ESPROPRIAZIONE PER P U

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Indennità di espropriazione, esproprio parziale: danni da considerare

Nel caso di espropriazione parziale, che si configura quando la vicenda ablativa investa parte di un complesso immobiliare caratterizzato da un'unitaria destinazione economica, l'indennizzo riconosciuto al proprietario non può riguardare soltanto la porzione espropriata, ma anche la compromissione o l'alterazione delle possibilità di utilizzo della restante porzione del bene e il connesso deprezzamento.

Indennità di espropriazione e irpef

La disciplina transitoria di cui al comma 9 dell'art. 11 L. n. 413 del 1991 prevede con una parziale retroattività, la tassazione di plusvalenze percepite prima dell'entrata in vigore della legge, sempre che che nel triennio successivo al 31 dicembre 1988 siano intervenuti sia il titolo, fonte della plusvalenza, sia la percezione della somma.

Legittimità costituzionale della tassazione dell'indennità di esproprio

La disciplina di cui alla L. n. 413/1991 art. 11 non pone dubbi di legittimità costituzionale in riferimento agli artt. 3 e 53 Cost., in quanto il Legislatore è libero di sottoporre ad imposizione fiscale manifestazioni di capacità contributiva, come la plusvalenza ivi prevista.

Indennità di espropriazione e ICI

La disposizione di cui al D.Lgs. n. 504 del 1992, art. 16, non è diretta a regolare un autonomo criterio di determinazione dell'indennità di espropriazione, né ad integrarne i criteri di determinazione, ma introduce un distinto meccanismo correttivo, eventualmente riduttivo o maggiorativo di tale indennità, qualora il valore dichiarato dall'espropriato ai fini dell'ICI risulti inferiore o superiore rispetto a quello accertato.

Accettazione dell'indennità di esproprio

L’accettazione dell’indennità di esproprio ha natura solo acceleratoria della procedura e non esclude l’adozione del necessario decreto di esproprio.

Indennità di espropriazione per aree edificabili: l'art. 5 bis della L. 359/1992. Ambito temporale dell'incostituzionalità

L'art. 5 bis della L. n. 359/1992 disciplina le espropriazioni per pubblica utilità delle aree edificabili (commi 1 e 3) e di quelle agricole (comma 4), rinviando, per queste ultime, alle "norme di cui al titolo 2 della L. 22 ottobre 1971, n. 865"; ne consegue che la determinazione dell'indennità ai sensi della citata norma, non comporta in ogni caso l'edificabilità delle aree.

Indennità di espropriazione per aree edificabili: gli interventi di riforma economico-sociale ex art. 2, comma 89 e 90, L. 244/2007

Affinché sussista il presupposto dell'intervento di riforma economico-sociale, che giustifica la riduzione del 25 per cento del valore venale del bene ai fini della determinazione dell'indennità, esso deve riguardare l'intera collettività o parti di essa geograficamente o socialmente predeterminate ed essere, quindi, attuato in forza di una previsione normativa che in tal senso lo definisca.

Indennità di espropriazione per le aree edificate

L'espropriazione del fabbricato va indennizzata secondo il valore di mercato dello stesso, estensibile al disfacimento materiale dello stesso per esigenze connesse alla realizzazione dell'opera pubblica.

Indennità di esproprio: utilizzazioni intermedie tra l'agricola e l'edificatoria (il c.d. "tertium genus")

La stima dell'indennità di esproprio dev'essere effettuata in base al criterio del valore venale pieno, previsto in via generale dalla L. 2359/1865, art. 39, con la possibilità di dimostrare che, pur senza raggiungere il livello dell'edificatorietà, il fondo presenta caratteristiche che ne consentono lo sfruttamento per fini ulteriori e diversi da quello agricolo, e quindi di attribuire allo stesso una valutazione di mercato adeguata all'utilizzazione intermedia agricola-edificatoria.

Indennità di espropriazione: soprassuoli

In sede di valutazione del soprassuolo può essere privilegiato il criterio tecnico che, tenuto conto dell'età della coltivazione, privilegia il criterio dei costi passati (consistente nel capitalizzare i costi già sostenuti e gli ammortamenti dall'inizio del ciclo produttivo fino all'esproprio), rispetto al metodo dei costi futuri.

Indennità di espropriazione di aree non edificabili: criterio indennitario

Per effetto della sentenza della Corte Cost. n. 181 del 2011, che ha rilevato che il criterio del valore tabellare, previsto per i suoli agricoli e per quelli non aventi vocazione edificatoria, prescinde dall'area oggetto del procedimento espropriativo, ignorando ogni dato valutativo inerente ai requisiti specifici del bene, e perciò ha carattere astratto, ed elude il "ragionevole legame" col valore di mercato del bene occupato, prescritto dalla giurisprudenza della Corte di ...

Indennità di espropriazione: ambito ed effetti dell'incostituzionalità del VAM, valore agricolo medio

Non tutte le disposizioni normative involgenti i VAM possono ritenersi coinvolte e travolte dalla pronuncia della Consulta (n. 181/2011), dovendosi in particolare ritenere sopravvissute quelle concernenti l'indennità aggiuntiva ad essi parametrata, disposizioni queste dotate di funzione riparatrice autonoma rispetto all'indennità di esproprio, in quanto poste a tutela di diritti, quale quello al lavoro, pure contemplati dall'ordinamento giuridico e dotati di rilevanza costituzionale.

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