Misure generali per migliorare il sistema indennitario interno

Le misure di ordine generale suggerite dalla Corte europea per “raddrizzare” il sistema indennitario interno Andare alla ricerca delle ragioni che hanno condotto il legislatore del 2007 a riempire, in tutta fretta, un vuoto normativo che avrebbe determinato la reviviscenza del criterio del valore venale in materia di indennizzo di immobili edificabili impone di individuare con compiutezza i suggerimenti che, nemmeno scopertamente, erano giunti dalle istanze sovranazionali e nazionali al fine di eliminare la frattura strutturale emersa fra il sistema di tutela interna offerta al proprietario espropriato e quella garantita dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo.

In questa prospettiva, utile sembra un’analisi che proceda, in modo concomitante, all’esame delle indicazioni fornite dalla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo e da Corte cost.n.348/2007, anche al fine di constatare che la disa... _OMISSIS_ ... che aveva caratterizzato la fase iniziale del rapporto fra tali organi giurisdizionali si è tramutata, da ultimo, in sostanziale armonia, confermando riflessioni in altra parte del volume proposte.

Va dunque rammentato che tra le misure di ordine generale che, secondo la Corte di Strasburgo, lo Stato avrebbe dovuto adottare per eliminare la violazione all’art.1 prot.n.1 prodotta dall’art.5 bis l.n.359/1992 - ed anche dall’art.37 t.u.e.- la Corte europea, con un occhio – interessato - alle decine di cause che sono già state proposte per i medesimi motivi nei confronti dell’Italia [1] , propose un coacervo di misure riparatorie proprio in ragione del carattere strutturale della violazione, del gran numero di persone coinvolte e dell’esistenza stessa del sistema introdotto dalla Convenzione che risulterebbe compromesso da un gran numero di ricorsi originati dalla stessa causa -p.236 sent. Scordino c. Italia -.

... _OMISSIS_ ...ice, mosso dal desiderio di “agevolare la rapida ed effettiva eliminazione della disfunzione constatata nel sistema nazionale di tutela dei diritti umani” - p.236 - consigliò alle autorità nazionali di assumere - «retroattivamente se necessario» tali misure riparatorie in modo da eliminare il contenzioso pendente e potenziale: misure legislative, amministrative e di bilancio che avrebbero dovuto garantire il diritto del proprietario ad un indennizzo “che abbia un rapporto ragionevole con i valore dei beni espropriati” e che fosse “effettivamente e rapidamente tutelato”.



Le misure generali suggerite al legislatore da Corte cost.n.348/2008 Esaminando ora i suggerimenti indirizzati al legislatore dalla Corte costituzionale all’atto di dichiarare l’incostituzionalità del criterio indennitario di cui all’art.5 bis l.n.39/1992 - e dell’art.37 t.u. espropriazione il giudi... _OMISSIS_ ...le ha sottolineato alcuni passaggi delle sentenze di Strasburgo per consigliare al legislatore un’accorta modifica dei criteri indennitari in materia di aree edificabili in modo da tenere in considerazione la portata sociale delle finalità pubbliche che si vogliono perseguire.

La Consulta ha tenuto infatti a riaffermare che il legislatore non ha il dovere di commisurare integralmente l'indennità di espropriazione al valore di mercato del bene ablato. Ciò perché livelli troppo elevati di spesa per l'espropriazione di aree edificabili destinate ad essere utilizzate per fini di pubblico interesse potrebbero pregiudicare la tutela effettiva di diritti fondamentali previsti dalla Costituzione (salute, istruzione, casa, tra gli altri) e potrebbero essere di freno eccessivo alla realizzazione delle infrastrutture necessarie per un più efficiente esercizio dell'iniziativa economica privata.

Se nemmeno può tralasciarsi di considerare il rili... _OMISSIS_ ...quo;ordinamento costituzionale ha la funzione sociale della proprietà, prosegue la Corte, ne dovrebbe derivare una legislazione che, pur ineludibilmente garantendo al proprietario che subisce un’espropriazione isolata un ristoro - sempre agganciato al valore di mercato del bene quale emerge dal suo potenziale sfruttamento non in astratto, ma secondo le norme ed i vincoli degli strumenti urbanistici vigenti nei diversi territori [2] - più consistente rispetto a quello di chi è interessato da piani di esproprio volti a rendere possibili interventi programmati di riforma economica o migliori condizioni di giustizia sociale preveda soluzioni diverse- pur agganciate al parametro del valore venale - per i procedimenti ablatori finalizzati ad attuare importanti bisogni collettivi.

È questa la soluzione che avrebbe dovuto traghettare il sistema interno verso quel giusto mezzo capace al contempo di rispondere ai richiami di Strasburgo e di porsi come misura... _OMISSIS_ ...ente corretta.

Del resto, prosegue la Corte ricordando la giurisprudenza della Corte di Strasburgo, criteri di calcolo fissi e indifferenziati rischiano di trattare allo stesso modo situazioni diverse, rispetto alle quali, invece, “il bilanciamento deve essere operato dal legislatore avuto riguardo alla portata sociale delle finalità pubbliche che si vogliono perseguire, pur sempre definite e classificate dalla legge in via generale.”