Aree sottoposte a vincoli di inedificabilità dagli strumenti di pianificazione del territorio

IN GENERALE.

Per effetto della normativa dell’art. 5 bis della L. 359/1992 ed ancor più del TU, si è consolidato il concetto che lo “jus aedificandi”, pur continuando “ad inerire alla proprietà” del suolo (art. 42, 1° comma Costit.), non sia un potere “naturalmente” compreso nel diritto suddetto, ma sia attribuito dal successivo 2° comma dello stesso art. 42 al suo titolare secondo legge attraverso un’attività amministrativa che lo conforma in concreto (“ne determina i limiti…”) per tenere conto dei diversi interessi, pubblici e privati, collegati all’assetto del territorio ed alla sua trasformazione. E che la normativa urbanistica, attraverso gli strumenti pianificatori, stabilisce quindi che cosa, come e talvolta quando costruire su un fondo, e può anche imporre vincoli comportanti l’assoluta inedificabilità (Così Corte Costit.5/1980). Da qui la menzione n... _OMISSIS_ ...o;art. 37 TU, delle aree sottoposte “ad un vincolo di inedificabilità assoluta in base… alle previsioni di qualsiasi atto di programmazione o di pianificazione del territorio..”, con la quale viene istituita una seconda subcategoria di suoli che condivide il medesimo regime della prima; ma questa volta in forza di vincoli urbanistici negativi o di inedificabilità, denominati anche di zona o generali, che pianificano e gestiscono l’intero territorio comunale attraverso regole generali di carattere ambientale, urbanistico ed edilizio mediante le quali ogni comune lo suddivide in zone tramite scelta ed individuazione, oltre che delle parti destinate all’edilizia privata, anche e soprattutto delle destinazioni c.d. pubblicistiche dirette a soddisfare le molteplici esigenze della collettività: come la realizzazione di opere, impianti, vie di comunicazione di ogni genere (art. 7 legge 1150 del 1942), nonché opere di urbanizzazione primaria e... _OMISSIS_ ... infine tutte quelle strutture che si rivelino indispensabili al miglioramento della vita della comunità. Fra le quali quindi il d.m. 1444/1968 ha incluso a pieno titolo le zone “F” «destinate ad attrezzature ed impianti di interesse generale».

Questa disposizione non si pone in contrasto con la nota e fondamentale decisione 173/2001 delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione sulla fonte dei vincoli urbanistici, ma ne costituisce il logico sviluppo: muovendo pur essa dal presupposto che il carattere conformativo agli effetti indennitari, dei vincoli di piano non discende, direttamente e necessariamente, dal fatto in sé della loro collocazione in uno degli strumenti urbanistici esemplificati dalla norma, e non si impone, quindi, esclusivamente in ragione della fonte da cui il vincolo deriva, “quanto piuttosto dipende dai requisiti oggettivi, di natura e struttura - che i vincoli contenuti nello strumento urbanistico di norm... _OMISSIS_ ...della incidenza su una generalità di beni, nei confronti di una pluralità indifferenziata di soggetti, in funzione della destinazione assolta dalla intera zona in cui questi ricadono”. Per cui resta ferma la regola che ove in via eccezionale, vincoli, pur contenuti in uno di detti piani di secondo livello “non abbiano una tal natura generale, ma si presentino, viceversa, come vincoli particolari, incidenti su beni determinati, in funzione non già di una generale destinazione di zona, ma della localizzazione puntuale (con indicazione empiricamente, per ciò, detta "lenticolare") di un'opera pubblica, la cui realizzazione non può coesistere con la proprietà privata ma ne esige la traslazione in favore dell'ente pubblico", si è in presenza di vincoli preordinati all’espropriazione (cfr. art. 9, 1° comma TU). Lo conferma, del resto, il combinato disposto degli stessi art. 32 e 37, 1° comma del T.U. , per i quali “degli effetti de... _OMISSIS_ ...dinato all'esproprio” non ostante la sua formale allocazione (anche in uno strumento urbanistico generale) -, deve comunque prescindersi ai fini della qualificazione dell'area, e quindi per gli effetti indennitari: con la necessità di un ritorno alle regole generali per individuare il parametro legale con cui attuarne la classificazione.

