Il Federalismo «culturale» tra il Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al decreto 42/2004 ed il D.Lgs. 85/2010

Sul piano ontologico, viene in rilievo prima di tutto la forte discrasia che esiste in maniera del tutto evidente tra gli idiomi posti a tutela del patrimonio culturale e contenuti nel codice del 2004 e l'idea finalistica di valorizzazione del decreto legislativo n. 85/2010.

In verità, ciò che preme maggiormente è la possibilità di comprendere la volontà per il legislatore del 2010 di comporre i valori posti a base del bene culturale, conservatori ancor più che innovativi, con la mera mercificazione della devoluzione, simulativa soltanto di una potenziale e futura alienazione risanatrice dei conti pubblici.

Il forte contrasto appena espresso rappresenta l'esclusione di cui all'art. 5, comma 2 secondo cui sono affrancati dal trasferimento disposto al comma 1: "i beni appartenenti al patrimonio culturale, salvo quanto espresso dalla normativa vigente e dal comma 7 del presente articolo".

Tuttavia, per comprendere al me... _OMISSIS_ ...io suddetto e definire il corretto inquadramento del fenomeno federale occorre fare un passo indietro e, più esattamente, al momento di qualificazione dello schema di legge del "Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'art. 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137" di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.

La delega conferita ai sensi dell'art. 10 della legge n. 137/2002 costituisce il ponte di collegamento tra un passato legislativo frastagliato e l'ideale "nobile" del bene culturale, che viene elevato a modello di interesse nazionale in quanto fondato su assiomi cardine di natura storica, artistica, culturale e politica.

L'art. 10, comma 1 lett. a) prevede entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della legge in commento l'adozione di uno o più decreti legislativi per il riassetto di alcune materie legislative tra cui quelle in riferimento ai beni culturali ed ambientali, imponendo ... _OMISSIS_ ...riserva speciale a favore del Ministero per i beni e le attività culturali di cui all'art. 1 del medesimo testo.

Sulla scorta di questo dato, le deleghe trovano la copertura normativa nella fonte legislativa prevista con l'art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59 che, come ben sappiamo, stabilisce l'avvio di una prodigiosa riforma della pubblica amministrazione nell'ottica di una semplificazione amministrativa.

Più segnatamente, la ristrutturazione del patrimonio culturale è perseguita, attraverso la dizione del comma 2, con l'adeguamento degli artt. 117 e 118 della Carta costituzionale, che rispettivamente prevedono: il primo, tra le diverse asserzioni di genere, la potestà legislativa statale in ordine alla regolamentazione dell''ordinamento e dell'organizzazione amministrativa, sia dello Stato che degli altri enti pubblici nazionali, oltre a quella concorrente e residuale delle Regioni, soprattutto in materia di governo del territorio e... _OMISSIS_ ... dei beni culturali ed ambientali; mentre il secondo, fedele ai principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza, apre al decentramento delle funzioni amministrative mediante attribuzione diretta agli enti pubblici territoriali in una prospettiva sia trasversale sia subordinata, privilegiando al suo interno la particolare accezione discendente dal coordinamento di tali poteri nella materia della tutela esecutiva dei beni culturali.

Tuttavia, il focus di approfondimento dello spirito di legge è ravvisato nei punti c) e d) del comma in menzione, dove il bene e l'attività culturale vengono esaltati secondo due indirizzi antitetici, bensì complementari al management d'insieme della variegata e peculiare nomenclatura di beni pubblici rispondenti alla massa di "beni culturali".

In primo luogo, trova conferma l'ottimizzazione gestionale del gruppo rappresentato in relazione all'incremento delle entrate economiche ad esso... _OMISSIS_ ...F|
In questa prospettazione, non è affatto trascurato l'adeguamento tecnologico precipuo alla facilitazione procedurale.

In secondo luogo, si rimarcano le dinamiche materiali di aggiornamento degli strumenti finalizzati all'individuazione, conservazione, protezione e circolazione dei beni culturali privilegiando quelli attinenti alle fondazioni a partecipazione promiscua di soggetti pubblici e privati, dedite per scopo sociale alla riorganizzazione dei servizi pertinenti per la via delle concessioni d'uso.

