Demanio idrico: alvei e argini di fiumi e torrenti

DEMANIO E PATRIMONIO - ACQUE - CATEGORIE DI BENI - ALVEI DI FIUMI E TORRENTI

Con riguardo all'alveo, non rileva che non sia intervenuta una manifestazione espressa di volontà della pubblica amministrazione di apprensione dell'area al demanio, venendo in rilievo un rapporto pertinenziale che sorge in via di fatto in conseguenza dell'espansione dell'alveo stesso.


DEMANIO E PATRIMONIO - ACQUE - CATEGORIE DI BENI - ALVEI DI FIUMI E TORRENTI - DEVIAZIONE

Quando un corso d'acqua cambia alveo, il nuovo alveo assume eo ipso natura demaniale.

All'accertamento della natura demaniale dell'alveo abbandonato da un corso d'acqua non possono essere estesi i principi inerenti all'assuzione di natura demaniale di strade privat... _OMISSIS_ ...ei fatti naturali, previsti dagli artt. 942 e 946 c.c., vecchia formulazione, l'uno relativo ai terreni abbandonati dalle acque correnti, e l'altro relativo all'alveo abbandonato, per i quali il legislatore aveva ritenuto opportuno (fino a che non è intervenuta la L. n. 37 del 1994) farlo passare in proprietà dei privati.

La L. n. 37 del 1994, che ha assoggettato la proprietà del terreno abbandonato dall'acqua corrente e del terreno abbandonato a causa della formazione di un nuovo letto da parte del fiume al regime del pubblico demanio.

In seguito alla permuta, a favore del Demanio, dell’area su cui è stato deviato un corso d'acqua, sospensivamente condizionata alla sdemanializzazione di altra area, l’amministrazione del Demanio è tenuta a concludere il pr... _OMISSIS_ ...ui un torrente scorra stabilmente all'interno di fondi erosi, originariamente privati - il nuovo alveo assume di per sé natura demaniale.

In tema di accertamento della natura demaniale di un terreno abbandonato dalle acque correnti, ai sensi dell'art. 942 c.c., nella formulazione anteriore alle modifiche di cui alla L. n. 37 del 1994, anche il ritiro di una sola sponda, non transitorio e non dovuto a fenomeni naturali, comporta la perdita della demanialità del relativo terreno, in quanto a seguito della deviazione o spostamento del corso d'acqua una porzione di terreno che prima costituiva parte integrante dell'alveo cessa di appartenervi.

Un suolo, già appartenente al demanio idrico fluviale, in quanto facente parte dell'alveo del fiume, perde la sua natura pubblica ... _OMISSIS_ ...ifiche introdotte dall'art. 1 della legge 5 gennaio 1994, n. 37.


DEMANIO E PATRIMONIO - ACQUE - CATEGORIE DI BENI - ALVEI DI FIUMI E TORRENTI - NOZIONE E LIMITI

Fanno parte del demanio idrico, perchè rientrano nel concetto di alveo, le sponde e le rive interne dei fiumi, ovvero le zone soggette ad essere sommerse dalle piene ordinarie.

L'alveo del fiume si identifica nella porzione cava del terreno che il fiume stesso si è scavata naturalmente e su cui le acque stesse scorrono fino al limite delle piene normali.

Nell'alveo di un fiume devono essere ricomprese le sponde e le rive interne, cioè le zone soggette ad essere sommerse dalle piene ordinarie, mentre le sponde e le rive esterne, che possono essere invase dalle acq... _OMISSIS_ ...no che il fiume stesso si è scavata naturalmente, e su cui le acque stesse scorrono fino al limite delle piene normali.

Appartenendo i fiumi al pubblico demanio, anche l'alveo su cui essi scorrono si considera pubblico, a meno che, e ciò solo in base alla vecchia normativa, non fosse intervenuto uno di quei fatti naturali, previsti dagli artt. 942 e 946 c.c., vecchia formulazione, l'uno relativo ai terreni abbandonati dalle acque correnti, e l'altro relativo all'alveo abbandonato, per i quali il legislatore aveva ritenuto opportuno (fino a che non è intervenuta la L. n. 37 del 1994) farlo passare in proprietà dei privati.

