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L’art.43 t.u.espropriazione davanti alla Corte costituzionale

Dubbi venivano espressi in ordine alla concreta utilizzazione che le Amministrazioni avevano fatto dell’art.43, facendolo assurgere a momento “ordinario” dell’azione amministrativa concernente l’acquisizione al patrimonio pubblico di aree destinate alla realizzazione di opere di pubblica utilità, in tal modo stravolgendo il sistema fissato in via generale dallo stesso testo unico e dunque legittimando operazioni elusive degli obblighi procedimentali dell’instaurazione del contraddittorio.

La sentenza n. 293/2010 della Corte costituzionale. Messaggi in codice al legislatore?

La caduta dell’art.43 t.u. espropriazione per eccesso di delega ha fatto nascere il sospetto che il giudice delle leggi abbia sfruttato l’occasione per lanciare al legislatore alcuni moniti in ordine alla futura riproposizione della medesima disposizione con le forme della legge ordinaria. In questa prospettiva la Corte, sottolinea il superamento dei limiti fissati dalla legge delega attraverso l’introduzione di un novum che si discostava alle linee giurisprudenziali fino a quel momento fissate

L’acquisizione sanante resuscita dalle ceneri dell’art.43 t.u. espropriazione

L’art.42 bis t.u. espropriazione ha riprodotto, con talune rilevanti modifiche, l’art. 43 dichiarato incostituzionale, per eccesso di delega. È proprio l’esame della disposizione che mostra un crescente confronto fra le Autorità nazionali ed il diritto vivente sul tema della tutela del diritto di proprietà. La riproposizione del meccanismo della procedura espropriativa sanante non elide alcuni interrogativi di base che pure la dottrina, nei primi commenti a caldo, ha continuato a sottolineare

L’indennizzo e l’art.42 bis t.u.espropriazione

Il legislatore del 42 bis utilizza l’espressione indennizzo per qualificare la pretesa del proprietario colpito dal provvedimento di acquisizione sanante. Tale utilizzazione sembra volere purificare il pregiudizio sofferto dal proprietario, qualificato invece, forse più correttamente, dall’art43 t.u.e. come danno. La modifica terminologica si avverte chiaramente quando si prevede il riconoscimento a titolo risarcitorio dell’interesse al cinque per cento per il periodo di occupazione senza titolo

Da Eurojust all’Ufficio del Procuratore Europeo: artt. 85-86 del TFUE

La centralità attuale di Eurojust nel coordinamento dei diversi attori della cooperazione internazionale e le sue ulteriori prospettive, in vista di una possibile futura costituzione di un Ufficio del Procuratore Europeo, hanno trovato riconoscimento normativo anche nel Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), in particolare agli artt. 85 ed 86. Il primo stabilisce che il Parlamento europeo e il Consiglio potranno attribuire ad Eurojust il potere di avvio diretto di indagini penali

La Decisione Quadro 2002/465/GAI: le Squadre Investigative Comuni

L’istituto delle Squadre Investigative Comuni (SIC) nasce dalla consapevolezza che i tradizionali strumenti di cooperazione giudiziaria ed investigativa, sono ormai insufficienti e poco efficaci per fronteggiare la nuova dimensione transnazionale del crimine organizzato, capace di operare con facilità su mercati di ampiezza praticamente illimitata, sia territoriale che economica, e di agire sfruttando le possibilità offerte dall’abbattimento delle frontiere e dalle innovazioni tecnologiche

La disciplina delle SIC: costituzione, composizione e poteri

La regola basilare per la costituzione di una Squadra Investigativa Comune è l’accordo comune tra le competenti autorità degli Stati membri coinvolti, che deve prevedere lo scopo determinato e la durata limitata (prorogabile), e la specifica finalità di svolgere indagini penali in uno o più degli Stati membri che costituiscono la squadra. La stessa composizione della squadra deve essere indicata nell’accordo. La richiesta di costituzione della SIC può essere presentata da qualsiasi Stato membro.

L’esperienza pratica delle SIC: problematiche e risultati conseguiti

Le Squadre Investigative Comuni sono uno strumento di uso estremamente limitato e di tipo residuale. Tra le applicazioni concrete dell’istituto merita di essere menzionata l’esperienza del c.d. Project Group, creato sotto l’egida della Presidenza olandese dell’Unione nel 2004, con la collaborazione della task force europea dei Capi della Polizia e di Europol. L’obiettivo fondamentale del progetto era comprendere dall’interno il funzionamento delle SIC ed identificare gli ostacoli all'istituto

La Decisione Quadro 2005/212/GAI: confisca dei beni per contrastare la criminalità organizzata

Uno degli strumenti di maggiore impatto nel contrasto alla criminalità organizzata e terroristica, sia a livello nazionale, che internazionale, è l’aggressione ai patrimoni di provenienza illecita o utilizzati per finanziare tali attività criminali. I risultati delle attività investigative e giudiziarie, come pure le rilevazioni degli studiosi, dimostrano che la capacità operativa ed il potere delle organizzazioni criminali si fondano principalmente sull’abilità di gestione dei profitti illeciti

La dimensione transnazionale della confisca e le esigenze di cooperazione giudiziaria

La confisca dei proventi illeciti è un limite storico della cooperazione giudiziaria internazionale. Ci si è resi conto della necessità di affiancare alla semplificazione probatoria un sistema investigativo efficiente, capace prima di individuare le tracce dei movimenti di capitali con strumenti tecnici e cognitivi adeguati alla complessità della circolazione finanziaria, e di seguire poi, senza ostacoli, i complessi movimenti dei patrimoni illeciti sullo scenario finanziario internazionale

La confisca dei proventi illeciti: le convenzioni internazionali

La confisca di valore ha lo scopo di colpire il vantaggio patrimoniale derivante dall’attività delittuosa, a prescindere dalla possibilità materiale di individuare i proventi diretti o indiretti di tale condotta. La sanzione patrimoniale potrà colpire dunque anche beni di provenienza lecita. I risultati pratici della Convenzione di Vienna sono stati però molto ridotti, sia per la rilevanza limitata ai soli reati connessi al traffico di stupefacenti, sia per la discrezionalità lasciata alle Parti

Gli strumenti di soft-law nella lotta contro la criminalità

L’attuazione di un’efficace azione contro il potere economico della criminalità comune ed organizzata ha ricevuto un notevole impulso anche da una serie di raccomandazioni e documenti elaborati da organismi internazionali con specifica competenza in materia. Questo ha avuto benefiche conseguenze a livello di: cooperazione giudiziaria, mitigazione e adattamento degli standard probatori in materia di confisca, promozione di procedure giudiziarie mirate alla confisca, autonome al processo penale

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