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Ammissibilità dell' impugnazione di atti endoprocedimentali

Non sono di regola immediatamente lesivi gli atti endoprocedimentali, che rilevano ai fini dello sviluppo dell’iter procedimentale, ma non esprimono la determinazione finale dell’amministrazione, fino alla cui adozione restano sconosciuti tanto l’esito del procedimento, quanto la possibilità che esso conduca ad un provvedimento lesivo: essi, dunque, non sono suscettibili di autonoma impugnazione e possono essere contestati soltanto unitamente al provvedimento finale adottato

Inammissibilità dell'impugnazione di atti endoprocedimentali: casistica

Il mero invito a regolarizzare per il profilo urbanistico-edilizio l’originario impianto, senza alcun connotato contenutistico decisorio o comminatorio, non esprime gli elementi di puntualizzazione definitiva della situazione giuridica presa in esame e manca di autonoma idoneità lesiva della sfera giuridica del destinatario, conseguendone che esso, non avendo contenuto provvedimentale, non è autonomamente impugnabile.

L'opposizione di terzo nell'impugnazione delle sentenze relative a concessioni demaniali e convenzioni urbanistiche

È ammmissibile l'opposizione di terzo proposta dall'aggiudicataria della concessione demaniale marittima contro la sentenza che abbia annullato a contraddittorio non integro il bando in base al quale la concessione era stata rilasciata.

Soggetti legittimati a proporre l'opposizione di terzo nei confronti di una sentenza impugnata

Non sussistono preclusioni di ordine processuale per la scelta dell’azione principale, in luogo dell'opposizione di terzo, in capo al soggetto direttamente leso dal rilascio del titolo edilizio che si trovi in rapporto di stabile collegamento con la zona interessata dall’attività edilizia.

Opposizione di terzo nell'impugnazione delle sentenze: il liticonsorte pretermesso

Nel proporre l'opposizione di terzo, il litisconsorte pretermesso tout court non ha l’onere di formulare censure di merito, proprio perché lamenta in via immediata la violazione di un diritto processuale (ancorché collegato ad una presunzione di incompatibilità sostanziale) che, per effetto del disposto dell’art. 41, comma 2, c.p.a. (già art. 21, primo comma, della legge t.a.r.), determina di norma la decadenza dal potere stesso di impugnare.

Il divieto della "reformatio in peius" nell'impugnazione delle sentenze

I poteri del giudice dell'impugnazione vanno determinati con esclusivo riferimento all'iniziativa delle parti; con la conseguenza che, in assenza d'impugnazione (appello o ricorso incidentale) della parte parzialmente vittoriosa, la sua decisione non può essere più sfavorevole all'impugnante e più favorevole alla controparte di quanto non sia stata la sentenza impugnata, e non può, quindi, dare luogo alla "reformatio in peius" in danno del primo.

Ammissibilità del giudizio di revocazione di una sentenza

Al fine dell'ammissibilità dell’istanza revocatoria, la stessa non deve riguardare un punto controverso sul quale il giudice si sia espressamente pronunciato.

Il vizio di "travisamento di fatto" all'origine della revocazione della sentenza impugnata

Il vizio di travisamento di fatto si sostanzia nell'erronea percezione dei fatti di causa quali emergenti dagli atti di giudizio, nella affermazione o supposizione dell'esistenza o dell'inesistenza di un fatto la cui verità risulti invece indiscutibilmente esclusa o accertata in base al tenore degli atti o dei documenti di causa, sempre che il fatto oggetto dell'asserito errore non abbia costituito materia del dibattito processuale su cui la pronuncia contestata abbia statuito

Proponibilità dell'impugnazione per revocazione: falsità della prova e scoperta documentale

Al fine della proponibilità dell'impugnazione per revocazione, il riconoscimento della falsità della prova, che l'art. 395 c.p.c., n. 2, equipara alla dichiarazione giudiziale della falsità medesima è quello proveniente dalla parte che ha utilizzato la prova a proprio favore, e non anche quello proveniente dal suo autore, rimasto estraneo al processo, ancorché interessato al contenuto della prova stessa.

Impugnabilità delle sentenze pronunciate dal Commissario Regionale per la liquidazione degli usi civici

Le sentenze pronunciate dal Commissario Regionale per la liquidazione degli usi civici nelle controversie attinenti all'esistenza, natura ed estensione dei diritti di uso civico ovvero alla rivendicazione delle terre, e le pronunce che dichiarino la nullità dei contratti di affittanza o sedicente concessione in favore di un privato di terreni appartenenti al demanio collettivo di una università agraria sono impugnabili col mezzo del reclamo alla sezione speciale della Corte di Appello di Roma

Computo dei termini per l'appello

Ai fini del computo dei termini per l'appello non si computa il dies a quo.

Giudizio amministrativo: vietati motivi nuovi in appello (art. 104 cod. proc. amm.)

Nel caso in cui la P.A. abbia circoscritto la domanda di risarcimento del danno per abusiva occupazione fino ad una certa scadenza, non può trovare applicazione il consolidato principio secondo cui nel giudizio di risarcimento del danno è consentito all'attore chiedere per la prima volta in appello un risarcimento degli ulteriori danni, provocati dal medesimo illecito, manifestatisi solo in corso di causa.

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