AMBIENTE PAESAGGIO

Stai vedendo 27-36 di 96 risultati

Valutazione dell'impatto ambientale derivante da varie tipologie di impianti di produzione e trasformazione

Il concetto di impianto rilevante ai fini della VIA e dell'AIA è essenzialmente oggettivo e tecnico e non dipende quindi dalla volontà di chi lo gestisce, il quale potrebbe, per le più varie ragioni, denominare unico impianto un complesso in realtà costituito da impianti diversi, e all’incontro voler separare attraverso distinte denominazioni una realtà tecnica unitaria.

V.I.A.: pareri, presupposti e rapporto con il Titolo Peasaggistico

Per le opere autorizzate prima dell'entrata in vigore del D. Lgs. n. 152/2006, le procedure di v.i.a. e di a.i.a. erano separate, pertanto le questioni relative all'a.i.a. non sono di competenza della Commissione Tecnica V.I.A., che, di conseguenza, non può esprimere pareri sulle prescrizioni contenute del decreto a.i.a..

Leggi e normative regionali sulla valutazione dell'impatto ambientale di piani e progetti

La «tutela dell’ambiente» rientra nelle competenze legislative esclusive dello Stato e, pertanto, le disposizioni legislative statali adottate in tale ambito fungono da limite alla disciplina che le Regioni, anche a statuto speciale, dettano nei settori di loro competenza, essendo ad esse consentito soltanto eventualmente di incrementare i livelli della tutela ambientale, senza però compromettere il punto di equilibrio tra esigenze contrapposte espressamente individuato dalla norma dello Stato

Lo screening preliminare dell'opera e la verifica di assogettabilità alla procedura di V.I.A.

La procedura preliminare di screening prevista dall’art.20 del d.lgs. n.152 del 2006 persegue lo scopo di verificare l’assogettabilità di un’opera alla procedura di VIA, nel senso che ove l’opera abbia un’astratta rilevanza nel contesto ambientale, per essere ricompresa negli elenchi allegati alla legge, la verifica preliminare serve a incanalare un progetto verso la valutazione vera e propria dell’impatto ambientale, o diversamente, ove l’opera risulti priva di rilevanza, di esentarlo dalla VIA

Le norme in materia di V.INC.A. (art. 5 D.P.R. 357/1997)

Il piano paesaggistico non deve essere sottoposto a V.INC.A., in quanto esso ha la finalità di evitare la negativa incisione sui luoghi dal punto di vista paesaggistico e quindi di tutelarne l'integrità.

La valutazione ambientale strategica nella pianificazione paesaggistica

L’art. 4 comma 3 del d.lgs. n. 152/2006 prescrive che la valutazione di piani, programmi e progetti, ha la finalità di assicurare che l’attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile e, quindi, nel rispetto di un’equa distribuzione dei vantaggi connessi all’attività economica.

Beni e territori sottoposti a vincoli paesaggistici e culturali di inedificabilità

Il vincolo paesaggistico si costituisce fin dal momento della pubblicazione dell'elenco nell'Albo dei Comuni interessati, con la conseguenza che gli effetti della indisponibilità si producono immediatamente - seppur in via provvisoria - prima della approvazione degli elenchi da parte degli organi competenti.

Abusi paesaggistici: casistica

Gli illeciti in materia urbanistica edilizia e paesistica hanno natura permanente di talché la loro commissione si protrae nel tempo, e viene meno solo con il cessare della situazione di illiceità, vale a dire con il conseguimento delle prescritte autorizzazioni.

Interventi assoggettati ed esclusi dalla necessità del titolo paesaggistico

Salvo limitate eccezioni espressamente individuate dalla legge tutti gli interventi precari o facilmente amovibili realizzati su aree tutelate sono comunque soggetti ad autorizzazione paesaggistica.

Il parere della Soprintendenza nel rilascio del titolo paesaggistico

In presenza di un’area sottoposta ad un vincolo paesaggistico, il parere della autorità sulla compatibilità paesaggistica si configura come un presupposto di validità dell'autorizzazione paesaggistica.

Abusi edilizi in zone paesaggisticamente vincolate

L’avvenuta edificazione di un'area o le sue condizioni di degrado non costituiscono ragione sufficiente per recedere dall'intento di proteggere i valori estetici o paesaggistici ad essa legati, poiché l'imposizione del vincolo costituisce il presupposto per l'imposizione al proprietario delle cautele e delle opere necessarie alla conservazione del bene e per la cessazione degli usi incompatibili con la conservazione dell'integrità dello stesso.

Reati paesaggistici: fattispecie e sanzioni

Riguardo agli abusi paesaggistici, il principio di offensività opera in relazione alla attitudine della condotta posta in essere ad arrecare pregiudizio al bene protetto, in quanto la natura di reato di pericolo della violazione non richiede la causazione di un danno e la incidenza della condotta medesima sull'assetto del territorio non viene meno neppure qualora venga attestata, dall'amministrazione competente, la compatibilità paesaggistica dell'intervento eseguito.

Pagina 3 di 8 3