Le concessioni delle acque minerali e termali

1. Le concessioni delle acque minerali e termali.

Le acque minerali e termali sono considerate una «merce», come tale destinata al consumo (a seguito di imbottigliamento e sfruttamento commerciale, nel caso delle acque minerali) o all’utilizzo di massa (tramite la creazione di apposite strutture per la fruizione, come nel caso delle acque termali). In entrambi i casi tali attività sono comunque sottoposte a uno specifico regime autorizzatorio e concessorio.

In questo paragrafo affronteremo il tema delle concessioni di siffatte acque «speciali».

Ai sensi dell’art. 14 del R.D. n. 1445/1927, «le miniere possono essere coltivate soltanto da chi ne abbia avuto la concessione» e abbiamo invero altresì già ricordato l’art. 97 del Codice dell’Ambiente, il quale recita che «le concessioni di utilizzazione delle acque minerali naturali e delle acque di sorgente son... _OMISSIS_ ...nuto conto delle esigenze di approvvigionamento e distribuzione delle acque potabili e delle previsioni del Piano di tutela di cui all’articolo 121». A sua volta, il predetto art. 121 prevede il c.d. Piano di tutela delle acque, un piano di settore nella cui formazione sono coinvolte le Autorità di bacino e che deve contenere, per espressa previsione normativa, «le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico».

Dal rilascio della concessione dipende pertanto la possibilità di utilizzo dell’acqua minerale: a contrariis, come sostenuto dalla giurisprudenza amministrativa di merito, «in assenza della concessione, le acque minerali non possono essere sfruttate, neanche al solo scopo di imbottigliarle e di commercializzarle». Di conseguenza, il rilascio della concessione risulta essere un presupposto necessario al fine dell’esercizio dell’attività di impresa consistente ne... _OMISSIS_ ...mento e nella commercializzazione.


2. La durata.

In relazione alla durata delle concessioni, l’art. 96, comma 8 del Codice dell’Ambiente prevede la temporaneità di tutte le concessioni, la cui durata è pari a trenta anni, salvo casi particolari espressamente previsti dalla legge, vale a dire le concessioni per uso irriguo e per la piscicoltura, la cui è durata può essere pari a quaranta anni, ovvero ancora per le concessioni di grande derivazione idroelettrica o di grandi derivazioni ad uso industriale.

Interessante a tal proposito è la pronuncia della Corte Costituzionale n. 1/2010, citata nel paragrafo che precede, la quale ha altresì affermato – incidenter tantum – che le concessioni concernenti le acque minerali e termali devono avere una durata trentennale, in quanto sottoposte ai limiti di tutela ambientale fissati ai sensi dell’art. 117, secondo comma, lettera s) Cost., e all... _OMISSIS_ ...ione dell’art. 96 del Codice dell’Ambiente.

3. La scelta del concessionario.

Per quanto concerne la scelta del concessionario, occorre soffermarsi brevemente sulla disciplina comunitaria oggi vigente.

Com’è noto, la c.d. Direttiva Bolkestein (Direttiva 2006/123/CE) ha sancito la necessità di procedure ad evidenza pubblica per ogni caso di rilascio di concessione di un bene pubblico, in applicazione dei principi di uguaglianza, di libertà di stabilimento e di tutela della concorrenza. Il Consiglio di Stato, in una risalente pronuncia, aveva invero affermato che «il nostro ordinamento, sulla scia di significativi impulsi in tal senso rivenienti dal diritto comunitario, è oggi attestato, anche in forza di una lettura interpretativa delle norme nazionali orientata al rispetto dei principi contenuti nel Trattato CE, sulla necessità che le Amministrazioni pubbliche (o i soggetti alle stesse equiparate) adotti... _OMISSIS_ ...mparative ad evidenza pubblica ogni volta che debbano affidare commesse o beni pubblici di rilevante interesse economico».

In altre parole, e procedendo per sussunzione, occorre affermare come – essendo le «acque minerali e termali» un bene pubblico demaniale – l’affidamento di un siffatto bene demaniale in concessione ad un soggetto privato debba rispettare le procedure di evidenza pubblica.

