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Beni oggetto di tutela culturale e responsabilità amministrativa, civile e penale

La responsabilità da omessa custodia di un bene destinato all'attività di culto, anche se per consuetudine asservito a un uso pubblico, grava sul proprietario del bene e non sull'ente territoriale su cui insiste il bene, a meno che non sia dimostrata una detenzione o un potere di fatto dell'ente territoriale sulla cosa.

Verifica e dichiarazione dell'interesse culturale

La norma dell'art. 14 D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali) prevede che il soprintendente avvia il procedimento per la dichiarazione dell'interesse culturale, anche su motivata richiesta della Regione e di ogni altro ente territoriale interessato, dandone comunicazione al proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo della cosa che ne forma oggetto.

Interventi abusivi realizzati in assenza o difformità dal titolo edilizio

Una volta accertata l’illeceità dell’opera per l’assenza del permesso di costruire, ne deve essere disposta la demolizione indipendentemente dalla verifica della loro eventuale conformità allo strumento urbanistico e della loro sempre eventuale sanabilità.

Gli interventi edilizi abusivi per totale difformità dal permesso di costruire

La difformità totale dal titolo edilizio si verifica allorché si realizzi un “aliud pro alio” rispetto alla costruzione progettata e cioè qualora siano ravvisabili opere non rientranti tra quelle consentite, che abbiano una loro autonomia e novità oltre che sul piano costruttivo anche su quello della valutazione economico-sociale.

Abusi edilizi causati dalla realizzazione di un manufatto con variazioni essenziali rispetto al titolo assentito

Il mutamento della destinazione d'uso implica modifica degli standards urbanistici ed integra una variazione essenziale dell’intervento edilizio rispetto al progetto precedentemente assentito, ex art. 32 del d.P.R. n. 380/2001, con la conseguenza che la sanzione applicabile non può che essere quella demolitoria prevista dall'art. 31 del D.P.R. citato.

Le somme dovute a titolo di oblazione della domanda di condono edilizio

Le somme dovute a titolo di oblazione della domanda di condono, il cui pagamento deve intervenire nei due anni dalla presentazione della stessa perché possa dirsi formato il silenzio-assenso, consistono in tutte le somme che il richiedente è necessario versi per conseguire il titolo edilizio in sanatoria, e dunque non solo quanto ancora dovuto per oblazione, ma anche quanto dovuto in relazione alla tipologia di abuso da sanare.

Il condono per abusi edilizi in zone vincolate presuppone la loro conformità alle norme e agli strumenti urbanistici

La presenza di un vincolo relativo, indipendentemente dal parere reso dalla competente Soprintendenza BB.CC.AA., impedisce la sanatoria , ove, comunque, vi sia la contestuale difformità dell’abuso rispetto alle norme urbanistiche ed alle prescrizioni degli strumenti urbanistici.

Rispetto delle distanze legale tra edifici per gli immobili abusivi

In tema di illegittimo rilascio di permesso di costruire va verificato se il provvedimento risulti adottato in violazione della norma di diritto pubblico in tema di distanze, nel senso che il nuovo manufatto si ponga in contrasto con le finalità di tutela dell'interesse pubblico al quale il DM 1444/1968 è teleologicamente orientato.

Rapporti e interrelazione tra abusi e sanzioni di natura edilizia e paesaggistica

L’avvenuta edificazione di un'area o le sue condizioni di degrado non costituiscono ragione sufficiente per recedere dall'intento di proteggere i valori estetici o paesaggistici ad essa legati, poiché l'imposizione del vincolo costituisce il presupposto per l'imposizione al proprietario delle cautele e delle opere necessarie alla conservazione del bene e per la cessazione degli usi incompatibili con la conservazione dell'integrità dello stesso.

Il contenuto contrattuale delle convenzioni urbanistiche

Il contenuto contrattuale delle convenzioni urbanistiche è sostanzialmente definito dalla legge e dagli atti di pianificazione, di modo che non può configurarsi una "autonomia", e dunque una "disponibilità" delle obbligazioni da assumersi con la convenzione da parte dell'amministrazione, se non nella misura in cui le stesse trovano previo riscontro nella legge e negli altri atti citati.

Natura giuridica e disciplina di legge applicabile alle convenzioni urbanistiche

La convenzione di lottizzazione è inquadrabile negli accordi sostitutivi di provvedimento di cui all’art. 11 della legge n. 241 del 1990 che, inserendosi nell’alveo dell’esercizio di un potere, ne mutuano le caratteristiche e la natura, salva l’applicazione dei principi civilistici in materia di obbligazione e contratti per aspetti non incompatibili con la generale disciplina pubblicistica.

Il principio dall'integrale copertura dei costi di acquisto delle aree peep non opera in caso di acquisizione illecita delle aree

Laddove l’acquisizione delle aree da destinare alla realizzazione dei PEEP avvenga non già attraverso le procedure espropriative di legge, bensì come effetto di un fatto illecito che, da un lato, determina l’acquisto della proprietà del suolo alla mano pubblica e, dall’altro, fa sorgere nei proprietari delle aree il diritto al risarcimento del danno per la perdita della proprietà ai sensi dell’art. 2043 c.c., il principio dell’integrale copertura dei costi sostenuti per l’acquisto viene meno.

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