Ai fini dell'individuazione dei terreni ricompresi nel demanio per la loro contiguità a corsi d'acqua pubblici, opera il principio per cui l'estensi... _OMISSIS_ ...nno parte del demanio idrico, perché rientrano nel concetto di alveo, le sponde e le rive interne dei fiumi, cioè le zone soggette ad essere sommerse dalle piene ordinarie (mentre le sponde e le rive esterne, che possono essere invase dalle acque solo in caso di piene straordinarie, appartengono ai proprietari dei fondi rivieraschi).

Gli alvei dei fiumi e dei torrenti, costituiti da quei tratti di terreno sui quali l'acqua scorre fino al limite delle piene normali, rientrano nell'ambito del demanio idrico, per cui le sponde o rive interne - ossia quelle zone soggette ad essere sommerse dalle piene ordinarie - sono comprese nel concetto di alveo e costituiscono quindi beni demaniali, a differenza delle sponde e rive esterne, le quali, essendo soggette alle sole piene straordinari... _OMISSIS_ ...del fiume, non temporaneo e non dovuto a fenomeni naturali, comporta la perdita della demanialità del relativo terreno, ai sensi dell'art. 942 c.c., nella formulazione anteriore alle modifiche introdotte con la L. n. 37 del 1994.

La disciplina dettata dalla l. n. 37 del 1994, la quale, al fine di perseguire la tutela ambientale delle aree demaniali dei fiumi, dei torrenti, dei laghi e delle altre acque pubbliche, esclude la sdemanializzazione dei terreni comunque abbandonati dalle acque, per cause sia naturali e sia antropiche, non si applica ai fenomeni di inalveamento verificatosi in tempo antecedente alla sua entrata in vigore.

La disciplina di cui all’art. 1 della l. n. 37 del 1994 (recante “Norme per la tutela ambientale delle aree demaniali dei fiumi... _OMISSIS_ ... di efficacia retroattiva.

Gli alvei dei fiumi e dei torrenti, costituiti da quei tratti di terreno sui quali l'acqua scorre fino al limite delle piene normali, rientrano nell'ambito del demanio idrico, per cui le sponde o rive interne, ossia quelle zone soggette ad essere sommerse dalle piene ordinarie, sono comprese nel concetto di alveo e costituiscono quindi beni demaniali, a differenza delle sponde e rive esterne che, essendo soggette alle sole piene straordinarie, appartengono, invece, ai proprietari dei fondi rivieraschi, e sulle quali può insistere un manufatto occupato da persone.

Ai sensi dell'art. 822 c.c. le sponde o le rive interne dei fiumi e dei torrenti, costituite da quei tratti di terreno sui quali l'acqua scorre fino al limite delle piene normali, r... _OMISSIS_ ...sponde o rive interne dei fiumi, comprese nel concetto di alveo, rientrano nell'ambito del demanio idrico, a differenza delle sponde o rive esterne, che, essendo soggette alle sole piene straordinarie, appartengono, invece, ai proprietari dei fondi rivieraschi e sulle quali può, pertanto, insistere un manufatto occupato da persone.

Ai fini dell'individuazione dei terreni ricompresi nel demanio per la loro contiguità a corsi d'acqua pubblici, opera il principio desumibile dall'art. 934 c.c. per cui l'estensione dell'alveo, suscettibile di detta ricomprensione, deve essere determinata con riferimento alle piene ordinarie, senza tenere conto del perturbamento determinato da cause eccezionali.

L'area golenale, cioè quello spazio piano compreso tra la riva di un corso d'ac... _OMISSIS_ ...ua scorre fino al limite delle piene normali, rientrano nell'ambito del demanio idrico, per cui le sponde o rive interne, ossia quelle zone soggette ad essere sommerse dalle piene ordinarie, sono comprese nel concetto di alveo e costituiscono quindi beni demaniali, a differenza delle sponde e rive esterne che, essendo soggette alle sole piene straordinarie, appartengono, invece, ai proprietari dei fondi rivieraschi.

