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Le garanzie partecipative nell'autotutela amministrativa

Il principio del contraddittorio è positivizzato nell’art. 7 L. 241/90 ed pienamente applicabile ai procedimenti di secondo grado con cui si incide, in via di autotutela, su atti favorevoli antecedenti.

Il contraddittorio nell'autotutela demaniale

Il provvedimento di rilascio del bene demaniale ai sensi dell’art. 823, comma 2, cod. civ., può essere legittimamente emanato senza la preventiva comunicazione dell’avvio del procedimento e senza instaurare alcun contraddittorio con l’interessato, trattandosi di un provvedimento di autotutela esecutiva che l’amministrazione è tenuta ad adottare per rientrare in possesso di un bene demaniale abusivamente detenuto da un privato.

L'autotutela nelle concessioni demaniali

Un esiguo lasso temporale trascorso tra il rilascio del provvedimento concessorio oggetto di autotutela e l’avviso di avvio del procedimento di secondo grado non può dar luogo ad un legittimo affidamento dell'interessato.

Condizioni e limiti del ricorso all'autotutela

Il legittimo ricorso all’annullamento in autotutela presuppone: a) la sussistenza dell’interesse pubblico; b) il decorso di un termine ragionevole, non superiore a diciotto mesi; c) il bilanciamento dell’interesse pubblico con quello dei destinatari del provvedimento.

La motivazione del provvedimento di autotutela amministrativa

Il provvedimento di autotutela deve essere adeguatamente motivato con riferimento alla sussistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale all'annullamento nonché alla valutazione comparativa dell'interesse dei destinatari al mantenimento delle posizioni e dell'affidamento insorto in capo ai medesimi.

Evidenza pubblica dell'annullamento in autotutela

In caso di attribuzione di un bene demaniale in violazione di norme fondamentali, quali quelle relative all’evidenza pubblica, deve considerarsi quale atto dovuto l'esercizio del diritto-dovere dell'Amministrazione di ripetere quanto indebitamente corrisposto, atteso che ciò costituisce il risultato di un’attività amministrativa di verifica, di controllo, priva di valenza provvedimentale e in tali ipotesi l'interesse pubblico è in re ipsa e non richiede specifica motivazione.

Discrezionalità nell'esercizio del potere di autotutela amministrativa

Non sussiste alcun obbligo per la pubblica amministrazione di pronunciarsi su un'istanza di un privato non essendo coercibile l'attivazione del procedimento di riesame della legittimità di un atto amministrativo.

Revoca e indennizzo

La mancata previsione nel provvedimento di revoca di un precedente atto dell’indennizzo previsto dall'art. 21 quinquies della legge n. 241 del 1990 non esplica di per sé effetto viziante restando il privato legittimato ad azionare la pretesa indennitaria con onere di provare estremi e presupposti della lamentata perdita patrimoniale.

Il potere di revoca del provvedimento amministrativo

Nei casi di revoca di un contributo pubblico perché erogato in assenza dei presupposti di legge o per l’inadempimento del beneficiario l'Amministrazione non ha uno specifico obbligo di motivazione, essendo l'interesse pubblico all'adozione dell'atto in re ipsa quando ricorra un indebito esborso di danaro pubblico con vantaggio ingiustificato per il privato e senza che assuma rilievo in senso contrario il decorso del tempo.

Il potere di revoca delle concessioni demaniali

Anche dopo la modifica apportata dall’art. 25, comma 1, lett. b-ter), d.l. n. 133 del 2014 all'art. 21-quinquies l. n. 241 del 1990, che ha accresciuto la tutela del privato da un indebito esercizio del potere di autotutela decisoria preordinato alla rimozione di un atto ad efficacia durevole, il potere di revoca di una concessione demaniale resta discrezionale. pur esigendo una valutazione di opportunità.

I presupposti del provvedimento di revoca del provvedimento amministrativo

Il provvedimento di revoca, assunto nell'esercizio di potere di autotutela, deve essere adeguatamente motivato, in particolare allorché incida su posizioni in precedenza acquisite dal privato, non solo con riferimento ai motivi di interesse pubblico che giustificano il ritiro dell'atto, ma anche in considerazione delle posizioni consolidate e dell'affidamento ingenerato nel destinatario dell'atto da revocare.

Suddivisione e condizione giuridica dei beni demaniali

L'art. 822 c.c. definisce i beni demaniali diversificandoli al primo comma nel demanio naturale o necessario , mentre al secondo in quello accidentale. Secondo un'accezione univoca il bene è demaniale quando risponde in via assoluta ad una destinazione pubblica perseguendo per principio solamente l'interesse legittimo della collettività, tuttavia esso è naturale o necessario quando tale destinazione viene assunta per vocazione primigenia, rientrando, pertanto, in "mano pubblica".

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