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Abusi edilizi e P.A.: provvedimenti sanatori e sanzionatori

Ove sia pendente un'istanza di sanatoria per un'opera edilizia realizzata sine titulo su area di proprietà pubblica, la P.A. prima di ordinarne la demolizione, deve rigettare la domanda di condono evidenziando le ragioni per cui non è possibile concedere l'uso del suolo.

Il principio della doppia conformità per le opere edilizie abusive ma conformi nella sostanza alla disciplina urbanistica

L’istituto dell’accertamento di conformità è diretto a sanare le opere solo formalmente abusive, in quanto eseguite senza titolo abiitativo, ma conformi nella sostanza alla disciplina urbanistica applicabile per l’area sui cui sorgono secondo il criterio della c.d. doppia conformità.

Il silenzio della P.A. a fronte di un'istanza di accertamento di conformità urbanistica

Il silenzio dell'amministrazione a fronte di un'istanza di sanatoria costituisce una ipotesi di silenzio significativo, al quale vengono pertanto collegati gli effetti di un provvedimento di rigetto dell'istanza, così determinandosi una situazione del tutto simile a quella che si verificherebbe in caso di un provvedimento espresso; ne consegue che tale provvedimento, in quanto tacito, è impugnabile non per difetto di motivazione, bensì per il contenuto reiettivo dell'atto.

Vincoli sopravvenuti ed esistenti al momento della domanda di condono edilizio

L’obbligo di pronuncia da parte dell’autorità preposta alla tutela del vincolo sussiste in relazione alla esistenza del vincolo al momento in cui deve essere valutata la domanda di sanatoria, a prescindere dall’epoca d’introduzione del vincolo: tale valutazione corrisponde alla esigenza di vagliare l’attuale compatibilità con il vincolo dei manufatti realizzati abusivamente.

La formazione del silenzio assenso sulla domanda di concessione edilizia in sanatoria

In assenza di una richiesta di integrazione documentale da parte del Comune, non può essere addossato alcun onere alla parte privata e il procedimento di condono edilizio si deve ritenere concluso per silenzio-assenso alla scadenza del termine di legge, residuando soltanto la fase della comunicazione e risultando quindi del tutto ultronea qualsiasi attività aggiuntiva o integrazione documentale.

Analogie e differenze nei tre condoni edilizi ex L. 47/1985, L. 724/1994 e D.L. 269/2003

L’art. 32 d.l. n. 269/2003 convertito nella l. n. 326/2003 ha introdotto una disciplina più severa e rigorosa rispetto ai condoni edilizi che l’hanno preceduta, escludendo la possibilità di ottenere la sanatoria in presenza di due requisiti, ovvero della vigenza di un vincolo di inedificabilità, anche relativa, apposto prima della realizzazione delle opere, e della difformità delle opere rispetto alle disposizioni urbanistiche.

Insanabilità dell'opera realizzata in area soggetta a vincolo o in fascia di rispetto

Dal combinato disposto degli artt. 32, l. 47/1985 e 32 comma 27, lett. d, d.l. 269/2003 si ricava che un abuso edilizio compiuto su un immobile sottoposto a vincolo di inedificabilità, sia esso di natura relativa o assoluta, non può essere condonato quando ricorrono, contemporaneamente: a) l'imposizione del vincolo di inedificabilità relativa prima dell'esecuzione delle opere; b) la realizzazione delle stesse in assenza o in difformità dal titolo edilizio; c) la non conformità urbanistica.

Acquisizione gratuita al patrimonio indisponibile del Comune della costruzione abusiva

Decorsi novanta giorni dalla notifica dell’ordine di demolizione, si verifica automaticamente e ipso iure l’effetto acquisitivo al patrimonio comunale. L'eventuale contrario convincimento dovuto dal comportamento dell’amministrazione può, al più, assumere rilevanza, sussistendone tutti gli altri presupposti, in termini di responsabilità.

Edificabilità in aree sottoposte a vincoli di varia natura

Del vincolo d'inedificabilità ricadente sulle aree situate in fascia di rispetto deve tenersi conto senza che rilevi, al fine di escludere l’inedificabilità dell’area vincolata, la circostanza che la stessa sarebbe comunque computabile nella determinazione della volumetria o della superficie edificabile sul restante suolo espropriato, poiché ciò non rende l’area in questione suscettibile di edificazione, restando pur sempre operante il divieto di costruire su di essa.

Applicazione delle norme sulle distanze dal confine ai muri di cinta e di contenimento

Va equiparato ad un muro di fabbrica, come tale assoggettato al rispetto delle distanze legali tra costruzioni, il muro di cinta che abbia la funzione di contenere un terrapieno creato ex novo dall'opera dell'uomo.

Applicabilità delle norme sulle distanze legali agli interventi di ricostruzione e ristrutturazione

Indipendentemente dalla qualificazione di un intervento in termini di ristrutturazione o di nuova costruzione, nell’ipotesi in cui un manufatto venga ricostruito senza il rispetto della sagoma preesistente e dell’area di sedime, occorrerà comunque il rispetto delle distanze legali poiché esso - quanto alla sua collocazione fisica - rappresenta un novum, come tale tenuto a rispettare le norme sulle distanze.

Fattori ostativi alla formazione del silenzio-assenso sulla domanda di condono edilizio

Il silenzio assenso sulla domanda di condono non si perfeziona unicamente per effetto del mero decorso del tempo a far data dalla presentazione della domanda. Affinché sulla domanda di condono edilizio possa ritenersi formato il silenzio assenso, è necessaria la completezza della domanda stessa, oltre che il pagamento integrale dell'oblazione, pertanto fin quando non risulta integrato tale duplice presupposto, non può maturare il termine biennale per il verificarsi del silenzio assenso.

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