INDENNIT

Stai vedendo 157-156 di 166 risultati

La CEDU sul diritto di proprietà e l’impatto nel sistema italiano

Le violazioni ascritte all’Italia dalla Corte europea hanno fatto emergere una continuata violazione del diritto di proprietà sul versante patrimoniale e su quello umano. Rispetto alla posizione del proprietario la Corte di Strasburgo ha avvertito una netta corresponsabilità delle Istituzioni che, pur considerate unitariamente a livello internazionale, lasciavano intravedere nitidamente i contributi causalmente idonei a cagionare il pregiudizio sofferto dal proprietario espropriato illecitamente

Indennità di espropriazione

Il comma 3 dell’articolo 42 della Costituzione ha chiarito anche il secondo elemento legittimante del potere espropriativo, vale a dire l’indennizzo. Questo comporta che la potestà pubblica ablatoria non può privare il cittadino di un bene che gli appartiene o di un diritto inerente allo stesso senza che gli venga riconosciuto un ristoro.

Evoluzione in materia di indennità di esproprio

la legge 2359/1865 commisurava l’indennità al valore venale del bene, testualmente indicato come il «giusto prezzo che a giudizio dei periti avrebbe avuto l’immobile in una libera contrattazione di compravendita», mentre la legge per la città di Napoli stabiliva che l’indennità fosse individuata nella media tra il valore venale del bene e la somma dei fitti riscossi nell’ultimo decennio.

L’indennità nell’attuale sistema

per le aree edificabili si deve fare riferimento al valore di mercato, ai sensi dell’art. 37 T.U.; per le aree non edificabili e coltivate si deve riferimento al valore agricolo di mercato, ai sensi dell’art. 40, comma 1,T.U.; per le aree non edificabili e non coltivate si deve fare riferimento al valore di mercato, ai sensi dell’art. 39 della legge n. 2359/1865

La determinazione dell’indennità di esproprio

il promotore dell’espropriazione offre al soggetto passivo l’indennità, che deve essere determinata in via provvisoria prima dell’emanazione del decreto di esproprio. Se il proprietario ritiene di accettare l’indennità provvisoria, questa viene pagata; in caso contrario, questa viene depositata presso la Cassa depositi e prestiti e il soggetto passivo viene invitato a comunicare se intende ricorrere alla determinazione dell’indennità in via peritale.

Determinazione e rideterminazione dell’indennità provvisoria

La determinazione provvisoria della indennità dovrà essere effettuata secondo i criteri di cui agli artt. 32 e segg. del DPR 327/2001. Le procedure accelerate non consentono, infatti, alcuna deviazione rispetto ai criteri di quantificazione ivi previsti. La peculiarità della procedura in esame consiste semmai, come già in precedenza evidenziato, nella deroga all’iter procedimentale ordinario di determinazione della indennità, con particolare riferimento ai momenti di contraddittorio.

Momento di determinazione della indennità di occupazione

Il decreto d’occupazione d’urgenza non richiede, per la sua legittimità, come affermato ormai da costante indirizzo giurisprudenziale, la contestuale determinazione della relativa indennità, che può essere contenuta in un atto distinto e successivo del procedimento (TAR FI 555/2007, FI 214/2007, PZ 69/2006, CGA 677/2005, SA 2008/2004).

L’indennità d’espropriazione sulla cui base è computabile l’indennità di occupazione

se si aderisce all’interpretazione dell’articolo 50 sopra indicata alla lettera b), si riterrà applicabile anche ai fabbricati l’articolo 50; se si aderisce all’interpretazione di cui alla lettera a), vorrà dire che il criterio di calcolo di cui all’articolo 50 non si applica, e che occorre trovarne un altro, che in assenza di dimostrazione di diverso danno potrà essere ragionevolmente commisurato agli interessi legali.

Periodo di calcolo della indennità di occupazione

Ai sensi dell’art. 22 bis.5 l’indennità d’occupazione è dovuta per il periodo intercorrente tra la data di immissione nel possesso e la data di corresponsione dell’indennità d’espropriazione o del corrispettivo stabilito per l’atto di cessione. Il termine iniziale per il calcolo è costituito pertanto dalla data di immissione nel possesso.

I valori agricoli medi

I valori agricoli medi, dichiarati incostituzionali con sentenza 181 del 10 giugno 2011 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale prima serie speciale n. 26 del 15 giugno 2011), furono introdotti dalla legge 22 ottobre 1971, n. 865, articolo 16, integrata da istruzioni tecniche per la loro determinazione mediante particolari medie ponderate [1] contenute nella lettera circolare n.1/827I del 20/11/1971 dell’allora Direzione Generale del Catasto e dei Servizi Tecnici Erariali, del Ministero delle Finanze.

L'incostituzionalità dei VAM

Con la sentenza 181 in commento la Corte Costituzionale, proseguendo nell’opera di adeguamento del diritto interno alle prescrizioni della CEDU, già intrapresa con le sentenze nn. 348 e 349 del 2007, dichiara incostituzionale il criterio di indennizzo dei suoli agricoli o non edificabili basato sulla determinazione del relativo valore agricolo medio.

Tertium genus e vocazione edificatoria

Fino ad oggi la rigidità del VAM, che attribuiva rilevanza solo alla tipologia di colture praticate sul terreno o nella zona, aveva fatto sì che la predetta categoria di aree, non potendo considerarsi edificabile, fosse indennizzabile solo mediante i criteri tabellari con conseguente soffocamento ai fini indennitari di ogni plusvalore derivante dalle potenzialità di sfruttamento diverse da quelle agricole.

Pagina 13 di 14 13