

L'unico limite alla determinazione della misura del canone di concessione idrica da parte degli organi anche non legislativi della Regione viene individuato nel rispetto dei principi fondamentali della legislazione statale di onerosità della concessione e di proporzionalità del canone all'effettiva entità dello sfruttamento delle risorse pubbliche che la concessione comporta e all'utilità che il concessionario ne ricava.

La potestà delle Regioni di fissare la misura del canone di concessione di derivazione per uso idroelettrico si fonda sul trasferimento ad esse delle funzioni afferenti, tra l'altro, alla "determinazione dei canoni di concessione" relativi "alle derivazioni di acqua pubblica, in forza del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 89, comma 1. Detta potestà ricompr... _OMISSIS_ ...la di aumentare il canone di concessione, giacché qualsiasi limitazione del potere regionale al solo momento della determinazione comprimerebbe il trasferimento delle relative funzioni alle Regioni stesse.

Per quanto il presupposto del canone aggiuntivo previsto per le concessioni idroelettriche stia nell'avvenuta formale cessazione del rapporto di concessione e nella successiva solo temporanea continuazione di quest'ultimo in capo al concessionario uscente, la sua riferibilità sinallagmatica e ...


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