ESPROPRIAZIONE PER P U

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La nuova disciplina del danno da occupazione appropriativa

L'occupazione appropriativa si verifica con riguardo alle opere qualificabili come pubbliche, in forza della loro realizzazione da parte di un soggetto pubblico. Nel settore dell'edilizia residenziale pubblica dunque essa non era ravvisabile nei casi di costruzioni realizzate da privati. L'esigenza di garantire l'applicazione della regola giurisprudenziale all'intero settore, in ragione dell'identità del risultato perseguito, è stata soddisfatta dalla sentenza 486/1991della Corte Costituzionale

La nuova disciplina del danno da occupazione appropriativa: l'intervento della Corte Costituzionale

La Corte esamina la censura con cui si prospetta che la norma denunciata violerebbe l'art.117 Cost., in quanto in contrasto con le norme internazionali convenzionali e, anzitutto, con l'art. 1 del Protocollo addizionale della CEDU, nell'interpretazione offertane dalla Corte europea dei diritti dell'uomo. Al riguardo, la Consulta premette che entrambe le ordinanze di rimessione non sollevano il problema della compatibilità dell'istituto dell'occupazione acquisitiva ma le sue ricadute patrimoniali

L'indennità di espropriazione per le aree edificabili nella finanziaria 2008

La riforma, dove definisce la misura dell’indennità e la maggiorazione del 10% dovuta in caso di cessione bonaria, o se la cessione è stipulata per fatto non imputabile all’espropriato, si applica a tutti i procedimenti espropriativi in corso, salvo che la determinazione dell'indennità di espropriazione sia stata condivisa, o accettata, o sia comunque divenuta irrevocabile. Il riferimento ai procedimenti espropriativi è riconducibile alle vicende amministrative di determinazione dell'indennità

Indennità di espropriazione nella finanziaria 2008: conclusioni

È necessario che le varie questioni siano risolte in breve, soprattutto tenendo presente la giurisprudenza CEDU, che ci vorrebbe tenere agganciati ad una normalità europea, dove pienezza e ragionevole rapidità dell’indennizzo costituiscono appunto la prassi normale dei paesi più avanzati. Quanto alla ragionevole rapidità dell’indennizzo, in particolare, non si può non rilevare come, tra le prime sentenze emesse a seguito della finanziaria 2008 non sono rari i casi di contenziosi ultra ventennali

La riforma del sistema indennitario italiano con lo sguardo rivolto a Strasburgo

Il legislatore nazionale, sempre più consapevole della forza politica e giuridica delle condanne emesse dalla CEDU, ha compreso la portata di quel diritto di matrice sovranazionale e ha imboccato la via di un adeguamento del sistema interno alle indicazioni che possono trarsi dalle condanne di Strasburgo. Si assiste infatti ad interventi normativi rivolti a riconoscere il carattere primario della Convenzione europea, capace di operare a prescindere dal controllo di costituzionalità delle leggi

La riforma del sistema indennitario italiano e le reazioni di Strasburgo: i rapporti tra le corti

Un sano componimento delle diverse istanze può e deve realizzarsi attraverso il canone dell’interpretazione conforme. Il che impone di valorizzare, piuttosto che sminuire, i punti di sintonia fra i sistemi e così fornire attraverso questi una lettura concorde dei punti distonici, senza prediligere la tesi gerarchica fra sistemi sistemi ma piuttosto imbracciando la più convincente e persuasiva “arma” della meditata e persuasiva comprensione dei sistemi, dei tratti e delle linee evolutive comuni

La riforma del sistema indennitario italiano e le reazioni di Strasburgo: regime transitorio ed indennizzo espropriativo

Non meno agevole risulterà il ruolo del giudice nell’esaminare la compatibilità del regime transitorio introdotto dal legislatore del 2007 per l’indennità di esproprio, visto che si applica a tutti i procedimenti espropriativi in corso, salvo che la determinazione dell'indennita' sia stata condivisa, ovvero accettata, o sia comunque divenuta irrevocabile. È in un contesto ricco di zone grigie che si inserisce l'ennesima condanna della CEDU all'Italia in merito all'indennità di espropriazione

Indennità di occupazione temporanea per un'area urbana

Il contributo è volto alla stima dell'indennità di occupazione temporanea per un’area urbana che comprende differenti destinazioni urbanistiche. Su queste è condotta attenta disamina per una corretta identificazione del corrispondente regime vincolistico, fondamentale per l’inquadramento dei suoli in seno all’alternativa dicotomica proposta dall’art. 5 bis L.359/92. Il percorso delineato è permeato dai principi disciplinari dell’Estimo nonché suffragato dal ricorso a dati mercantili verificabili

Occupazione temporanea di un'area urbana: calcolo dell'indennità

La stima dell’indennità d'occupazione di aree edificabili deve essere svolta sul principio estimativo che la commisura ai redditi non percepiti dal proprietario del bene. In mancanza di riferimenti concreti, la giurisprudenza prescrive il criterio degli interessi legali: l’indennità per l’occupazione protrattasi n anni è pari al prodotto tra l’interesse legale annuo al tempo dell'occupazione e l'indennità d'esproprio da attribuire al proprietario dei beni se questi fossero ablati definitivamente

La legittimità costituzionale dell’art.43 T.U. Espropriazione

È toccato al TAR Campania sottoporre l’art.43 al vaglio di costituzionalità, avendo tentato inutilmente, praticando il canone ermeneutico dell’interpretazione adeguatrice, di utilizzare tutti gli strumenti ermeneutici quali riconosciuti per trarre dalla citata disposizione censurata un significato costituzionalmente corretto. L’occasione è fornita da una vicenda di giustizia impotente in cui è stato impossibile ottenere l'esecuzione di reiterate sentenze di condanna alla restituzione del bene

L'art.43 T.U. Espropriazione e la Corte Costituzionale

Interessante l’ordinanza di rimessione alla Corte costituzionale del Tar Campania. Essa, coraggiosamente, intende rappresentare la coscienza critica del giudice amministrativo che, nella stragrande maggioranza, è stato visto dagli interpreti come difensore dell’art.43 Testo Unico Espropriazione e delle soluzioni esposte nel tentativo di riportare l’ordinamento interno su canoni di conformità alle norme convenzionali sancite dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo

Estinzione del diritto di proprietà, impossibilità di abbandono dei beni immobili e poteri di supplenza del giudice

L’art. 43 del t.u. sancisce a chiare lettere che, in mancanza del decreto d’esproprio o della cessione spontanea del bene da parte del privato, il diritto di proprietà può estinguersi solo se vengano utilizzate le procedure di sanatoria dell’occupazione illegittima, ovvero l’adozione di un provvedimento amministrativo espresso e formale di acquisizione o la formulazione di una domanda al giudice da parte della P.A., chiamata in sede contenziosa dal privato, di condanna al risarcimento del danno

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