INDENNIT

Stai vedendo 66-72 di 166 risultati

Categorie di aree e beni sottoposti a vincoli di inedificabilità dalla legge

Con la razionalizzazione attuata dal T.U. espropri (d.p.r. 327/2001), sussistono soltanto due (contrapposte) categorie di aree, la prima caratterizzata dalle “possibilità legali di edificazione”, e la seconda per converso, “da vincoli di inedificabilità assoluta”.

Aree sottoposte a vincoli di inedificabilità dagli strumenti di pianificazione del territorio

Per effetto della normativa dell’art. 5 bis della L. 359/1992 ed ancor più del T.U.Es., si è consolidato il concetto che lo “jus aedificandi”, pur continuando “ad inerire alla proprietà” del suolo è sottoposto un’attività amministrativa che lo conforma in concreto per tenere conto dei diversi interessi, pubblici e privati, collegati all’assetto del territorio ed alla sua trasformazione.

Indennità di occupazione e di esproprio per beni assoggettati a vincolo storico, archeologico, artistico

L’occupazione a fini di ricerca archeologica costituisce attività lecita della pubblica amministrazione, mirante a realizzare l'interesse pubblico alla conservazione del patrimonio storico-culturale e alla promozione della cultura e della ricerca (art. 9 cost.), essendo d'altro canto giustificato, per ragioni d'interesse culturale, anche il sacrificio definitivo della proprietà privata.

Il ristoro del pregiudizio per occupazione illegittima: la maggiorazione del 5% annuo

La terza ed ultima voce della somma di denaro che l’art. 42-bis prescrive espressamente di quantificare in sede di acquisizione coattiva sanante e che deve essere pertanto inclusa nel provvedimento acquisitivo è contemplata dal comma 3. Esso prescrive al secondo periodo il ristoro del pregiudizio sofferto dal proprietario di un bene occupato senza titolo, quantificandolo per ogni anno nel 5% del valore venale, se dagli atti del procedimento non risulta la prova di una diversa entità del danno.

Le maggiorazioni ed indennità aggiuntive previste dal d.P.R. 327/2001 nell’ambito dell’espropriazione legittima

Il d.P.R. 327/2001 prevede maggiorazioni ed indennità aggiuntive nell’ambito dell’espropriazione legittima: per il proprietario coltivatore di aree edificabili o inedificabili, per il coltivatore non proprietario di aree edificabili o inedificabili, per esborsi fiscali ingiustificati in aree edificabili o non edificabili, per la cessione volontaria di aree edificabili o non edificabili nonché, per le sole aree edificabili, nel caso in cui la cessione volontaria sia stata impedita dalla p.a.

Le poste negative che comportano una parziale riduzione dell’indennizzo ex art. 42-bis T.U.Es.

Alcune partite negative, in certi casi, possono comportare una parziale riduzione del conteggio complessivo dell’indennizzo ex art. 42-bis T.U.Es., le quali devono essere liquidate, conteggiate e sommate tra loro. Si tratta di di elementi specifici di tale indennizzo cui non si estendono de plano gli abbattimenti dell’indennità di esproprio, quale ad esempio la riduzione del 25% in caso di interventi di riforma economico-sociale.

Aspetti procedurali della liquidazione dell’indennizzo per l'acquisizione coattiva sanante

Se il provvedimento di acquisizione coattiva sanante deve recare l’esatta quantificazione dell’indennizzo, è evidente che le operazioni finalizzate a tale quantificazione devono essere compiute nella fase dell’istruttoria procedimentale, che è notoriamente finalizzata proprio ad acquisire gli elementi da far confluire nel successivo provvedimento conclusivo dell’iter amministrativo.

L’esecuzione del provvedimento di acquisizione sanante: il pagamento o deposito dell’indennizzo

Nel dispositivo del provvedimento di acquisizione coattiva sanante si deve disporre il pagamento dell’indennizzo, che dovrà avvenire entro trenta giorni. Diversamente dal vecchio art. 43 T.U.Es., nell'attuale disciplina è espressamente previsto, in alternativa al pagamento dell’indennizzo, che esso sia depositato nei modi e nelle forme di legge presso la Ragioneria Territoriale dello Stato.

La natura giuridica delle somme liquidate alla vittima di un’occupazione pubblicistica abusiva: risarcimento o indennità

La natura giuridica delle somme liquidate alla vittima di un’occupazione pubblicistica abusiva è stata oggetto di letture divergenti, oscillanti fra una tesi risarcitoria ed una contrapposta tesi indennitaria. Il risarcimento del danno è un istituto che viene in rilievo, a rigore, in caso di atto illecito, cioè contrario alle regole dell’ordinamento giuridico e per questo ingiusto. Laddove un pregiudizio sia prodotto da una fattispecie lecita, invece, si parla di “indennizzo” o di “indennità”.

Il valore venale del bene quale parametro fondamentale dell'indennizzo ex art. 42 bis T.U.Es.

Tutte le voci dell’indennizzo ex art. 42 bis T.U.Es. prendono le mosse dal valore venale del bene. È lo stesso comma 3 dell'articolo ad agganciare al valore venale anche il pregiudizio per l’occupazione illegittima, e il medesimo valore venale costituisce la base di calcolo anche per le voci dell’indennizzo che rimangono implicite nell’articolo stesso, a cominciare dal deprezzamento della proprietà e residua e dall’indennità da legittima occupazione.

Le poste indennitarie per l'occupazione illegittima: pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale

L’indennizzo per il pregiudizio patrimoniale ex art. 42 bis T.U.Es. corrisponde semplicemente al «valore venale del bene utilizzato per scopi di pubblica utilità». In aggiunta al controvalore del fondo corrisposto a tale titolo, l'espropriato ha diritto ad un indennizzo per il «pregiudizio non patrimoniale», che di norma è forfettariamente liquidato nella misura del misura del dieci per cento del valore venale del bene.

Il sistema di calcolo dell’indennità dovuta per l’occupazione temporanea: art. 50 T.U.Es.

La piattaforma di calcolo per tutti i tipi di indennità, sia ordinaria che aggiuntiva, in riferimento all’occupazione d’urgenza finalizzata all’esproprio oppure per quella temporanea ex art. 50 T.U.Es., è costituita dal valore effettivo del bene.

Pagina 6 di 14 6