Interessante, in tal senso, una pronuncia del T.A.R. Abruzzo, il quale, interpretando la Direttiva Bolkestein, ha sostenuto – condivisibilmente – che «l’esclusione dei servizi sanitari dall’ambito applicativo della direttiva 2006/123/CE (c.d. direttiva Bolkestein), previsto dall’art. 2, co. 2, della stessa direttiva, costituendo una deroga a quest’ultima e ai principi comunitari in tema di concorrenza, deve formare oggetto di interpretazione restrittiva e deve, pertanto, esser... _OMISSIS_ ... ipotesi di autorizzazione allo svolgimento di attività sanitaria (si pensi all’accreditamento): non vi possono, invece, rientrare ipotesi “spurie” come la concessione di acque minerali e termali, in cui la fornitura di servizi termali costituisce solo uno dei modi possibili di sfruttamento del bene dato in concessione». Dal canto suo, il Consiglio di Stato specificava che «in relazione alla gestione delle acque termali … l’amministrazione deve farsi carico, a mezzo di atto di indizione della procedura selettiva, di stabilire preliminarmente i contenuti qualificanti l’offerta di utilizzo della risorsa mineraria, nonché i criteri di massima di valutazione delle offerte medesime, così soddisfacendo la possibilità di accesso al bene pubblico in condizioni di trasparenza, concorsualità ed imparzialità della scelta».

In altre parole, dunque, la scelta del concessionario della risorsa minerale o terma... _OMISSIS_ ...avvenire secondo le modalità di evidenza pubblica, pena l’illegittimità dell’intera procedura di selezione. In questo senso si inserisce il Consiglio di Stato, che afferma la assoluta incompatibilità con il diritto comunitario di una norma di legge regionale che «preveda il rinnovo automatico della concessione mineraria di acque termali a favore del precedente titolare del titolo concessorio, essendo necessario l’espletamento di una procedura ad evidenza pubblica».


4. Il canone concessorio.

Tutte le concessioni di beni demaniali sono onerose: è previsto, infatti, a carico del concessionario, un obbligo di corresponsione del c.d. canone in favore della Pubblica Amministrazione concedente, nell’ambito di un più vasto rapporto sinallagmatico tra le parti.

Il regime delle concessioni delle acque minerali e termali non ha ragione di discostarsi dalla normativa generale.

Il ... _OMISSIS_ ...oncessione di acque minerali afferisce «ad un rapporto avente ad oggetto lo sfruttamento economico di un bene pubblico che assume caratteristiche ibride: autoritative e pubblicistiche, quanto alla previsione e fissazione di un adeguato canone; pattizie e privatistiche, quanto alla possibile esistenza di regole negoziali accessive al provvedimento concessorio».

Anche la Corte Costituzionale ha avvalorato il principio dell’onerosità della concessione e quello della proporzionalità del canone all’effettiva entità dello sfruttamento delle risorse pubbliche che la concessione comporta e all’utilità economica che il concessionario ne ricava, la cui competenza è – come abbiamo visto poc’anzi – demandata alle regioni. Da ciò peraltro discende che la modalità di calcolo e la periodicità di corresponsione del canone variano sensibilmente da una regione all’altra, stante la potestà regionale di disciplinare, tra l... _OMISSIS_ ...nche il regime dei canoni.

Per il calcolo del canone periodico sono generalmente individuati uno o più parametri e, per ciascuno di essi, un canone unitario o percentuale corrispondente. I parametri adottati vanno dall’estensione della superficie concessa alla quantità di acqua emunta, fino al fatturato conseguito dal concessionario, nel caso delle concessioni termali. Peraltro, «qualora la normativa regionale preveda che il canone per la concessione di acque termali sia determinato applicando una determinata aliquota sul fatturato annuo delle aziende termali, occorre escludere dalla base di calcolo il ricavato di quelle attività che nemmeno indirettamente risultano essere collegate alla gestione delle terme, mentre sono comprese tutte quelle prestazioni erogate, in termini di cure termali e prestazioni accessorie, nei confronti dei pazienti e degli accompagnatori degli stessi, che pur non essendo esenti rientrano comunque nel novero dell&rsquo... _OMISSIS_ ...ia delle “aziende termali” e che, quindi, dovranno essere puntualmente individuate per l’imposizione del canone de quo».

