INDENNIT

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Cessione pro quota e rideterminazione dell’indennità provvisoria di espropriazione

Le SS.UU. della Corte di Cassazione hanno affermato la natura unitaria della indennità di espropriazione; il corrispondente diritto di credito non è frazionabile in diritti autonomi fino a quando la indennità stessa, unitariamente intesa, non diventi definitiva. Per quanto riguarda la rettifica di errori od omissioni non può mettersi in dubbio la possibilità per l’autorità espropriante di correggere ed integrare il provvedimento di determinazione dell'indennità provvisoria che risulti errato

Effetti dell’accettazione: la corresponsione della indennità di esproprio

L’accettazione dell’indennità produce una serie di effetti per il prosieguo della procedura. Una volta intervenuta, infatti, il proprietario è tenuto a produrre la documentazione comprovante, anche con attestazione notarile, la piena e libera proprietà del bene. Mentre la dichiarazione di assenza di diritti di terzi non è soggetta a termine, per quanto riguarda la produzione della documentazione il legislatore ha previsto il termine di 60 giorni decorrenti dalla comunicazione dell'accettazione

Accettazione dell'indennità: promotore dell'esproprio ed Autorità espropriante

Nell’ipotesi in cui promotore dell’espropriazione ed Autorità espropriante siano soggetti diversi, caso su cui è centrato l’art.26, vien da chiedersi se quest'ultima, possa o debba darne immediatamente notizia al promotore, facendo decorrere i 60 giorni contemporaneamente al perfezionamento degli adempimenti. La risposta non può tuttavia che essere negativa, perché il promotore ha facoltà di eseguire il pagamento durante tutti i 60 giorni, quindi l'ordinanza deve essere fin da subito esecutiva

Il pagamento dell'indennità da esproprio in presenza di diritti di terzi

Secondo la distinzione classica, i diritti che conferiscono facoltà di godimento di un bene possono essere reali o di obbligazione. I diritti reali sono caratterizzati da assolutezza, esclusività, immediatezza. I diritti di obbligazione nascono da un vincolo personale che lega creditore e debitore: in questo caso il godimento del fondo è oggetto di una prestazione contrattuale. I primi sono diritti sulle cose e seguono le cose, i secondi sono diritti nei confronti di persone e seguono le persone

Effetti del ritardato pagamento o deposito dell'indennità di esproprio

I termini per il compimento delle attività non sono irrilevanti, potendo assumere conseguenze negative per l’Ente. Come espressamente disposto, nel caso di ritardato pagamento oltre il sessantesimo giorno dalla produzione della documentazione attestante la piena e libera proprietà del bene, al proprietario sono dovuti gli interessi nella misura del tasso legale. Anche nel caso di ritardata erogazione dell’acconto dell’80% rispetto all’immissione in possesso, genera interessi per il proprietario

Indennizzo espropriativo: le regole del giudice di Strasburgo

È stata la CEDU ad individuare progressivamente i canoni generali in materia di indennizzo espropriativo. Il giudice di Strasburgo ha infatti escluso, se non in rari casi, che la proprietà possa essere espropriata senza indennizzo. In linea con tale affermazione, si è poi ritenuto che un pagamento ragionevole all’espropriato garantisca il giusto equilibrio fra i contrapposti interessi. Il riferimento alla ragionevolezza lascia comunque agli Stati ampio margine nella quantificazione del ristoro

La Carta di Nizza-Strasburgo, CEDU e la Carta dei diritti fondamentali

L’art.17 della Carta dei diritti fondamentali ricalca le linee fondamentali dell’art.1 del protocollo aggiuntivo alla CEDU, tuttavia prevedendo due rilevanti innovazioni sul versante della tutela del proprietario colpito da un atto ablatorio, riconoscendo esplicitamente per un verso il diritto del proprietario alla giusta indennità e, per altro verso, garantendo effettività al ristoro che dovrà essere versato “in tempo utile”. Dette modifiche solo apparentemente appaiono di basso profilo

Scordino contro Italia fa crollare il sistema dell’indennizzo espropriativo

Se il principio del ristoro pieno del valore del bene può subire limitazioni nei casi di espropriazione, ciò è tollerato quando si adottano misure di riforma economica o misure tendenti a conseguire maggiore giustizia sociale o quando sono operati cambiamenti fondamentali del sistema. Applicando tali principi, la Corte ha concluso che nel caso Scordino c. Italia mancando un legittimo scopo di pubblica utilità non poteva essere giustificato un ristoro di gran lunga inferiore al valore di mercato

Misure generali per migliorare il sistema indennitario interno

La Corte europea propose misure riparatorie proprio in ragione del carattere strutturale della violazione, del gran numero di persone coinvolte e dell’esistenza stessa del sistema introdotto dalla Convenzione, che risulterebbe compromesso da un gran numero di ricorsi originati dalla stessa causa. Si trattava di misure legislative, amministrative e di bilancio che avrebbero tutelato il proprietario e garantito il suo diritto ad un indennizzo ragionevole rispetto al valore dei beni espropriati

Il sistema indennitario introdotto dalla legge n.244/2007

Il giudice dovrà assumere le vesti del legislatore e valutare la proporzionalità dell’intervento attraverso la ponderazione degli interessi in gioco, suggerita tanto dalla Corte di Strasburgo che dalla Corte costituzionale e l’eventuale sussistenza di ragioni sociali evidenti che renderebbero possibile, praticabile o dovuto un diverso giudizio di proporzionalità. L’indennità di espropriazione di un’area edificabile è pari al valore venale del bene in favore del proprietario legittimamente ablato

Legge n.244/2007: una portata parzialmente retroattiva

Nella sentenza Scordino, la CEDU ha mitigato notevolmente il divieto del legislatore di incidere retroattivamente sul diritto dominicale, finendo essa stessa col suggerire all’Italia una disciplina anche retroattiva, purchè idonea ad eliminare il ricorso a Strasburgo. Per agevolare la rapida ed effettiva eliminazione della disfunzione nazionale di tutela dei diritti umani, il giudice di Strasburgo consigliò infatti alle autorità di assumere, retroattivamente se necessario, misure riparatorie

Corte cost.n.181/2011: l’indennizzo in materia di suoli agricoli

L’interesse per la categoria dei suoli agricoli era fortemente scemato perché si era affermato un sistema che confezionava, all’interno del genus delle aree agricole, tutto ciò che non poteva inserirsi nella categoria delle aree edificabili, escludendosi radicalmente l’ammissibilità di un tertium genus, capace di dare riconoscimento ad utilità e valori diversi. Per tal motivo anche le aree prive di vocazione edificatoria dovevano essere valutate secondo i parametri fissati per le aree agricole

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