Cessione pro quota e rideterminazione dell’indennità provvisoria di espropriazione

uo;accordo di cessione e l’atto di cessione L’efficacia solo impegnativa o immediatamente traslativa dell’accordo di cessione volontaria conseguente all’accettazione dell’indennità provvisoria è stata oggetto nel corso dei decenni di innumerevoli equivoci (forieri di gravi conseguenze per gli enti che si sono illusi di aver chiuso la procedura con il solo accordo di cessione), che il TU non ha dissipato: basti pensare al comma 3 dell’articolo 45 ove si afferma testualmente che l’accordo di cessione (e non già l’atto di cessione, al quale invece fanno riferimento il primo comma del medesimo articolo e altre norme come l’articolo 20.9) produce gli effetti del decreto di esproprio.

In realtà pare opportuno non farne una questione nominalistica ma di sostanza, andando a verificare di caso in caso il contenuto concreto dell’accordo tra l’espropriante e l’espropriando: laddove si ceda ... _OMISSIS_ ...n forma scritta un bene certo e ben individuato, secondo le formalità previste dalle norme sull’evidenza pubblica (CASS 17840/2002), e con i soggetti competenti, vi è un atto di cessione; laddove, invece, venga semplicemente concordata l’indennità, manifestando la disponibilità alla futura cessione, vi è un mero accordo di cessione volontaria.

In quest’ultima accezione l’istanza di cessione volontaria non è altro che la manifestazione della disponibilità del proprietario al trasferimento della titolarità del diritto oggetto della procedura ablatoria dietro un determinato corrispettivo, e l’accordo di cessione volontaria sta ad indicare l’incontro di volontà tra l’espropriante e l’espropriando sul futuro trasferimento e sul corrispettivo.

Conseguentemente l’accordo sull’indennità ha il solo effetto di precludere ogni futura contestazione sull’importo dell’indennità di esp... _OMISSIS_ ...ninteso, fintantoché la procedura rimane legittima), ma non comporta di per sé la cessione volontaria del bene: ne consegue – come si è detto – che, verificatasi l’accettazione dell’indennità provvisoria ed avvenuto il pagamento degli importi maggiorati in vista della cessione volontaria, il bene può essere trasferito all’espropriante mediante decreto di espropriazione, avendo il titolare del fondo interesse a riscuotere l’indennità concordata e maggiorata, ma non a stipulare un atto bilaterale in luogo del decreto imperativo.

La modalità più diffusa di formalizzazione dell’accordo di cessione volontaria consiste in una proposta indennitaria e nella successiva accettazione da parte del proprietario mediante istanza di cessione bonaria, o volontaria del bene (a cui talora fa seguito una ulteriore presa d’atto dell’ente), ma spesso consiste anche in verbali o atti a firma congiunta di varia fattura.
... _OMISSIS_ ...i verbali o atti bilaterali che contengono gli accordi di cessione volontaria raramente presentano i connotati di veri e propri atti di cessione, e nella maggior parte dei casi il trasferimento della titolarità del diritto oggetto della procedura ablatoria è demandato a successivi atti, redatti in forma trascrivibile, con un preciso e specifico contenuto traslativo.

L’argomento verrà analizzato compiutamente più avanti.

Accettazione pro quota Con intervento del 1993, provocato da un contrasto in essere, le SS.UU. della Corte di Cassazione (sentenza n. 6635 del 15 giugno 1993), hanno affermato la natura unitaria della indennità di espropriazione; il corrispondente diritto di credito non è frazionabile in diritti autonomi fino a quando la indennità stessa, unitariamente intesa, non diventi definitiva. Ne consegue che, nel caso di bene indiviso, se uno dei comproprietari agisce in giudizio in sede di opposizione alla stima, ciò comporta ... _OMISSIS_ ...one dello stesso a beneficio degli altri opponenti ed a sua volta il giudice determina la indennità in rapporto all’intero bene e non alle singole quote. L’opponente è pertanto legittimato a richiedere il deposito dell’intera indennità giudizialmente determinata (APP NA 19/03/2007; CASS 25920/2005, 9172/2005).

Peraltro la Cassazione ha anche avuto modo di precisare che se accanto ai comproprietari opponenti ve ne siano altri che abbiano optato per stipulare la cessione volontaria per le rispettive quote, la posizione di questi ultimi rimane impregiudicata e l’Ente è tenuto a depositare la sola quota corrispondente alla percentuale riferita all’opponente o opponenti (CASS 21638/2005, 12861/1999).

Quest’ultima posizione trova oggi conferma nell’art. 45.1, che riconosce al proprietario il diritto di stipulare l’atto di cessione non solo del bene (unitariamente inteso) ma anche della sua quota di ... _OMISSIS_ ...): è evidente che il comproprietario accettante non debba essere costretto a subire le conseguenze, che potrebbero anche rivelarsi per lui ingiustamente sfavorevoli, di valutazioni e scelte procedimentali degli altri comproprietari.

Rideterminazione dell’indennità provvisoria Per quanto riguarda la rettifica di meri errori od omissioni non può mettersi in dubbio la possibilità in via generale per l’autorità espropriante di correggere ed integrare il provvedimento di determinazione dell’indennità provvisoria che risulti errato.

Quanto a un più generale potere di rideterminazione, occorre distinguere tra articolo 20, 22 e 22 bis.

