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La concessione traslativa nella realizzazione delle opere pubbliche e nell'espropriazione per pubblica utilità

La c.d. “concessione traslativa” può comportare un esonero di responsabilità per la Pubblica amministrazione espropriante quando la stessa trasferisce al delegato, concessionario affidatario dell'opera, la titolarità di poteri espropriativi e non soltanto l'esercizio degli stessi; e allora, in questo caso, potrebbe sussistere unicamente la responsabilità del soggetto che realizza l'opera. Tuttavia, in assenza di concessione traslativa, il concessionario non pu ...

La delegazione amministrativa nell'espropriazione per pubblica utilità

Ove nella realizzazione dell'opera pubblica ci si avvalga della collaborazione di privati, non ha senso parlare di delega amministrativa intersoggettiva, professabile unicamente nei rapporti tra enti pubblici.

I poteri espropriativi in casi di delega nell'edilizia residenziale

L'ente espropriante, che resta pur sempre "dominus" della procedura anche nella ipotesi in cui ricorra (L. 22 ottobre 1971, n. 865, art. 60) all'istituto della delega, è responsabile dell'operato del delegato (si tratti di un ente di una cooperativa o di un'impresa), poiché la legge dispone che l'espropriazione si svolge non soltanto "in nome e per conto" del delegante, ma anche "d'intesa" con quest'ultimo, che conserva ogni potere di controllo e di st ...

Esproprio illegittimo: responsabilità del segretario comunale

Del danno conseguente alla mancata tempestiva conclusione di procedura espropriativa non può essere ritenuto responsabile il vicesegretario generale che non abbia compiuto alcun atto procedimentale in proprio (né avrebbe potuto sulla base dello Statuto comunale), essendosi limitato alla redazione di “promemoria” sull’argomento, così esaurendo – attraverso una cooperazione istruttoria - la funzione collaborativa che gli competeva.

Responsabilità da esproprio fallito: esimente o scriminante politica

L’esimente non può essere invocata nei casi in cui l’organo politico deve adottare atti di competenza propria, come in materia espropriativa.

Discrezionalità amministrativa pura e tecnica

In ordine alle valutazioni tecniche, per consolidata giurisprudenza il sindacato di legittimità non può che limitarsi a verificare che l’attività posta in essere dalla P.A. non palesi, secondo la documentazione in atti, manifesta illogicità o travisamento dei fatti.

Discrezionalità amministrativa nel governo dei beni culturali

È vero che ragioni di migliore efficacia dell’azione amministrativa potrebbero sollecitare un intervento di imposizione del vincolo indiretto ravvicinato rispetto all’adozione del vincolo diretto, ma il fatto che il primo sia imposto a distanza di tempo dal secondo non è sufficiente, in paradossale direzione opposta, a ritenere il vincolo indiretto illegittimo.

La discrezionalità amministrativa nel governo del paesaggio

Valutazioni tecniche – come quelle dalle Soprintendenze in tema di tutela dei beni paesaggistici - possono essere sindacate esclusivamente nel caso in cui siano contrarie al principio di ragionevolezza tecnica.

Responsabilità contabile in caso di problemi alla dichiarazione di p.u.

Non può invocarsi, a giustificazione della mancata tempestiva adozione del decreto di esproprio, l'invalidità che sarebbe allo stesso derivata dall'intervenuto annullamento della dichiarazione di pubblica utilità, qualora questo sia stato pronunciato limitatamente ad altre posizioni fatte valere in giudizio, in ragione della natura di atto plurimo del provvedimento dichiarativo della pubblica utilità.

Annullamento della proroga della dichiarazione di pubblica utilità

Per effetto dell'annullamento dell'atto di proroga dei termini di efficacia della pubblica utilità viene meno, per illegittimità derivata, il provvedimento di esproprio, e così come viene meno il provvedimento di proroga dell'occupazione d'urgenza e l’efficacia gli altri atti della procedura espropriativa, cessando la legittimità dell’occupazione delle aree.

Effetti dell'annullamento della dichiarazione di pubblica utilità

L’annullamento di atti inerenti la procedura di espropriazione per pubblica utilità comporta, quale effetto ripristinatorio del giudicato in termini di adeguamento dello stato di fatto a quello di diritto, la restituzione del bene oggetto di ablazione previa riduzione in pristino nonché l’obbligo di risarcire il danno da illegittimo spossessamento.

Il termine per l’impugnazione della dichiarazione di pubblica utilità

Secondo il pacifico orientamento giurisprudenziale, il termine per impugnare un provvedimento approvativo di un progetto di opera pubblica che comporti la dichiarazione di pubblica utilità dei lavori, decorre, per i proprietari dell'area interessata, dalla notificazione o comunicazione individuale dello stesso e non anche dall'eseguita pubblicazione dell'atto nell'Albo pretorio dell'ente.

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