DEMANIO E PATRIMONIO --> CONCESSIONE E AUTORIZZAZIONE --> CONCESSIONE AUTOSTRADALE
Il termine di ventinove anni previsto dall’art. 27, comma 5, del Codice della Strada, per le concessioni relative al sedime autostradale ed alle sue pertinenze, si applica ancorché tale concessione sia stata stipulata prima dell’entrata in vigore del Codice suddetto.
La proroga delle concessioni autostradali disposta con il d.l. 262/2006 conv. in legge 286/2006 non ha una natura novativa delle precedenti concessioni e delle convenzioni accessorie: è erroneo, dunque, sostenere che, per effetto di tale proroga, tutti i rapporti giuridici sorti ed instaurati in forza dei precedenti provvedimenti concessori sarebbero caducati ex lege.
DEMANIO E PATRIMONIO --> CONCESSIONE E AUTORIZZAZIONE --> CONCESSIONE AUTOSTRADALE --> NECESSITÀ DI EVIDENZA PUBBLICA
La proroga della gestione di un tratto autostradale si pon...
_OMISSIS_ ...con la ratio dell’evidenza pubblica, volta al migliore utilizzo possibile del danaro e degli altri beni della collettività e alla tutela della libertà di concorrenza tra le imprese, e, specificamente, con l’art. 178 del d.lgs. n. 50 del 2016 (codice dei contratti pubblici), che prevede l’obbligo di indire gare ad evidenza pubblica per la scelta del contraente in relazione alle concessioni autostradali scadute o in scadenza.
Nell'ambito di concessioni autostradali, è del tutto legittimo (anzi, doveroso) che l’amministrazione scelga di non proseguire in intese endoprocedimentali con un soggetto non più legittimato (segnatamente perché in prorogatio), ritenendo, in sostanza, che l’unico interlocutore legittimato e qualificato possa essere l’aggiudicatario della gara pubblica.
L'interesse materiale alla proroga della gestione di un tratto autostradale a prescindere dall’espletamento della gara pubblica n...
_OMISSIS_ ... di protezione giuridica ed anzi è contra jus, se messo in relazione all’art. 178 del d.lgs. n. 50 del 2016, alla ratio dell’evidenza pubblica e, in particolare, ai principi comunitari che tutelano i valori del libero mercato e della concorrenza.
DEMANIO E PATRIMONIO --> CONCESSIONE E AUTORIZZAZIONE --> CANONE --> DEMANIO STRADALE - ART. 27 D. LGS. 285/92
In relazione al canone concessorio non ricognitorio di cui all’art. 27, commi 7 ed 8, del d.lgs. 30 aprile 1992 n. 285 (Nuovo Codice della Strada), è possibile per l’amministrazione comunale pretendere un canone di concessione per l’uso o l’occupazione delle strade, anche nell’ipotesi in cui per la stessa occupazione sia già corrisposta la Tosap o la Cosap.
Mentre il canone di concessione ex art. 27, del d.lgs. n. 285 del 1992 trova la sua giustificazione nella necessità per l’ente pubblico proprietario del terreno di t...
_OMISSIS_ ...pettivo per l’uso esclusivo e per l’occupazione dello spazio concessi contrattualmente o in base a provvedimento amministrativo a soggetti terzi (corrispettivo che può anche corrispondere, in tutto o in parte, al ristoro per l’eventuale deminutio patrimoniale patita dall’amministrazione in conseguenza dell’uso del bene fatto dall’utilizzatore), la tassa di occupazione di spazi e aree pubbliche è istituto di diritto tributario, dovuta al Comune quale ente impositore al verificarsi di determinati presupposti, ritenuti dal legislatore indici seppure indiretti di capacità contributiva. Ne consegue che al canone concessorio non può essere attribuita natura di prestazione patrimoniale imposta.
E' illegittima per difetto di motivazione la determinazione del canone annuo di occupazione dalla quale non emerge alcun elemento da cui poter desumere l’iter logico-argomentativo seguito dall’ANAS nella determinazione del ca...
_OMISSIS_ ...so.
Le concessioni e le autorizzazioni che giustificano l’imposizione del canone non ricognitorio sono caratterizzate dal tratto comune – riferibile in ultimo alla libera e sicura circolazione delle persone sulle strade – di sottrarre in tutto o in parte l’uso pubblico della res a fronte dell’utilizzazione eccezionale da parte del singolo.