Se ne deduce senza alcuna ombra di dubbio che le indicazioni fornite dalla legge delega, attraverso il dettato dell'art. 10, forniscono i canali di scorrimento della riforma poi confluita nel corpus codicistico analizzato, interamente votati ai criteri direttivi di custodia e conservazione, nondimeno ispiratori dell'esigenza di implementazione dei servizi offerti e, da questo punto di vista, di inquadramento del soggetto di livell... _OMISSIS_ ...aggiormente deputato ad operare per il conseguimento del fine programmato.

L'esordio del codice è chiaramente orientato nella direzione enunciata di questi principi guida, e l'art. 1 corrobora tali effetti stabilendo come corollario che "la Repubblica tutela e valorizza il patrimonio culturale in coerenza con le attribuzioni di cui all'articolo 117 della Costituzione e secondo le disposizioni del presente codice".

In poche parole, il legislatore delegato si assicura che venga preservata la memoria storica della comunità nazionale attraverso il combinato o differenziato impegno degli enti pubblici, di ogni ordine e grado, al fine di favorirne la fruizione pubblica e la corretta valorizzazione.

Con il termine valorizzazione non si vuole fornire un'etichetta precisa alle modalità di svolgimento della destinazione vincolata, in tale postulato infatti vengono diversamente confluite varie misure a carattere innovat... _OMISSIS_ ...teplici asserzioni della giurisprudenza denotano la corrispondenza della parola con il significato di "conservazione", corrispondenza che si verifica a tratti alterni, ossia a volte prodromica, perché funzionale al concetto di conservazione, a volte regressiva essendo inteso che la valorizzazione è subordinata alla conservazione.

Le finalità precorse devono essere garantite anche se ad essere proprietari, possessori o meri detentori del bene culturale siano soggetti privati.

Secondo l'impianto strutturale, il codice subisce una suddivisione, non propriamente classica, che inverte l'ordine dispositivo della consueta tassonomia di questo genere di compendi.

Difatti, dopo avere attentamente statuito in una prima parte i teoremi di fondamento generale, anticipa quello che di solito è oggetto di attenzione finale, prediligendo concentrarsi nella parte seconda sulle forme di conservazione e tutela, ma anche per questo ... _OMISSIS_ ...a plausibile motivazione avendo il legislatore concepito la successione degli argomenti in chiave dicotomica: prima dando spazio ai beni culturali, e dopo, nella terza parte, a quelli paesaggistici.

Nell'alveo predetto si ritrovano così le misure analoghe di protezione e di circolazione, soprattutto le seconde intese nella salvaguardia delle prime, le quali subiscono le rigorose restrizioni contingenti al rango superiore del bene trattato.

Nel complesso, l'attività della P.A. nella gestione del bene culturale è improntata alla piena discrezionalità, caratteristica che si erge a limite anche per i poteri sindacali del giudice amministrativo.

Non v'è dubbio, quindi, che il demanio culturale non possa essere alienato, né formare diritti di terzi se non nei casi e nei modi disciplinati nel medesimo codice, quale regola principale a cui può seguire solamente in via tassativa ed in forma secondaria l'eccezione derogatori... _OMISSIS_ ...o nazionale che in quello internazionale.

A tal riguardo, ricorrendo la proprietà del bene immobile o mobile di carattere culturale in capo al privato, risulta dovizioso ed in linea il gruppo di norme statuenti il potere espropriativo, diretto o delegato, teso a perfezionare il passaggio in mano pubblica quando questo risponda ad un miglior soddisfacimento del "superiore" interesse di fruizione collettiva.

Il Titolo II-Capo II della seconda parte enuclea infine i principi relativi alle attività di valorizzazione dei beni così definiti.

Si può dire che l'importanza strategica di questa parte del codice è massima perché con essa viene raggiunto il duplice obiettivo di determinare l'aumento del valore economico in una prospettiva futura.

La considerazione in sé valutata farebbe pensare ad una locuzione vacua, priva cioè di una precisa connotazione se non di un mero significato tautologico, ma n... _OMISSIS_ ...;.

Il legislatore ha idee ben definite e conferisce al termine un senso pratico, non meramente allusivo, distinguendole persino in base all'appartenenza pubblica o privata.

