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Le poste indennitarie per l'occupazione illegittima: pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale

L’indennizzo per il pregiudizio patrimoniale ex art. 42 bis T.U.Es. corrisponde semplicemente al «valore venale del bene utilizzato per scopi di pubblica utilità». In aggiunta al controvalore del fondo corrisposto a tale titolo, l'espropriato ha diritto ad un indennizzo per il «pregiudizio non patrimoniale», che di norma è forfettariamente liquidato nella misura del misura del dieci per cento del valore venale del bene.

Reiterazione dei vincoli urbanistici per la realizzazione di standard

Costituisce adeguata motivazione dell'interesse pubblico alla reiterazione dei vincoli il riferimento alla costante e rilevante crescita demografica che comporta la progressiva riduzione degli standard urbanistici, contestualmente giustificandosi, altresì, l’attuata individuazione di aree a standard in misura superiore rispetto al dimensionamento minimo previsto dalla legge urbanistica regionale.

Discrezionalità della p.a. nella pianificazione degli standard urbanistici

La suddivisione del territorio in zone, che costituisce esercizio di potere amministrativo di tipo tecnico discrezionale, risponde all’esigenza di assicurare un ordinato assetto e sviluppo del territorio e, in particolare, le previsioni recate dal d.m. n. 1444 del 1968 concernenti la zonizzazione per standard sono funzionali a garantire la congrua dotazione di spazi da riservare a fini pubblici.

Realizzazione e computo delle aree urbanistiche da destinare a parcheggio

Mentre gli spazi di parcheggio di cui all’art. 41 quinquies della legge n. 1150 del 1942 costituiscono aree pubbliche da conteggiarsi ai fini della dotazione di standard, quelli di cui al successivo art. 41-sexies sono qualificati come aree private pertinenziali alle nuove costruzioni e come tali escluse (ex art. 3, comma 2, lett. d), del D.M. 2 aprile 1968, n. 1444) dal computo del calcolo della misura degli standards.

Natura e funzione degli standard urbanistici di cui al D.M. 1444/1968

L’esatta considerazione del fabbisogno abitativo è elemento essenziale per la corretta costruzione del piano regolatore generale, non solo nelle sue linee essenziali, ma anche per la corretta definizione degli standard urbanistici, necessari per conseguire la razionale utilizzazione del territorio.

Regime urbanistico delle aree destinate a standard

L’amministrazione è libera di implementare discrezionalmente la dotazione di aree per servizi di interesse generale nell'esercizio dei propri poteri di pianificazione del territorio e in funzione del soddisfacimento di interessi meritevoli di tutela.

La dotazione di standard superiore al minimo di legge

Se si decide di sovradimensionare gli standard, è necessario che siano esternate le ragioni che spingono ad un sacrificio degli interessi privati superiore rispetto a quello minimo imposto, in via generale, dall’ordinamento. E’ bene, peraltro, precisare che la motivazione deve avere a riferimento le previsioni urbanistiche complessive di sovradimensionamento, indipendentemente dal riferimento alla destinazione di zona di determinate aree.

Categorie di soggetti legittimati ad agire nel processo amministrativo

Non sussiste la legittimazione ad agire in capo al soggetto che fonda la propria posizione di (possibile) vantaggio non già sull’adozione dell’atto da parte dell’amministrazione, bensì su un atto di autonomia privata, la cui efficacia è subordinata al positivo esercizio del potere amministrativo da parte dell’amministrazione nei confronti dell’altro contraente, come l'alienante che mira ad una integrazione del prezzo di vendita in caso di accoglimento del ricorso.

Legittimazione attiva del proprietario confinante ad impugnare un titolo edilizio

La qualifica giuridica di proprietario di un bene immobile confinante deve di per sé ritenersi idonea a creare la legittimazione e l'interesse al ricorso, non occorrendo altresì la verifica della concreta lesione di un qualsiasi altro interesse di rilevanza giuridica, riferibile a norme di diritto privato o di diritto pubblico.

La legittimazione ad impugnare un provvedimento amministrativo

La legittimazione ad impugnare un provvedimento amministrativo deve essere direttamente correlata alla situazione giuridica sostanziale che si assume lesa dal provvedimento e postula l'esistenza di un interesse attuale e concreto all'annullamento dell'atto; altrimenti l'impugnativa verrebbe degradata al rango di azione popolare a tutela dell'oggettiva legittimità dell'azione amministrativa, con conseguente ampliamento della legittimazione attiva fuori dai casi espressamente previsti dalla legge.

Il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica contro gli atti amministrativi

Il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica costituisce un rimedio giustiziale di carattere essenzialmente impugnatorio, volto ad accordare una tutela riparatoria contro atti amministrativi definitivi, alternativo alla ordinaria azione davanti al G.A. ed offre una tutela che si esplicita in una decisione costitutiva di annullamento del provvedimento di cui venga accertata la contrarietà all'ordine giuridico, in caso di accoglimento, e di definitivo consolidamento in caso di rigetto.

Durata e decadenza dei vincoli urbanistici e legali

I vincoli espropriativi imposti su beni determinati dallo strumento urbanistico hanno per legge durata limitata: in linea generale, cinque anni, alla scadenza dei quali, se non è intervenuta dichiarazione di pubblica utilità dell’opera prevista, il vincolo preordinato all’esproprio decade (art. 9 del T.U. delle norme in materia di espropriazione per pubblica utilità, approvato con D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327).

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