Pertanto resta ferma anche la situazione specularmente inversa (pur essa evidenziata dalle Sezioni Unite) che “in presenza di strumenti particolareggiati, di terzo livello, le cui prescrizioni - di regola meramente attuative dei piani, attraverso la fissazione delle linee di un progetto espropriativo e la dichiarazione di pubblica utilità di tutte le relative opere - possono, a loro volta, in via eccezionale, unire a tale loro funzione tipica quella ulteriore, di contenuto conformativo, di mutare nella zona contemplata le pregresse opzioni del piano regolatore con riguardo allo ius aedificandi dei proprietari d... _OMISSIS_ ...: come nelle ipotesi dei piani di edilizia economica e popolare, o di piani destinati ad investimenti produttivi, non a caso ricordate dallo stesso 4° comma nell’ultima parte della elencazione (cfr. Cass. sez. Un. 11433 del 1997 cit.).



FONTI REGIONALI.

Si è detto più volte che il sistema di ricognizione legale delle aree fondato sulle destinazioni attribuite alle rispettive zone dagli strumenti della pianificazione urbanistica, è stato dichiarato non irragionevole né arbitrario dalla Corte Costituzionale che lo aveva propiziato, ma neppure l’unico possibile; e che è stata comunque riconosciuta al legislatore statale o regionale (nell’ambito delle proprie competenze) la facoltà di modificarlo. Per cui alcune Regioni in seguito al nuovo art. 117 Costit. - limitatamente alle espropriazioni per la realizzazione di opere attribuite alla loro competenza- hanno accolto il suggerimento, apportando significativi ... _OMISSIS_ ...stema binario di ripartizione trasfuso nel T.U.: diretti per lo più ad ampliare (ai soli fini indennitari) le fattispecie cui assegnare “le possibilità legali di edificazione” in danno di quelle inedificabili, che talvolta assumono carattere residuale, soprattutto al fine di evitare il sacrificio di queste ultime zone individuate come sedi di attrezzature e servizi pubblici, a vantaggio di quelle residenziali.

Nel precedente Ebook sui Vincoli si è evidenziato che nessuna di queste Regioni ha optato per il superamento o stravolgimento del sistema della ricognizione legale -di dubbia costituzionalità anche alla stregua della normativa sulle loro competenze contenuta nell’art. 5 T.U.; né tanto meno ha cercato di ripristinare il meccanismo dell’edificabilità di fatto, ovvero di introdurre la nozione di “comparto” in luogo della “zona omogenea”. Il cambiamento, invece, ha riguardato per lo più la predisposizione d... _OMISSIS_ ...e da quelle di cui agli art. 32, 1° comma e 37, 4° comma T.U. per individuare le categorie in cui “non sussistono le possibilità legali di edificazione”, riducendole in particolar modo nell’ambito dei centri abitati. In tale ottica l’art. 17 legge regionale Lombardia n. 3 del 2009, ha disposto che «ai soli fini dell'applicazione del titolo II, capo VI, sezione III, del TUE, tutte le aree oggetto della pianificazione comunale si considerano legalmente edificabili, secondo la disciplina di cui alla legge regionale 12/2005, anche se destinate a servizi…”. Le sole eccezioni previste dalla norma sono costituite dalle “aree ubicate in ambiti che il piano individua come destinati all'agricoltura, di pregio ambientale o non soggetti a trasformazione urbanistica”, da considerarsi perciò “legalmente inedificabili”: in tal modo collegandone l’individuazione con la precedente legge regionale 12/2005 (cf... _OMISSIS_ ... 76 e 77) che, per un verso articola la disciplina urbanistica su tre livelli (Piano territoriale regionale, Piano territoriale di coordinamento provinciale e Pianificazione comunale), e per altro verso attribuisce in attuazione di esse le rispettive competenze agli strumenti urbanistici deputati (art. 9) ad individuare ambito e limiti di ciascuna delle categorie indicate dalla legge.

Per le espropriazioni di competenza della Regione Emilia-Romagna, invece, l’art. 20 della legge reg.37 del 2002 ha operato dapprima una distinzione a seconda che le aree ricadano o meno “all'interno del perimetro del territorio urbanizzato individuato dal Piano Strutturale Comunale”, ovvero da altro strumento di pianificazione territoriale generale o settoriale sovraordinato, in quanto per le prime sussiste sempre il requisito dell’edificabilità legale; che compete altresì per i comuni dotati di P.R.G. alle tre categorie indicate dalla norma. La... _OMISSIS_ ...e di edificabilità legale: a) le aree per le quali il PSC, ovvero altro strumento (es: POC=piano operativo comunale), accerti la inedificabilità assoluta per la sussistenza di limiti o vincoli ai sensi dell'articolo 6, comma 1, della l.r. 20/2000; b) le aree non rientranti all'interno del perimetro del territorio urbanizzato e di quello suscettibile di urbanizzazione, definiti dal PSC.

