ULTIMI APPROFONDIMENTI CARICATI

Stai vedendo 560-528 di 3852 risultati

Discrezionalità nell'esercizio del potere di autotutela amministrativa

Non sussiste alcun obbligo per la pubblica amministrazione di pronunciarsi su un'istanza di un privato non essendo coercibile l'attivazione del procedimento di riesame della legittimità di un atto amministrativo.

Revoca e indennizzo

La mancata previsione nel provvedimento di revoca di un precedente atto dell’indennizzo previsto dall'art. 21 quinquies della legge n. 241 del 1990 non esplica di per sé effetto viziante restando il privato legittimato ad azionare la pretesa indennitaria con onere di provare estremi e presupposti della lamentata perdita patrimoniale.

Il potere di revoca del provvedimento amministrativo

Nei casi di revoca di un contributo pubblico perché erogato in assenza dei presupposti di legge o per l’inadempimento del beneficiario l'Amministrazione non ha uno specifico obbligo di motivazione, essendo l'interesse pubblico all'adozione dell'atto in re ipsa quando ricorra un indebito esborso di danaro pubblico con vantaggio ingiustificato per il privato e senza che assuma rilievo in senso contrario il decorso del tempo.

Il potere di revoca delle concessioni demaniali

Anche dopo la modifica apportata dall’art. 25, comma 1, lett. b-ter), d.l. n. 133 del 2014 all'art. 21-quinquies l. n. 241 del 1990, che ha accresciuto la tutela del privato da un indebito esercizio del potere di autotutela decisoria preordinato alla rimozione di un atto ad efficacia durevole, il potere di revoca di una concessione demaniale resta discrezionale. pur esigendo una valutazione di opportunità.

I presupposti del provvedimento di revoca del provvedimento amministrativo

Il provvedimento di revoca, assunto nell'esercizio di potere di autotutela, deve essere adeguatamente motivato, in particolare allorché incida su posizioni in precedenza acquisite dal privato, non solo con riferimento ai motivi di interesse pubblico che giustificano il ritiro dell'atto, ma anche in considerazione delle posizioni consolidate e dell'affidamento ingenerato nel destinatario dell'atto da revocare.

Suddivisione e condizione giuridica dei beni demaniali

L'art. 822 c.c. definisce i beni demaniali diversificandoli al primo comma nel demanio naturale o necessario , mentre al secondo in quello accidentale. Secondo un'accezione univoca il bene è demaniale quando risponde in via assoluta ad una destinazione pubblica perseguendo per principio solamente l'interesse legittimo della collettività, tuttavia esso è naturale o necessario quando tale destinazione viene assunta per vocazione primigenia, rientrando, pertanto, in "mano pubblica".

Il «Federalismo fiscale» di cui alla legge delega 5 maggio 2009, n. 42

L'intento predominante della legge 42/2009, come esplicitato nell'art. 1, è quello di sostituire gradualmente il concetto di spesa storica ed avviare un percorso in cui le entrate e le uscite siano responsabilizzate su ogni ente territoriale di riferimento mediante un solo strumento di raccordo e di controllo dell'attività di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario.

Le diverse forme di devoluzione dei beni demaniali dallo Stato a Regioni ed enti locali

L'art. 3 del d.lgs. 85/2010 permette di comprendere che il presupposto formale di selezione del bene demaniale da attribuire a Regioni ed enti locali è già stato eseguito in un tempo anteriore al momento di trasferimento sulla base dell'assunzione di una serie di proposte e di concertazioni di natura tecnica dei vari ministeri competenti in materia, premessi all'emissione amministrativa del provvedimento scelto dal legislatore per la determinazione del passaggio patrimoniale.

Le tipologie di beni demaniali oggetto di conferimento: l'art. 5 del D.Lgs. 85/2010

L'art. 5 del D.Lgs. 85/2010 descrive quali beni possono essere conferiti a Regioni ed Enti locali: beni appartenenti al demanio marittimo e relative pertinenze; beni appartenenti al demanio idrico e relative pertinenze; i beni appartenenti al demanio idrico e relative pertinenze, nonché le opere idrauliche e di bonifica; gli aeroporti di interesse regionale o locale; le miniere e le relative pertinenze ubicate su terraferma.

Il Federalismo «culturale» tra il Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto 42/2004 ed il D.Lgs. 85/2010

La ristrutturazione del patrimonio culturale è perseguita mantenendo la potestà legislativa statale in ordine alla regolamentazione dell'ordinamento e dell'organizzazione amministrativa, sia dello Stato che degli altri enti pubblici nazionali, oltre a quella concorrente e residuale delle Regioni, aprendo al decentramento delle funzioni amministrative mediante attribuzione diretta dei beni culturali agli enti pubblici territoriali.

Il fine economico nel procedimento di dismissione del patrimonio pubblico immobiliare

Il concetto di valorizzazione del patrimonio pubblico immobiliare, ispirato dai più nobili principi costituzionali inerenti all'economicità, alla promozione, allo sviluppo sociale ed all'integrità territoriale, ha permesso l'attività di dismissione secondo lo schema della concertazione, senza peraltro rinunciare all'esercizio di quel potere pubblico tipico della norma di legge appositamente prevista per l'attuazione della destinazione d'uso a beneficio della collettività.

Abusi edilizi e abusi paesaggistici

Per "abuso edilizio" si intende generalmente un illecito che, a seconda dei casi, può assumere rilevanza penale o amministrativa, posto in essere da chi realizza un'opera edilizia in assenza delle prescritte autorizzazioni o su suolo non edificabile. Gli abusi paesaggistici sorgono ogniqualvolta vi sia una violazione del c.d. Codice del paesaggio.

Pagina 44 di 321 44 50 110 160 210 270 320