TRASFERIMENTO DEL DIRITTO

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Il contenuto del decreto di esproprio

Poiché il decreto di esproprio conclude il procedimento ablatorio, è opportuno che nella fase di emanazione del decreto venga compiuta una completa ricognizione degli atti gestiti in precedenza

Gli effetti del decreto di esproprio

Il decreto di esproprio conclude l’intero iter espropriativo, tuttavia la semplice emanazione del decreto non determina l’effetto ablatorio: è necessario che esso venga notificato ed eseguito

Accordi e atti di cessione volontaria

Gli accordi di cessione implicano una futura disponibilità ad addivenire ad un atto di cessione, avendo accettato l’indennità provvisoria, mentre gli atti di cessione hanno una vera e propria efficacia traslativa della proprietà all’espropriante

L’esecuzione del decreto di esproprio

La P.A. una volta disposto l’esproprio, non può procedere all’apprensione del bene, dovendo dare avviso all’originario proprietario del momento in cui è prevista l’esecuzione del decreto di esproprio attraverso l’occupazione materiale dell'immobile

Esercizio del diritto di prelazione e retratto in materia agraria

Ai fini dell'esercizio del diritto di prelazione in materia agraria, non rileva la contrapposizione tra "area edificabile" (per la quale non è ammesso tale diritto) e "area non edificabile" (con riguardo alla quale esso è consentito), bensì quella tra aree destinate ad usi "agricoli" e aree destinate, invece, ad "utilizzazione" diversa (ovvero edilizia, industriale o turistica), ancorché non edificabili, purché non suscettibili di utilizzazioni economiche per effetto dello sfruttamento agricolo.

Il decorso dell'usucapione pubblica dall'occupazione legittima

L’art. 1164 c.c. stabilisce che “il tempo necessario per l’usucapione decorre dalla data in cui il titolo del possesso è stato mutato”. Il provvedimento di occupazione in forza del quale l'Amministrazione si è immessa nel possesso del bene presupponendo il riconoscimento della proprietà altrui, configura una mera detenzione, inidonea a far decorrere il termine per l’usucapione.

Il fine economico nel procedimento di dismissione del patrimonio pubblico immobiliare

Il concetto di valorizzazione del patrimonio pubblico immobiliare, ispirato dai più nobili principi costituzionali inerenti all'economicità, alla promozione, allo sviluppo sociale ed all'integrità territoriale, ha permesso l'attività di dismissione secondo lo schema della concertazione, senza peraltro rinunciare all'esercizio di quel potere pubblico tipico della norma di legge appositamente prevista per l'attuazione della destinazione d'uso a beneficio della collettività.

Il procedimento di dismissione immobiliare: la sdemanializzazione

Il concetto di dismissione del patrimonio pubblico può essere introdotto come procedimento prodromico non solo dell’attività di alienazione del bene, ma anche di tutte le altre conseguenze previste e regolarizzate dal legislatore, quali ad esempio l’espropriabilità o la sua usucapibilità, che fanno capo alla sdemanializzazione patrimoniale.

Il c.d. Decreto Tremonti: come cambiano i concetti di privatizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico

Il “Decreto Tremonti” e il decreto legislativo sul “Federalismo demaniale”, sono permeati dalle buone intenzioni del legislatore conformi all’idea di vuotare il debito di conoscenza del patrimonio immobiliare pubblico, raggiungere un quadro organico di interventi legislativi nelle singole materie, puntare alla valorizzazione implementando la produttività secondo le diverse realtà territoriali.

Acquisto beni culturali: prelazione del Ministero dei beni culturali

L’errore particolarmente esiguo nell’indicazione numerica del prezzo da pagare per esercitare il diritto potestativo di prelazione, in presenza di costante riferimento al prezzo di aggiudicazione e non a quello a base d’asta, è da qualificarsi come errore imputabile a svista e per ciò, usando terminologia civilistica, come errore ostativo facilmente riconoscibile e del tutto irrilevante (cioè non essenziale), come tale soggetto solo a correzione.

La privatizzazione dell'amministrazione ferroviaria e sua incidenza sulla natura giuridica della rete

Quando si parla di demanio ferroviario si fa riferimento a tutti quei beni necessari per lo svolgimento del servizio di trasporto ferroviario. Tali beni, all’esito di un acceso dibattito interpretativo e utilizzando come dato normativo di partenza l’art. 822 cc, sono stati inseriti nell’ambito categoriale del demanio eventuale e assoggettati alla relativa disciplina giuridica. Tra i beni ferroviari classificati come demaniali sono stati inseriti: sedi ferroviarie, fabbricati, magazzini, officine

Il fenomeno societario conseguente al processo di privatizzazione degli enti pubblici

Gli enti pubblici in virtù della previsione sul parastato sono costituiti per legge. Sebbene tale previsione normativa sembra assumere un contenuto inequivoco e, dunque, non dare adito a dubbi interpretativi, in realtà, molti sono stati i problemi che si sono verificati nella prassi. A tale riguardo, infatti, spesso la legge non ha provveduto a qualificare espressamente l’ente costituito come pubblico e ciò ha determinato di conseguenza l’insorgere di problematiche ermeneutiche di non poco conto

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