In tal modo, l'operosità consisterebbe nella costituzione di risorse stabili e nell'apporto di competenze tecniche, tanto ad iniziativa pubblica che di quella privata, nell'alveo di una compartecipazione sinergica di energie versatili di paritetica utilità sociale.

Il controllo dei parametri richiesti viene assunto sulla base di standard di qualità molto elevati che sono oggetto di una misurazione ancorata a dei livelli fissati in concorso con le Università dallo Stato, dalle Regioni e dagli altri enti pubblici territoriali, che ne curano anche il periodico aggiornamento.

Le finalità specifiche a cui sono preposte le attività di valorizzazione richiamate non esauriscono la loro importanza soltanto perché poste a vincolo della destinazione... _OMISSIS_ ...ve; ne amplificano la portata prevedendo delle forme di gestione diretta o indiretta previste dall'art. 115 del Codice dei beni.

La struttura della norma citata è piuttosto complessa perché in realtà, pur contenuta in un singolo articolo, fornisce la deduzione che il legislatore abbia voluto creare dei veri e propri partenariati in linea con il codice degli appalti, anzi considerando che anticipa di due anni quello precedente del 2006 si può ben intendere che è un suo inconsapevole precursore.

L'articolazione organizzata prevede che la gestione del bene oggetto di valorizzazione possa svolgersi sia internamente tramite uffici preposti, appositamente creati in seno alle pubbliche amministrazione e dotati di adeguati mezzi finanziari, autonomia scientifica e personale organico tecnicamente funzionale al compito da svolgere; sia esternamente, operando una scelta tra l'affidamento all'associazionismo presente sul mercato oppure alle fonda... _OMISSIS_ ...venti come scopo istituzionale la conservazione e la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, compreso quello di carattere pubblico, oppure mediante la classica concessione a terzi nel rispetto dei criteri collocati ai successivi commi 4 e 5.

Il comma 4 prevede una valutazione comparativa fondata sulla discrezionalità della P.A., in questo caso lo Stato e le Regioni, che valuta avvalendosi dei buoni principi a cui è orientata l'attività amministrativa.

Secondo il comma 5, l'opzione della concessione a terzi, una volta preferita, impone l'avvio della procedura ad evidenza pubblica per la scelta del contraente.

La ridotta dimensione del patrimonio da gestire facilita la scelta delle modalità con cui farlo, per cui gli enti territoriali di livello inferiore, non avendo al loro interno delle piccole strutture dedicate, solitamente preferiscono ricorrere all'affidamento diretto, tuttavia, laddove fosse preferibile dal ... _OMISSIS_ ...economico, viene loro riconosciuta la possibilità di avvalersi della facoltà di dirigere il proprio patrimonio direttamente.

Le specifiche dell'art. 115 si spingono anche nella direzione di definire i rapporti negoziali tra l'autorità ed il soggetto destinatario dell'affidamento o della concessione.

Il contratto che regola il rapporto inquadra nel suo schema una sequela di oneri a carico delle parti, focalizzando in particolare modo quelli sul terzo contraente in riferimento ai livelli di qualità dei servizi erogati, corrispondenti in parallelo ai dovuti poteri di controllo da parte del titolare.

Tali poteri di controllo non limitano la compartecipazione invasiva che il titolare può esercitare nel capitale dell'affidatario, potendo finanche conferire il bene culturale oggetto di affido, il quale, in questo caso, rappresenterebbe in termini di controvalore economico una garanzia patrimoniale.

Senza alcun obbligo ... _OMISSIS_ ...a devoluzione cesserebbe nei casi disposti dal comma 9, ossia se vengono meno l'affido del servizio o la partecipazione nel capitale del soggetto partecipato, oppure se quest'ultimo si estingue.

Non mutando il regime giuridico dei beni oggetto di devoluzione secondo le forme richiamate, la protezione degli stessi è quella disposta dall'ordinamento pubblico che fa capo all'autotutela amministrativa e, in difetto, all'autorità giurisdizionale amministrativa a cui compete per definizione e in via esclusiva la cognizione giudiziale.

Degno di nota...