L’imposizione di un canone non ricognitorio a fronte dell’uso singolare della risorsa stradale è legittima solo se consegue a una limitazione o modulazione della possibilità del suo tipico utilizzo pubblico; ma non anche a fronte di tipologie e modalità di utilizzo (quali quelle che conseguono alla posa di cavi e tubi interrati) che non ne precludono ordinariamente la generale fruizione.
L’imposizione di un canone non ricognitorio è legittima per il tratto di tempo durante il quale le lavorazioni di posa e realizzazione dell’infrastruttur...
_OMISSIS_ ...scono la piena fruizione della sede stradale; ma non si rinviene una giustificazione di legge per ammettere che una siffatta imposizione possa proseguire anche indipendentemente da questa occupazione esclusiva, cioè durante il periodo successivo (che può essere anche pluridecennale) durante il quale la presenza in loco dell’infrastruttura di servizio a rete non impedisce né limita la pubblica fruizione della sede stradale.
Il presupposto per la legittima imposizione del canone concessorio ex art. 27 del d.l.vo 1992 n. 285 è rappresentato dal fatto che lo stesso deve colpire un uso particolare di uno specifico bene pubblico (diversamente si tratterebbe di un inammissibile tributo ambientale) e non un uso generalizzato della strada e delle sue pertinenze.
Il rapporto intercorrente tra l’art. 27 del Codice della strada, come attuato dall’art. 67 del DPR 1992, n. 495, e l'art. 63 del d.lgs. n. 446 del 1997 deve essere risolto i...
_OMISSIS_ ...ecialità della seconda norma e di effetto abrogativo implicito che si collega alla sua entrata in vigore con riferimento ai concessionari esercenti pubblici servizi.
L’art. 27 del D.Lgs. 285/1992 deve essere interpretato nel senso che l’assoggettamento al canone presuppone un’occupazione o un uso della strada che ne limiti in tutto o in parte l’uso pubblico.
È illegittimo il regolamento comunale che si limita ad imporre un’imposizione patrimoniale ex art. 27 del d.lgs. n. 285/1992 per qualsiasi occupazione del suolo pubblico comunale, anche esterna alle pertinenze della sede stradale, senza alcun’altra specificazione.
Il canone ricognitorio imposto dal Comune ex art. 27 del d.lgs. n. 285/1992 è legittimo solo se conseguente ad una limitazione o modulazione della possibilità dell’utilizzo pubblico tipico del bene che ne precluda l’ordinaria generale fruizione.
È ill...
_OMISSIS_ ...o;imposizione di canoni di tipo non ricognitorio di cui all'art. 27 d. lgs. 285/1992 in aggiunta al pagamento della TOSAP/COSAP sulla scorta delle considerazioni per cui il presupposto per la legittima imposizione di un canone concessorio è rappresentato dal fatto che lo stesso deve colpire un uso particolare di uno specifico bene pubblico: diversamente si tratterebbe di un inammissibile tributo ambientale e non un uso generalizzato della strada e delle sue pertinenze; l’imposizione del canone sarebbe possibile solo individuando un’autonoma base imponibile; la quantificazione del canone di cui all’art. 27 del codice della strada presuppone, in assenza della prevista disposizione di attuazione, un’istruttoria comunale per l’individuazione della quota del costo di manutenzione delle strade riferibile all’esclusivo vantaggio dei gestori dei servizi a rete.
Qualora il titolo che consente l’occupazione del suolo pubblic...
_OMISSIS_ ... convenzionale l’applicazione del canone di tipo non ricognitorio allo specifico rapporto deve avvenire modificando il titolo sulla base di un nuovo accordo delle parti, che tenga conto del complesso sia dei doveri e dei diritti, sia dei vantaggi e dei costi che gravano sulle parti; diversamente ne risulterebbe violato l’art. 27 del codice della strada, che espressamente prevede tale limite all’efficacia della nuova imposizione.
È illegittima l'imposizione di canoni di tipo non ricognitorio di cui all'art. 27 d. lgs. 285/1992 in aggiunta al pagamento della TOSAP/COSAP: infatti il presupposto per la legittima imposizione di un canone concessorio è rappresentato dal fatto che lo stesso deve colpire un uso particolare di uno specifico bene pubblico, diversamente si tratterebbe di un inammissibile tributo ambientale e non un uso generalizzato della strada e delle sue pertinenze; l'imposizione del canone sarebbe possibile solo individuando un'...