Gli alvei dei fiumi e dei torrenti, costituiti da quei tratti di terreno sui quali l'acqua scorre fino al limite delle piene normali, rientrano nell'ambito del demanio idrico, per cui le sponde o rive interne ossia quelle zone soggette ad essere sommerse dalle piene ordinarie sono comprese nel concetto di alveo e costituiscono quindi beni demaniali, a differenza dell... _OMISSIS_ ...Le sponde o le rive interne dei fiumi e dei torrenti, costituite da quei tratti di terreno sui quali l'acqua scorre fino al limite delle piene normali, rientrano nell'ambito del demanio idrico, a differenza delle sponde e rive esterne che, essendo soggette alle sole piene straordinarie, appartengono ai proprietari dei fondi rivieraschi.

Per l'acquisto a titolo originario dei proprietari latistanti alle rive di un corso d'acqua sia ai sensi dell'art. 941 c.c. - c.d. alluvione propria, che consiste nell'incremento dei fondi posti lungo le rive dei fiumi con particelle di terra staccati lentamente e impercettibilmente dalla forza naturale dell'acqua da altri fondi - sia ai sensi dell'art. 942 c.c. - c.d. alluvione impropria, che consiste nell'abbandono lento da parte del fiume di u... _OMISSIS_ ...li incrementi di superficie della proprietà rivierasca dovevano escludersi se effetto, ancorché lento, di attività antropica, in quanto, pur se a causa del lungo tempo trascorso fosse cessata la funzione pubblica di protezione delle aree golenali e di supporto e contenimento del fiume - ma non il rischio di aumento perciò della velocità dell'acqua e di impoverimento delle falde acquifere - nella vigenza degli artt. 941, 942 e 947 c.c., nell'originaria formulazione adottata dal codice del 1942, comunque era rimesso alla scelta del soggetto titolare del demanio idrico il potere di disporre la sdemanializzazione del terreno - che era stato, ma non era più appartenente all'alveo del fiume - per acquisirlo al patrimonio disponibile.


DEMANIO E PATRIMONIO - ACQUE... _OMISSIS_ ...di opere senza il permesso dell'Autorità amministrativa, ma anche il mantenimento e l'utilizzazione di dette opere che risultino pericolose per il deflusso delle acque pubbliche.

Il fabbricato abusivamente realizzato nell'alveo di un torrente deve essere rimosso, indipendentemente dalla responsabilità per la realizzazione dell'opera e dalla proprietà del bene.

Il nulla osta del Consorzio alla copertura dell'alveo di un corso d'acqua non autorizza la deroga alle distanze legali, poiché ha solo l'effetto di autorizzare determinati lavori, senza esprimere nulla in ordine al trasferimento della proprietà.

La presenza di passerelle e palafitte fisse conficcate nell'alveo di un fiume, con conseguente aggancio da parte di natanti, comporta di per sè occupazione de... _OMISSIS_ ...LF|La proprietà delle opere artificialmente realizzate su un canale demaniale non determina o costituisce diritti o poteri interdittivi del privato rispetto alla potestà concessoria statuale su di tale bene.


DEMANIO E PATRIMONIO - ACQUE - CATEGORIE DI BENI - ARGINI

Lo "stradello" che costeggia un fiume è da ritenere bene appartenente al demanio idrico ai sensi dell'art. 822 c.c..


DEMANIO E PATRIMONIO - ACQUE - CATEGORIE DI BENI - ARGINI - BOSCO NATURALE

Costituisce fatto notorio che un’area boschiva sviluppatasi sui pendii naturali assestati garantisce la stabilità della situazione idraulica dei relativi terreni sicuramente in maniera migliore (anche per merito del profondo apparato radica... _OMISSIS_ ...i rinnovi), anche a causa del potenziale franamento a valle del materiale di riporto in occasione di eventi metereologici eccezionali ma non per questo improbabili.

E' legittimo differenziare la trasformazione di un’area a bosco in una coltura dall'ipotesi in cui si tratta di riempire una vallecola solcata da un corso d’acqua, in parte appartenente al demanio, con riporti di terreno e conseguente modifica, tramite innalzamento, dell’alveo: la situazione, infatti, è ben diversa in punto di fatto.


DEMANIO E PATRIMONIO - ACQUE - CATEGORIE DI BENI - ARGINI - CESSAZIONE DELLA FUNZIONE

E' illegittimo il diniego di demolizione di un argine che ha cessato la sua funzione (nella specie perché riferito ad un torrente succes... _OMISSIS_ ...co sia o meno ragionevole, perché in radice privo di istruttoria e motivazione.