Da segnalare, ancora che il successivo art. 33 indica le norme di dettaglio del T.U. da ritenersi abrogate dalla legge regionale, fra le quali non comprende quelle del capo V sull’indennità, all’evidenza escludendo che possano essere qualificate “di dettaglio”; e che tuttavia vengono egualmente disattese e modificate dalle disposizioni degli art. 20 segg.

Di particolare interesse, infine, la disciplina introdotta nella Provincia di Trento dalla legge prov. 6 del 1993 (come modificata dalla legge prov. 154 del 2008), ove la potestà legis... _OMISSIS_ ...ia di espropriazioni per p.u. in base al suo statuto ed all’art. 117 Costit. è da considerare assoluta , o esclusiva (o, ancora, primaria). Innanzi tutto, alla stregua dell’art. 6 l’accertamento dell’edificabilità dell’area ablata ai fini della determinazione dell’indennità va effettuato non già con riferimento alla data del decreto di esproprio, ai sensi dell’art. 32 del d.P.R. n. 327 del 2001, bensì a quella del decreto del Presidente della giunta provinciale di autorizzazione dell’esecuzione del piano delle espropriazioni: con anticipazione, quindi, a tale momento della ricognizione legale del bene per la determinazione dell’indennità, e dell’insorgenza del relativo diritto di credito dell’espropriando a prescindere dalla futura adozione del decreto di esproprio; e conseguente irrilevanza delle varianti dello strumento urbanistico successive al detto decreto di autorizzazione. Mentre, per quanto ... _OMISSIS_ ...ma dell’indennità, pur essendo stata recepita la regola della ricognizione legale della destinazione dell’immobile unitamente al principio da essa derivato, della prevalenza ed autosufficienza dell’edificabilità legale, l’art. 12 ha prescelto un parametro di ricognizione diverso dal TU e più favorevole ai proprietari espropriandi: incentrato sulla enumerazione e tipizzazione dei terreni inedificabili suddivisi dal 1° comma in sole quattro categorie, di ciascuna delle quali sono stati enunciati caratteri e presupposti identificativi; mentre le aree edificabili costituiscono una categoria generale ed atipica nella quale sono incluse tutte “quelle aventi una destinazione urbanistica diversa” dalle 4 tipologie di aree inedificabili: con l’avvertenza che la relativa distinzione “vale esclusivamente ai fini dell’indennità di espropriazione ed è ininfluente sulla disciplina legislativa ed amministrativa degli interventi ... _OMISSIS_ ...(art. 11, 2° comma).

Questi diversi e più favorevoli criteri di bipartizione, seppure hanno costituito rimedi di notevole correzione nei confronti degli effetti ingiusti del potere discrezionale di destinazione zonale riservato alla pianificazione urbanistica, per altro verso hanno introdotto non meno gravi disparità di trattamento tra proprietari espropriati in merito alla stessa tipologia di procedimento ablatorio, non solo allorquando i relativi terreni appartengono a Regioni diverse (e perciò soggiacciono a discipline diverse), ma perfino nell’ipotesi di immobili ubicati nella medesima regione, ove sottoposti ad espropriazione in parte di competenza statale, e per altra parte di competenza regionale (Cap.24 § 4 e 5).



INIZIATIVA PRIVATA.

Altra particolare subcategoria di aree, egualmente sottoposta come la precedente a vincoli di inedificabilità assoluta apposti dagli strumenti urbanistici, è... _OMISSIS_ ...istinta dalla precedente, ed enucleata dalla nota sentenza 179/1999 della Corte Costituzionale, perché considerata “non inquadrabile negli schemi dell'espropriazione”, pur se egualmente votata alla realizzazione di destinazioni pubblicistiche. La sua particolarità consiste nel fatto che gli obiettivi di interesse generale, “di dotare il territorio di attrezzature e servizi, siano ritenuti realizzabili (e come tali specificatamente compresi nelle previsioni pianificatorie) anche attraverso l'iniziativa economica privata”, o “promiscua pubblico privata&rd...