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La legittimità dall'art.5 bis DL 333/1992: la sentenza 348 del 24 ottobre 2007

Il protrarsi a tempo indeterminato di un criterio indennitario sorto da una situazione di emergenza economica è stato il leitmotif della sentenza 348 che ha dichiarato incostituzionale l’articolo 5 bis, nei primi due commi, nonché il corrispondente articolo 37, anch’esso nei primi due commi, del TUE. La Corte Costituzionale sostiene che l’adeguatezza dei criteri di calcolo dell’indennità di esproprio deve essere storicizzata al contesto istituzionale e giuridico esistente al momento del giudizio

Fondamento giuridico del valore venale come parametro indennitario nel regime interinale

Le amministrazioni hanno il dovere di proseguire le procedure e di non sospenderle a seguito della sentenza 348: ogni carenza del legislatore deve necessariamente essere colmata per via interpretativa. Quando fu dichiarato incostituzionale per le aree edificabili l’articolo 16 della legge 865/1971, si ritenne unanimemente che l’articolo 39 della legge fondamentale, mai formalmente abrogato, avesse allargato la sua sfera d’azione a regolare le fattispecie già disciplinate dalla norma illegittima

Reintroduzione del valore venale: indennità e risarcimenti

Si propone la situazione di equiparazione tra indennità e risarcimento, seppure sul piano più elevato del valore venale, perché da un lato l’incostituzionalità dei primi due commi dell’articolo 5 bis rende operante il criterio del valore venale, dall’altro l’articolo 43 TUE sesto comma fissa l’entità del risarcimento del danno nel valore del bene utilizzato per scopi di pubblica utilità, computando gli interessi moratori a decorrere dal giorno in cui il terreno sia stato occupato senza titolo

Il rapporto di credito e la validità dell'art.5 bis DL 333/1992

La norma è incostituzionale solo dal momento in cui è nato il parametro a cui è stata commisurata in modo sfavorevole, che poi è quello che dà rilevanza costituzionale al contrasto con la CEDU, per omessa osservanza dello Stato degli obblighi derivanti dalle convenzioni internazionali. Il risultato è che a seconda della data di nascita del rapporto di credito rispetto all’entrata in vigore della riforma del titolo V della Costituzione, la norma resterebbe applicabile ai rapporti non definiti

Art. 5 bis DL 333/1992: incidenza delle dichiarazioni di legittimità costituzionale

L’efficacia retroattiva della pronuncia d’incostituzionalità trova un limite in quei casi concreti in cui si siano determinate situazioni giuridiche consolidate ed intangibili, come nei casi di rapporti già definiti, anteriormente alla pronuncia d’illegittimità costituzionale, in base a giudicato e ad atti amministrativi non più impugnabili o ad altri atti o fatti di cui siano esauriti gli effetti e che siano rilevanti, sul piano sostanziale e processuale, nonostante l’inefficacia delle norme

Dichiarazione di incostituzionalità dell'art.5 bis DL 333/1992 ed indennità di occupazione

Della dichiarazione d’incostituzionalità deve tenersi conto anche ove sia pendente il giudizio in tema d’indennità di occupazione, che, se preordinata alla successiva espropriazione suoli a vocazione edificatoria, è determinabile in misura corrispondente ad una percentuale, della indennità che sarebbe dovuta per l’espropriazione dell’area occupata: sicché cadendo il sistema di calcolo dell’indennità espropriativa, cade necessariamente anche il sistema di calcolo dell’indennità di occupazione

Determinazione dell'indennità definitiva e giudiziale

Uno dei possibili esiti della notifica dell’indennità provvisoria di espropriazione è la mancata accettazione alla quale faranno seguito: il deposito dell'indennità, l'emanazione e l'esecuzione del decreto di esproprio. Se la vicenda ablatoria può dirsi conclusa con il trasferimento del bene, non così è per la quantificazione dell'indennità. Nel caso di mancata accettazione l’Autorità espropriante dovrà, infatti, attivare il procedimento per la determinazione della indennità definitiva (art.21)

Determinazione dell'indennità definitiva: il collegio dei tecnici

Il collegio è composto da 3 tecnici, di cui due nominati dall’Autorità espropriante e uno dal Presidente del Tribunale. In caso di dissenso di uno dei tecnici, la relazione è adottata a maggioranza. Tale disposizione induce ad una riflessione circa la composizione del collegio: è necessario che esso sia composto da 3 tecnici o ne sono sufficienti 2? La nomina di un tecnico il cui apporto è irrilevante non è in contrasto con i principi di economicità e semplificazione dell'azione amministrativa?

Determinazione dell'indennità definitiva: la commissione provinciale

Se entro 20 giorni dall’invito a pronunciarsi circa l'intenzione di avvalersi del collegio dei tecnici, l’interessato non ha chiesto la procedura collegiale, l’Autorità espropriante fa istanza alla Commissione provinciale di pronunciarsi. La determinazione definitiva perviene all’Autorità espropriante che provvede a darne notizia a tutti coloro che risultino essere titolari di diritti. L’iter di determinazione dell’indennità definitiva nella procedura accelerata è lo stesso di quella ordinaria.

Indennità provvisoria di espropriazione: determinazione e notifica

I momenti di contraddittorio hanno una finalità precisa: consentire la quantificazione dell’indennità di espropriazione attraverso un processo in cui rilevante è anche il contributo del creditore stesso dell'indennità. In buona sostanza consentire una quantificazione della “giusta indennità”, idonea a favorire il raggiungimento di un accordo tra le parti. L’Autorità espropriante procederà alla determinazione dell’indennità provvisoria di espropriazione, valutate le osservazioni degli interessati

Accettazione dell'indennità di esproprio

L’accettazione deve essere espressa, non potendosi attribuire al silenzio della ditta l’effetto di un consenso. In caso di silenzio l’indennità si intende rifiutata. Quanto alla forma, deve ritenersi, anche se non espressamente prescritto, che l’accettazione debba avere forma scritta perché le conseguenze sul piano procedimentale e sostanziale della relativa dichiarazione appaiono difficilmente conciliabili con una sua manifestazione verbale. L’accettazione deve essere incondizionata nel quantum

Accettazione dell'indennità provvisoria e definitiva

Il termine di 30 giorni accordato al proprietario per l’accettazione della indennità offerta, decorrenti dalla data di notifica non è, con riferimento all'attività del proprietario espropriando, perentorio; l’inutile decorso dello stesso, infatti, non priva il proprietario della facoltà di esercitare il diritto al medesimo riconosciuto anche in un secondo momento. Con riferimento all’attività dell’Autorità espropriante il termine avrà semmai natura sollecitatoria ed, eventualmente, comminatoria

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