ESPROPRIAZIONE PER P U

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Le Sezioni Unite nel dicembre del 2007: riparto di giurisdizione e art.43

In materia di occupazione illegittima, in caso di scadenza dei termini di occupazione legittima, la illegittima detenzione del bene da parte della p.a. è, o non è, un comportamento riconducibile all’esercizio di un pubblico potere ? E di conseguenza, nel caso di irreversibile trasformazione del bene, la domanda risarcitoria, indipendentemente dall’impugnazione di un provvedimento amministrativo, quale il decreto di esproprio tardivo, va proposta al giudice ordinario o al giudice amministrativo

I primi due commi dell'articolo 43 D.P.R.327/2001

Se la ratio dell’art.43 TU consiste nella regolarizzazione e sanatoria delle procedure ablatorie illegittime e dei comportamenti illeciti dell'Amministrazione in campo espropriativo con eliminazione delle ipotesi di occupazione appropriativa nonché usurpativa, non può che riferirsi a qualunque situazione pregressa di illegittimità ed illiceità posta in essere dalla PA, con l’unico limite dell’eventuale giudicato che esplicitamente riconosca al privato il diritto alla restituzione del bene

Risarcimento per occupazione illegittima: continua il balletto sulla giurisdizione

La vicenda che ha fornito l’occasione per il pronunciamento della Cassazione è scaturita da un'istanza per regolamento di giurisdizione avanzata al Tribunale di Palermo in un giudizio proposto al fine di ottenere il risarcimento del danno per l’irreversibile trasformazione di alcuni terreni destinati ad opere pubbliche facenti parte del piano urbanistico e delle relative urbanizzazioni di un agglomerato industriale. Tale giudizio faceva seguito ad un precedente giudizio instaurato davanti al TAR

I rapporti tra la CEDU e le sentenze n.348 e 349 della Corte Costituzionale

Le sentenze 348 e 349 della Corte Costituzionale, su indennità e risarcimento da occupazione illegitima, sono solo in parte sovrapponibili. Il nucleo centrale della motivazione è rappresentato dalla valorizzazione dell’art.117 cost., nella parte in cui pone al legislatore l’obbligo di rispettare gli obblighi internazionali, richiamando la tecnica della cosiddetta norma interposta. La conseguenza è che una legge può essere dichiarata incostituzionale anche quando contrasti con fonte equiordinata

Funzione sociale, interventi di riforma economico sociale e indennizzo nelle espropriazioni

Si è sottolineato che la sentenza della Corte Costituzionale 348/2007 lasciava margine per stabilire un abbattimento dei prezzi perché livelli troppo elevati di spesa per l’espropriazione di aree edificabili destinate a fini di pubblico interesse, potrebbero pregiudicare la tutela effettiva di diritti fondamentali previsti dalla Costituzione e potrebbero essere il freno eccessivo alla realizzazione delle infrastrutture necessarie per un più efficiente esercizio dell'iniziativa economica privata

Presupposti per la decretazione d'urgenza nell'espropriazione: il teatro Petruzzelli

La questione decisa dalla sentenza n.128 del 2008 della Corte Costit., riguarda l’espropriazione disposta con provvedimento legislativo, del teatro Petruzzelli di Bari. Il decreto-legge e la legge di conversione non hanno retto alla verifica di costituzionalità, per la carenza dei presupposti di necessità ed urgenza della decretazione di urgenza, con conseguente vizio della legge di conversione. Da alcuni è stato sottolineato che la Corte rimanga prigioniera del cliché della mancanza evidente

Art.43 T.U.: vincolo espropriativo, dichiarazione di pubblica utilità e decreto di esproprio

L’autorità che utilizza un bene immobile per scopi di interesse pubblico, può disporre che esso vada acquisito al suo patrimonio indisponibile e che al proprietario vadano risarciti i danni qualora il bene risulti modificato in assenza del valido ed efficace provvedimento di esproprio o dichiarativo della pubblica utilità. L’atto di acquisizione può essere emanato anche quando sia stato annullato l’atto da cui è sorto il vincolo all’esproprio, la dichiarazione di PU o il decreto di esproprio

I diritti del proprietario espropriato dopo le sentenze n.348 e 349 della Corte Costituzionale

L’articolo 5 bis D.L.333/1992 in tema di indennità e risarcimento d'espropriazione è stata denunciata negli anni '90 alla CEDU come contrastante con la tutela del diritto di proprietà e con la tutela del diritto all’equo processo. La Corte di Strasburgo, con due sentenze, aveva condiviso le tesi dei ricorrenti e condannato l’Italia al risarcimento del danno ulteriore rispetto a quello che era stato liquidato, a carico degli esproprianti, dai giudici italiani. La questione approda in Cassazione

Illegittimità dell'art.5 bis D.L.333/1992: verso le sentenze n.348 e 349 della Corte Costituzionale

Il legislatore non ha il dovere di commisurare integralmente l’indennità di espropriazione al valore di mercato del bene ablato. L’art. 42 Costituzione prescrive alla legge di riconoscere e garantire il diritto di proprietà, ma ne mette in risalto la funzione sociale. Livelli troppo elevati di spesa per l’espropriazione di aree edificabili destinate ad essere utilizzate per fini di pubblico interesse potrebbero pregiudicare la tutela effettiva di diritti fondamentali previsti dalla Costituzione

Incostituzionalità dell'art.5 bis DL 333/1992: risarcimento del danno da occupazione appropriativa

Della sopravvenuta incostituzionalità dell’art. 5 bis in tema di indennità, e della necessità di rideterminarne l’importo, nell’ambito di giudizi pendenti in cui sulla quantificazione non sia da ritenere intervenuto il giudicato, risentono anche le ipotesi di cessione volontaria. La pendenza concerne alcune ipotesi di cessione intervenute nella vigenza della l.n. 385/80, riguardo alle quali i proprietari agirono per il riconoscimento del conguaglio da commisurare al criterio del valore venale

Art. 5 bis DL 333/1992:criteri applicabili dopo le dichiarazioni d’incostituzionalità

I precedenti più recenti in tema di ius superveniens nella regolamentazione dell’indennità espropriativa e della misura del risarcimento da occupazione illegittima, hanno riguardato la positiva apposizione di una nuova disciplina, che anche in virtù della previsione di applicabilità, alle cause in corso, dei nuovi criteri, ha consentito di risolvere le questioni con riferimento al concetto di pendenza o esaurimento del rapporto, e, in ultima analisi, al giudicato e alla sua estensione oggettiva

L'incostituzionalità dell'art. 5-bis e la sentenza 348: regime transitorio

La Corte Costituzionale, con la sentenza n.348 ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme dell’art.5 bis, commi 1 e 2, del DL 333/92 convertito con modificazioni in legge n. 359/92, nonché nell’art. 37 del DPR n.327/2001 e s.m.i.. In particolare, la pronuncia della Consulta va ad incidere sul criterio di calcolo dell'indennità di esproprio per le aree edificabili fino ad oggi attestatosi, come riconosce la stessa stessa Corte, tra il 50 e 30 per cento del valore di mercato del bene

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