PROCEDURE

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Gli accordi integrativi e gli accordi sostitutivi del provvedimento amministrativo (art. 11 Legge 241/1990)

Il verbale di una riunione, che contenga una specifica descrizione del contenuto delle decisioni a conclusione ed una definizione condivisa dell’assetto degli interessi e sia stato debitamente sottoscritto da tutti gli intervenienti, è un atto valido ed efficace ai sensi dell’art. 11 L. n. 241/1990 nei confronti delle amministrazioni pubbliche, delle società e dei privati partecipanti.

La cessione gratuita di aree alla p.a. al fine di ottenere la concessione per interventi di lottizzazione

L'atto d'obbligo, sottoscritto dal proprietario, di cessione delle aree necessarie per la costruzione di strade o altre opere pubbliche, al fine di conseguire l'autorizzazione a lottizzare, non è di per sé idoneo a configurare il trasferimento del bene a favore del comune, trattandosi di atto preliminare, che al fine di produrre l'effetto traslativo, necessita di un successivo atto negoziale.

Discrezionalità della p.a. nella scelta dei mezzi per conseguire la disponibilità delle aree occorrenti all'esecuzione di opere pubbliche

La scelta del mezzo pubblicistico o privatistico, per conseguire la disponibilità delle aree occorrenti per l'esecuzione di opere pubbliche, è rimessa alla valutazione discrezionale dell’Amministrazione. Il ricorso allo strumento dell'espropriazione per pubblica utilità costituisce l'ipotesi normale e spesso l'unica percorribile: essa non ha bisogno di particolare motivazione, mentre a dover essere motivata è semmai la scelta, normalmente più onerosa per la P. A., del mezzo privatistico.

Procedura espropriativa: la non annullabilità del provvedimento ex art.21 octies legge 241/1990

Uno dei tratti qualificanti della riforma del 2005 è stato infatti l'inserimento nella legge 241/1990 del Capo IV-bis, rubricato «Efficacia e invalidità del provvedimento amministrativo. Revoca e recesso», all'interno del quale il legislatore, per la prima, volta ha codificato la categoria della nullità del provvedimento amministrativo, disciplinando anche in chiave sostanziale le tradizionali 3 categorie di illegittimità dello stesso, ovvero: incompetenza, violazione di legge, eccesso di potere

Considerazioni sull'art.21 octies legge 241/1990: il primo e secondo periodo

I poli attorno a cui ruota l'art. 21 octies sono tre: il provvedimento deve essere stato adottato in violazione di norme sul procedimento o sulla forma degli atti; il provvedimento deve avere natura vincolata; deve essere palese che il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso da quello in concreto adottato. Se ne desume, dunque, che l’assenza di uno solo degli elementi tipizzanti impedisce l’operatività della norma, lasciando persistere il potere giudiziale di annullamento

Il rinnovo del procedimento espropriativo

La conclusione del procedimento espropriativo è disposta dal decreto di esproprio, che consente il passaggio del diritto di proprietà sotto la condizione sospensiva che esso sia successivamente eseguito. L’acquisto della proprietà dev'essere espressamente disposto solo a seguito della sua notifica ed esecuzione, indicandovi la data di immissione in possesso in calce allo stesso decreto. La mancata indicazione della condicio iuris comporta solo un'irregolarità poiché è determinata dalla normativa

Presupposti per la decretazione d'urgenza nell'espropriazione: il teatro Petruzzelli

La questione decisa dalla sentenza n.128 del 2008 della Corte Costit., riguarda l’espropriazione disposta con provvedimento legislativo, del teatro Petruzzelli di Bari. Il decreto-legge e la legge di conversione non hanno retto alla verifica di costituzionalità, per la carenza dei presupposti di necessità ed urgenza della decretazione di urgenza, con conseguente vizio della legge di conversione. Da alcuni è stato sottolineato che la Corte rimanga prigioniera del cliché della mancanza evidente

Espropriazione per pubblica utilità: procedura ordinaria e procedure accelerate

L’emanazione del decreto di esproprio, oltre alla conformità urbanistica, all’apposizione del vincolo e alla dichiarazione di pubblica utilità, è sottoposta alla preliminare determinazione dell’indennità. A tal fine il t.u. ha previsto una procedura, che chiameremo ordinaria e due procedure, che chiameremo accelerate. Solo nel primo caso l’emanazione del decreto di esproprio e l’immissione in possesso nei beni interessati dalla realizzazione sono preceduti da una rigorosa sequenza procedimentale

Procedure di espropriazione per p.u.: la sentenza TAR PE 445/2007

Un altro scenario è possibile nei rapporti tra procedura ordinaria e accelerata, come si desume dalla sentenza TAR PE 445/2007: l’innesto in corsa della procedura urgente nella procedura ordinaria. Nel caso in oggetto l’ente aveva intrapreso la procedura ordinaria, ma a seguito del comportamento non concordatario del proprietario si era determinata una situazione d'urgenza, che ha indotto ad abbandonare la procedura ordinaria per emettere senz’altro il decreto di esproprio di cui all'articolo 22

Espropri per p.u.: l'iter ordinario

Entro 30 giorni dall'efficacia della dichiarazione di p.u. il promotore dell’espropriazione compila l’elenco dei beni e delle ditte ed indica le somme per ciascun esproprio. Qualora l’efficacia della pubblica utilità derivi dall’approvazione di piani urbanistici esecutivi, il termine decorre dalla data di inserimento degli immobili da espropriare nel programma di attuazione dei piani. In questa fase il promotore dell’espropriazione beneficia dell’attività istruttoria effettuata dal progettista

Il deposito dell'indennità di esproprio

Diverse sono le ipotesi in cui l’Autorità espropriante dovrà ordinare il deposito dell’indennità provvisoria presso la Cassa depositi e prestiti. Il fatto che sia intervenuta l’accettazione incide sulla somma oggetto di deposito, che non dovrà essere oggetto di decurtazione e dovrà essere incrementata delle maggiorazioni di cui all’art. 45.2. Il rifiuto della indennità costituisce invece il fallimento dei tentativi di accordo, cui sono stati funzionali i momenti di contraddittorio tra le parti

Le somme depositate come indennità da esproprio

Nello svincolo delle somme depositate, occorre distinguere due ipotesi: che il deposito sia stato effettuato per mancata accettazione dell’indennità, o che sia stato depositato perché vincolato a diritti di terzi, senza tuttavia che si verificassero le condizioni per il pagamento diretto. Nella prima ipotesi, l’articolo 26.5 stabilisce che il proprietario può in qualunque momento percepire la somma depositata con riserva di chiedere in sede giurisdizionale l’importo effettivamente spettante

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