Le Regioni possono legittimamente prevedere che il canone per la concessione di acque minerali sia determinato non sulla base dell’estensione della superficie della concessione, ma in proporzione all'acqua imbottigliata o emunta.

Ulteriori elementi di variabilità del canone dipendono da specifiche condizioni di agevolazione, in termini di riduzione dei canoni, sulla base di criteri di premialità ambientali (imbottigliamento in vetro, imbottigliamento in vetro con raccolta dei vuoti, certificazioni ambientali, smaltimento rifiuti, contenimento dell’inquinamento ambientale), premialità sociali (salvaguardia dei livelli occupazionali, ubicazione delle attività in zone socialmente svantaggiate) e premialità di qualità (certificazione di qualità conseguite dalle aziende concessionarie).
... _OMISSIS_ ...rsquo;analisi delle discipline regionali possiamo in ogni caso evincere come sia sempre previsto un c.d. diritto superficiario proporzionale annuo, ovvero un parametro legato all’estensione della superficie demaniale concessa al concessionario e, in alcuni casi, anche una esenzione dal pagamento del canone concessorio legata a profili di premialità ambientale.


5. Il Decreto Ministeriale di riconoscimento delle acque minerali.

Il D.lgs. n. 176/2011 ha attuato la Direttiva 2009/54/CE e – come abbiamo visto – ha definito le acque minerali e di sorgente, oltre che il procedimento amministrativo per la richiesta del riconoscimento della mineralità e le modalità di rilascio dell’autorizzazione alla utilizzazione delle medesime acque.

Ai sensi dell’art. 3 del predetto d.lgs. n. 176/2011, il legislatore ha previsto l’emanazione di un Decreto ministeriale – da parte del ministro della s... _OMISSIS_ ...he deve indicare «i criteri di valutazione delle caratteristiche delle acque minerali naturali», come individuate nell’art. 2. Premesso che «le acque minerali naturali si distinguono dalle ordinarie acque potabili per la purezza originaria e sua conservazione, per il tenore in minerali, oligoelementi o altri costituenti e, eventualmente, per taluni loro effetti» e che «esse vanno tenute al riparo da ogni rischio di inquinamento», l’art. 2 enuclea le caratteristiche delle acque minerali naturali, che devono essere «valutate sul piano:
a) geologico ed idrogeologico;
b) organolettico, fisico, fisico-chimico e chimico;
c) microbiologico;
d) se necessario, farmacologico, clinico e fisiologico.

La composizione, la temperatura e le altre caratteristiche essenziali delle acque minerali naturali debbono mantenersi costanti alla sorgente nell’ambito delle variazioni naturali... _OMISSIS_ ...ito ad eventuali variazioni di portata».

In ottemperanza a quanto previsto, il Ministero della Salute ha adottato il decreto ministeriale in data 10 febbraio 2015, recante proprio i «Criteri di valutazione delle caratteristiche delle acque minerali naturali».

Possiamo pertanto affermare che il riconoscimento della qualifica di acqua minerale naturale prelevata alla sorgente viene effettuato dal Ministero della Salute, su domanda dell’interessato (di norma, i titolari di concessione mineraria o di permesso di ricerca di acque minerali rilasciato dalle competenti autorità regionali), che deve inviare apposita documentazione al ministero medesimo.

Tale documentazione si compone di:
- n. 4 analisi chimiche e chimico fisiche stagionali effettuate dai laboratori di cui al Decreto del Capo di Governo 7.11.1939, ai sensi del D.M. 10 febbraio 2015, con i relativi verbali di prelevamento;
- n. 4 ana... _OMISSIS_ ...giche stagionali effettuate dai laboratori di cui al Decreto del Capo di Governo 7.11.1939, ai sensi del D.M. 10 febbraio 2015, con i relativi verbali di prelevamento;
- una relazione idrogeologica;
- il permesso di ricerca o la concessione mineraria;
- eventualmente documentazione farmacologica e clinica.

Terminata l’istruttoria da parte dell’Ufficio preposto, la documentazione viene trasmessa al Consiglio Superiore di Sanità per il parere di competenza e, acquisito il parere favorevole, il Ministero emana il decreto di riconoscimento.

Orbene, tanto premesso, la giurisprudenza ri...