Per quanto riguarda la procedura ordinaria, tra il 17.2, il 20.1 e il 20.2, non mancano le fasi partecipative con l’interessato, di talché ogni questione istruttoria dovrebbe trovar modo di essere sufficientemente approfondita prima della determinazione formale dell’indenn... _OMISSIS_ ....

Dal punto di vista letterale, nell’articolo 20 è stabilito che nei trenta giorni successivi alla notifica il proprietario può solamente accettare l’indennità (comma 5) o designare il tecnico per la fase successiva (comma 7), non già anche di proporre osservazioni, le quali dovrebbero essere state prodotte e valutate prima della formale determinazione ai sensi del secondo comma dell’articolo 17 e dei primi due commi dell’articolo 20.

Tuttavia, qualora emergessero dopo la formale determinazione dell’indennità provvisoria elementi nuovi, oggettivamente riscontrati e condivisi dall’autorità espropriante, di talché la rideterminazione dell’indennità provvisoria consentirebbe di raggiungere senz’altro l’accordo, il buon senso ispirato all’esigenza dell’economicità dell’azione amministrativa induce a non trasmettere la pratica alla Commissione, o ad avviare una inutile e cost... _OMISSIS_ ...i nomina del collegio dei periti.

Va però distinta l’ipotesi in cui le osservazioni del proprietario possono trovare immediato accoglimento da parte dell’Autorità espropriante senza necessità di particolari istruttorie, per cui la procedura può essere “dirottata” sul piano formale all’articolo 45 (non essendosi ancora eseguito il decreto di esproprio, la PA e l’espropriando hanno infatti pur sempre diritto di stipulare l’atto di cessione volontaria sulla base del corrispettivo così stabilito), dall’ipotesi in cui le osservazioni, invece, entrano nel merito e contestano i criteri di valutazione indennitaria, non potendosi esimere in tal caso l’autorità espropriante dall’avvio della procedura di determinazione definitiva.

Diversamente, se si procedesse con sistematicità a re-istruire e rideterminare la provvisoria a seguito di qualunque obiezione, la procedura stabilita dal DP... _OMISSIS_ ...ebbe stravolta, venendosi di fatto ad introdurre surrettiziamente tre livelli – anziché i due previsti dalla legge – di determinazione dell’indennità in via amministrativa.

L’articolo 22 non prevede, a differenza dell’articolo 20, una fase partecipativa precedente alla determinazione (salvo quella dell’articolo 17.2), che avviene “senza particolari indagini o formalità”. Quindi nella procedura accelerata dell’articolo 22 (come in quella dell’art. 22 bis) è più elevato, rispetto alla procedura ordinaria, il rischio che l’autorità espropriante incorra in errori o in una stima affrettata ed emendabile, anche se questo non può giustificare l’elevazione a sistema di stime progettuali approssimative o deliberatamente apodittiche.

Tuttavia, analogamente all’art. 20, nell’articolo 22 è previsto che nei trenta giorni successivi all’immissione in possesso il pro... _OMISSIS_ ... o rimanere inerte, o comunicare se condivide l’indennità, o chiedere la nomina dei tecnici, senza la formale possibilità di produrre osservazioni (commi 1-4).

Tra l’altro, attenendosi strettamente all’articolo 22, non potendo il proprietario presentare osservazioni prima dell’esecuzione del decreto di esproprio, che è l’immissione in possesso, diventa – dopo l’immissione in possesso – finanche inapplicabile l’articolo 45, il ricorso al quale avrebbe potuto costituire un rimedio alla stima sbagliata. Nulla comunque impedisce che prima dell’immissione in possesso, se vi sia un sostanziale accordo tra l’autorità espropriante e il proprietario sulle modifiche all’indennità provvisoria (beninteso quantificata sempre in base ai criteri legali), si possa procedere “dirottando” la procedura dall’articolo 22 all’articolo 45, il quale è applicabile fino all’esecuzi... _OMISSIS_ ... di esproprio.

L’articolo 22 bis, invece, sembra consentire in maniera più agevole la rideterminazione. Infatti, oltre a precisare come nell’art. 22 che l’indennità viene determinata “senza particolari indagini o formalità”, accettando dunque la possibilità di un maggior tasso di errori, consente tuttavia al proprietario, come si è detto, oltre alla facoltà di accettare o designare il tecnico, anche quella di “presentare osservazioni scritte e depositare documenti” (comma 1 ultimo capoverso): questa facoltà sembra indurre a ritenere appunto possibile una rideterminazione, dovendosi altrimenti concludere che l’unico senso della produzione di osservazioni e documenti all’autorità espropriante sia quello, contorto e discutibile, di costringere l’autorità espropriante a fare da passacarte raccogliendoli e trasmettendoli d’ufficio all’organo che dovrà determinare l’indennità in via d... _OMISSIS_ ...comprendendosi, se così fosse, perché non si sia allora previsto che le osservazioni vengano prodotte dal proprietario direttamente a quest’ultimo organo (cosa peraltro inutile nel collegio dei tecnici, sussistendo il perito di parte).

La formalizzazione della rideterminazione può essere risolta anche nell’articolo 22 bis “dirottando” la procedura dall’articolo 22 bis all’articolo 45 quando vi sia un immediato accordo dell’autorità espropriante sulle osservazioni pervenute dal proprietario.