_OMISSIS_ ...mponibile; la quantificazione del canone di cui all'art. 27 del codice della strada presuppone, in assenza della prevista disposizione di attuazione, un'istruttoria comunale per l'individuazione della quota del costo di manutenzione delle strade riferibile all'esclusivo vantaggio dei gestori dei servizi a rete.
L’insieme delle disposizioni del Titolo II (Della costruzione e tutela delle strade) del Codice della strada dimostra che le concessioni e le autorizzazioni che giustificano l’imposizione del canone non ricognitorio di cui all’articolo 27 sono caratterizzate dal tratto comune – riferibile in ultimo alla libera e sicura circolazione delle persone sulle strade – di sottrarre in tutto o in parte l’uso pubblico della res a fronte dell’utilizzazione eccezionale da parte del singolo.
L'art. 25 del Codice della strada, in relazione sistematica con il successivo art. 27, rende palese che ciò che rilev...
_OMISSIS_ ...ondare la pretesa dell’ente locale di imporre un canone ricognitorio a fronte della posa, in prossimità della sede stradale, di infrastrutture pubbliche cc. dd. “a rete”, non è un qualunque utilizzo della sede stradale (nonché dello spazio soprastante e sottostante ad essa), bensì un utilizzo singolare che incida in modo significativo sull’uso pubblico della risorsa viaria.
Al fine di vagliare la legittimità dell’imposizione da parte dell’ente locale di un canone ricognitorio a fronte della posa, in prossimità della sede stradale, di infrastrutture pubbliche cc. dd. “a rete”, il fatto che il Codice della strada abbia operato un espresso richiamo alla sola “sede stradale” (i.e.: alla superficie e non anche al sottosuolo e al soprasuolo) depone nel senso che l’imposizione del canone suddetto a fronte dell’uso singolare della risorsa stradale è legittima solo se consegue a una limi...
_OMISSIS_ ...azione della possibilità del suo tipico utilizzo pubblico; ma non anche a fronte di tipologie e modalità di utilizzo (quali quelle che conseguono alla posa di cavi e tubi interrati) che non ne precludono ordinariamente la generale fruizione.
L’imposizione di un canone non ricognitorio avrà un giusto titolo che la renderà legittima per il tratto di tempo durante il quale le lavorazioni di posa e realizzazione dell’infrastruttura a rete impediscono la piena fruizione della sede stradale; ma non si rinviene una giustificazione di legge per ammettere che una siffatta imposizione possa proseguire anche indipendentemente da questa occupazione esclusiva, cioè durante il periodo successivo (che può essere anche pluridecennale) durante il quale la presenza in loco dell’infrastruttura di servizio a rete non impedisce né limita la pubblica fruizione della sede stradale.
Nel caso di regolamenti comunali che disciplinano l’applica...
_OMISSIS_ ...e concessorio non ricognitorio, ai sensi degli artt. 25 e 27 d.lgs. n. 285 del 1992, la condizione a un tempo necessaria e sufficiente per giustificare l’imposizione del canone suddetto è rappresentata dal rilascio di un titolo che abilita a un uso singolare della risorsa pubblica, limitandone o, comunque, condizionandone in modo apprezzabile il pieno utilizzo.
Le disposizioni settoriali che interessano la materia delle infrastrutture a rete funzionali allo svolgimento di servizi pubblici: servizio idrico, comunicazione elettronica, distribuzione e trasporto di energia, nel sancire, con diverse sfumature, il principio di tendenziale gratuità degli interventi finalizzati alla posa e al mantenimento delle reti infrastrutturali, non presentano un carattere derogatorio rispetto alla generale e indistinta pretesa alla corresponsione del canone concessorio non ricognitorio, ma contribuiscono soltanto a negare la generalizzata applicazione dell’artico...
_OMISSIS_ ...e della strada e, in ogni caso, ad escluderne la cogenza nelle ipotesi in cui non sussistano puntuali ragioni giustificative connesse all’uso esclusivo della strada.
La mancata adozione del decreto ministeriale di cui all’art. 67 del D.P.R n. 495 del 1992 non impedisce ai Comuni di dettare criteri per la determinazione del canone per l’uso e l’occupazione delle sedi stradali, atteso che, nel comma 8 dell'art. 27 C.d.S., è stabilito che: “Nel determinare la misura della somma si ha riguardo alle soggezioni che derivano alla strada o autostrada, quando la concessione costituisce l’oggetto princ...