ESPROPRIATIVI CONFORMATIVI

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L'apposizione di vincoli conformativi

In ipotesi in cui ad essere apposto è un vincolo meramente conformativo e non espropriativo, non è richiesta una specifica motivazione, oltre quella generale derivante dalla descrizione fondativa dello strumento urbanistico.

I vincoli conformativi imposti alle attività imprenditoriali

Alla luce della sentenza della Corte Cost. n. 179/1999, non si è alla presenza di uno schema ablatorio le volte in cui le “iniziative (siano) suscettibili di operare in regime di libero mercato”, come nell’ipotesi espressamente indicate di impianti sportivi, mercati e complessi per la distribuzione commerciale, edifici per iniziative di cura e sanitarie o per altre utilizzazioni quali zone artigianali o industriali o residenziali.

Vincoli urbanistici: le attrezzature di interesse comune, pubbliche e sanitarie

La destinazione di una zona ad attrezzature di interesse comune – aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, aree per parcheggi – non ha connotazione espropriativa non essendo di per sé rivolta, in funzione ablativa, a determinate aree, bensì unicamente a stabilire la disciplina di carattere generale delle predette obbligatorie specifiche destinazioni, in relazione ai rapporti tra di esse.

I vincoli conformativi ed espropriativi nell'edilizia residenziale pubblica, privata e scolastica

La variante che si limiti ad indicare un ambito nel quale possono realizzarsi interventi di edilizia economico-popolare e residenziale, con le rispettive quantità volumetriche, senza però individuare i terreni che sono interessati dall’uno o dall’altro tipo di intervento (peep ed edilizia privata), rinviando sotto questo profilo ad apposito strumento urbanistico attuativo, appone un vincolo di natura conformativa.

La natura dei vincoli urbanistici dipende dall'entità dell’indice edificatorio?

La natura espropriativa di un vincolo non può evincersi dall’entità dell’indice edificatorio adottato, che il privato indica come estremamente esiguo; qualora, sebbene conformata, una residua capacità edilizia continui a permanere, ci si trova di fronte ad una prescrizione diretta a regolare concretamente l'attività edilizia, in quanto inerente alla potestà conformativa propria dello strumento urbanistico generale.

Vincoli conformativi e limiti agli interventi ammessi

Neppure con un provvedimento “puntuale”, incidente su un singolo bene giustificato dalla singolarissima “individuale” peculiarità di quest’ultimo, potrebbe vincolarsi un bene ad un determinato utilizzo (salvo sconfinare dal potere conformativo esercitato “singulatim” a quello, sostanzialmente ablatorio).

La destinazione di un'intera zona a parcheggio: vincoli e caratteristiche

La destinazione a parcheggio costituisce un vincolo conformativo ogni qual volta esso sia correlato ad una complessiva disciplina edilizio-urbanistica, per effetto della quale le facoltà edificatorie non sono espropriate, ma conformate in senso limitativo e condizionato al soddisfacimento delle esigenze pubbliche (nel caso di specie di carattere viabilistico).

Previsioni urbanistiche e vincoli per la realizzazione di parchi, e di attrezzature ricreative e sportive

La previsione di una determinata tipologia urbanistica, quale nella specie relativa alla realizzazione o conservazione di parco urbano o di quartiere, non configura un vincolo preordinato all'espropriazione né comporta l'inedificabilità assoluta, trattandosi di una prescrizione diretta a regolare concretamente l'attività edilizia e quindi, costituendo esercizio di potestà conformativa che sfugge al ricordato limite temporale (cfr. art. 11, l. 17 agosto 1942 n. 1150).

Gli effetti dei vincoli conformativi dell'area sulla stima dell'indennità d'esproprio

Nel sistema introdotto dall'art. 5 bis l. n. 359/1992, caratterizzato dalla rigida dicotomia tra aree edificabili ed aree agricole o comunque non edificabili, il riconoscimento dell'edificabilità è legato alla classificazione urbanistica, dovendosi tener conto dei vincoli conformativi, che, in quanto non correlati ma connaturati alla proprietà in sé, contribuiscono a fondare il carattere del suolo ai fini valutativi.

Aree storico-archeologiche: natura dei vincoli urbanistici

Il vincolo archeologico rivela una qualità insita nel bene, sì che la proprietà su di esso è da intendere limitata fin dall'origine; ed il vincolo è da considerare conformativo, non soggetto a decadenza, perciò incidente sul valore del bene in sede di determinazione dell'indennizzo per un’eventuale espropriazione.

La previsione di una determinata tipologia urbanistica: vincoli dell'area

La previsione di una determinata tipologia urbanistica non configura né un vincolo preordinato all'espropriazione né l'inedificabilità assoluta, essendo una prescrizione diretta a regolare concretamente l'attività edilizia, inerisce alla potestà conformativa propria dello strumento urbanistico generale, la cui validità è a tempo indeterminato, come espressamente stabilito dall'art. 11 della legge 17 agosto 1942 n.1150.

Vincolo preordinato all'esproprio e conformità urbanistica dell'opera

Nelle fasi iniziali della realizzazione dell’opera pubblica, coincidenti con le fasi iniziali della procedura espropriativa, occorre verificare la presenza del vincolo preordinato all’esproprio. In passato le amministrazioni si accontentavano di appurare la conformità urbanistica dell’opera, procedendo in sua mancanza alla variante urbanistica. Ma dopo il TU e dopo le nuove leggi urbanistiche regionali è divenuto necessario ripensare al rapporto tra conformità e vincolo preordinato all’esproprio

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