EDILIZIA URBANISTICA CASA

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Le varianti agli strumenti urbanistici per l'adeguamento al progetto di opere pubbliche

L’art.19 del D.P.R. 327/2001prevede una procedura semplificata per una rapida conclusione dell’iter di variante dello strumento urbanistico generale ai fini della realizzazione di singole e specifiche opere pubbliche, qualora la loro progettazione si presenti in contrasto con le prescrizioni urbanistiche vigenti. La giurisprudenza sottolinea che la variante al p.r.g., sia pure nella forma semplificata scatta solo con il perfezionamento del suo iter approvativo che comprende tre distinte fasi.

Incostituzionale la reiterazione dei vincoli espropriativi con legge-provvedimento

Va segnalato un problema di legittimità costituzionale: i decreti di occupazione successivi alla scadenza della proroga triennale e, dunque, illegittimi, poiché emessi in assenza di dichiarazione di PU, e non suscettibili di essere incisi dalla dichiarazione di incostituzionalità delle norme che prorogano il piano a.s.i. La Corte ha però ritenuto prevalente l’interesse a frenare l'uso di atti amministrativi con provvedimenti legislativi sottraendosi così al rispetto delle garanzie procedimentali

Sanzioni penali nell'edilizia: dalla L. n.47/1985 al T.U. sull'edilizia

Premesso che con l’espressione «illeciti urbanistici» s’intende indicare il complesso di disposizioni attinenti all’individuazione delle ipotesi abusive ed ai diversi meccanismi di accertamento e di repressione ad esse correlate, appare opportuno evidenziare che i reati urbanistici sono sempre stati configurati dal legislatore italiano come semplici contravvenzioni di natura formale, il cui unico dato penalmente rilevante non concerne l’offesa al territorio, bensì l’inosservanza di un precetto

Abusivismo urbanistico: la proroga dell’entrata in vigore del d.P.R. 380/2001

Nell’ambito della disciplina relativa al «governo del territorio» il legislatore, nell’ottica di voler elaborare dei testi unici volti a riordinare l’ordinamento italiano, notoriamente complesso e frammentato creatosi nel corso degli anni, elaborò il «Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia», comunemente denominato T.U. sull'edilizia, che, con i suoi 138 articoli, ha riscritto una materia complessa ed assolutamente disarticolata come quella urbanistica.

I reati urbanistici e la responsabilità del proprietario

Oggi, l'indirizzo giurisprudenziale afferma che al di fuori del campo di applicazione dell’art. 29 t.u., non sussiste altra disposizione di legge penale o extrapenale dalla quale si possa desumere a carico di un soggetto un generale dovere di intervenire per evitare l’evento, nel caso in cui sul suo terreno altri abbiano iniziato ad edificare abusivamente. Infatti, non è possibile ritenere sussistente la responsabilità del comproprietario, qualora egli non sia committente o esecutore dei lavori

dichiarazione di pubblica utilità e profili urbanistici

Anche la fase preordinata alla dichiarazione di pubblica utilità si presenta intimamente connessa alla materia urbanistica perché la sua disciplina è legata alla validità del vincolo preordinato all’esproprio.

Dichiarazione di pubblica utilità e varianti urbanistiche

Le varianti derivanti dalle prescrizioni della conferenza di servizi, dell’accordo di programma o di altro atto di cui all’articolo 10, nonché le successive varianti in corso d’opera, qualora queste ultime non comportino variazioni di tracciato al di fuori delle zone di rispetto previste ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 753, nonché ai sensi del decreto ministeriale 1° aprile 1968, sono approvate dall’autorità espropriante ai fini della dichiarazione di p.u.

Assenza del vincolo preordinato all'esproprio

ai sensi del terzo comma dell’art. 12 del d.p.r. n. 327/2001, la dichiarazione di pubblica utilità è possibile anche in assenza del vincolo preordinato all’esproprio. Cosa accade in queste ipotesi? Quale disciplina occorre applicare?

i profili urbanistici del procedimento espropriativo

Esiste una necessaria e inossidabile dipendenza funzionale tra la materia dell’urbanistica e l’espropriazione per pubblica utilità, che consente a quest’ultima di assolvere una funzione strumentale rispetto alla prima.

La disciplina del vincolo preordinato all’esproprio

Affinché un vincolo possa definirsi preordinato all’esproprio e, quindi, sottoposto alla disciplina di cui all’art. 9 del d.p.r. n. 327/2001, è necessario che la limitazione della privata proprietà presupponga una sua trasformazione con connessa vanificazione che, contemporaneamente, contempli il trasferimento delle aree da destinare ad opere o ad usi di pubblica utilità.

La reiterazione del vincolo preordinato all'esproprio

il decreto di esproprio può essere emanato solo dopo l’apposizione del vincolo, sicché può registrarsi una contrazione del termine per la sua adozione, «avendo come dies a quo il momento del perfezionamento del vincolo preordinato all’esproprio, e come dies ad quem il termine di scadenza stabilito nel provvedimento di approvazione del progetto.

Approvazione del progetto in assenza di vincolo preordinato all'esproprio

Nulla quaestio qualora la diversa realizzazione fosse disposta e autorizzata dal Consiglio comunale e sempre che la modificazione sia approvata dalla Regione o dall’ente da questa delegato (rectius la Regione o l’ente delegato non manifestino il proprio dissenso entro il termine di novanta giorni, decorrente dalla ricezione della delibera del Consiglio comunale e della relativa documentazione) e avvenga in pendenza di efficacia del vincolo preordinato all’esproprio

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