DEMANIO E PATRIMONIO - ACQUE - CATEGORIE DI BENI - ARGINI - LAVORI SUBORDINATI A CONTROLLO

L'opera di un privato che modifica direttamente l'argine, mediante innalzamento dell'argine con opera in struttura cementizia armata, che impedisce in quel punto le esondazioni, traslandole in altra zona e quindi nei terreni di terzi, non rientra tra le mere "opere eseguite dai privati per semplice difesa", che l'art. 58 del R.D. 523/1904 sottrae al regime di controllo della pubblica amministrazione.


DEMANIO E PATRIMONIO - ACQUE - CATEGORIE DI BENI - ARGINI - LAVORI VIETATI

Il R.D. 25 luglio 1904, n. 523, art. 96, lett. f), è u... _OMISSIS_ ...e siffatta disciplina manchi.

La normativa locale, per prevalere sul divieto dettato dall'art. 96, lett. f), R.D. 25 luglio 1904, n. 523, deve avere carattere specifico, ossia essere espressamente dedicata alla regolamentazione della tutela delle acque e alla distanza dagli argini delle costruzioni, che tenga esplicitamente conto della regola generale espressa dalla normativa statale e delle peculiari condizioni delle acque, degli alvei e degli argini che la norma locale prende in considerazione al fine di stabilirvi l'eventuale deroga.

I lavori di cui all'art. 96 del R.D. 25 luglio 1904, n. 523, rimangono vietati anche in seguito all'entrata in vigore del D.Lgs. n. 152 del 2006, che anzi lo richiama espressamente all'art. 115, sostanzialmente riproducente il D.Lgs. n... _OMISSIS_ ...ione pubblicistica di assicurare non solo la possibilità di sfruttamento delle acque demaniali, ma anche (e soprattutto) il libero deflusso delle acque scorrenti nei fiumi, torrenti, canali e scolatoi pubblici e ha carattere legale e inderogabile: ne segue che le opere costruite in violazione di tale divieto ricadono nella previsione dell’art. 33 della legge n. 47 del 1985 e non sono pertanto suscettibili di sanatoria.

A proposito dei limiti applicativi del R.D. n. 523 del 1904, art. 96, va ribadito che solo l'attuale presenza di una massa d'acqua pubblica (o la verosimile ricostituzione della stessa per eventi naturali), rappresenta la condizione per affermarsi la perdurante operatività del divieto di costruire a meno di dieci metri dall'alveo.

Il divieto di co... _OMISSIS_ ...ità di sfruttamento delle acque demaniali e il libero deflusso delle acque scorrenti nei fiumi, torrenti, canali e scolatoi pubblici.

La deroga di cui alla lett. f) dell'art. 96 t.u. 25.07.1904 n. 52, per cui la distanza minima dagli argini dei corsi d'acqua si applica in mancanza di “discipline vigenti nelle diverse località”, ha carattere eccezionale e, per prevalere sulla norma generale, deve essere specificamente diretta a tutelare il deflusso delle acque e la distanza dagli argini delle costruzioni, in ossequio altresì alla normativa statale di tutela del vincolo idrogeologico e delle peculiari condizioni delle acque e degli argini che la norma locale prende in considerazione al fine di stabilirvi l'eventuale deroga.

Solo se lo scopo dell'attiv... _OMISSIS_ ...5.07.1904 n. 523, in quanto meglio ne attua l'interesse pubblico perseguito. In caso contrario, qualora la norma locale si proponesse finalità diverse, quali sono ad es. quelle meramente urbanistiche, essa non derogherebbe alla citata disciplina statale che - in quanto informata a tutelare il buon regime delle acque pubbliche nonché a prevenire i danni che possono derivare da una disordinata attività costruttiva e manutentiva lungo i corsi d'acqua - impone divieti da qualificarsi come tassativi.<...

Il presente articolo è un'aggregazione di sintesi di pronunce giudiziali estratte da un nostro codice o repertorio, nel quale le sintesi qui visibili sono associate agli estremi e agli estratti originali delle pronunce a cui si riferiscono (vedasi il sampler del prodotto). Possono essere presenti sintesi ripetitive o similari, derivanti da pronunce di contenuto ripetitivo o similare.