La determinazione del canone per le concessioni demaniali marittime

1. La concessione demaniale marittima

L’art. 19 reg. es. cod. nav. prevede invero espressamente che in ogni atto di concessione devono essere indicati, tra gli altri elementi, «il canone, la decorrenza e la scadenza dei pagamenti, nonché il numero di rate del canone il cui omesso pagamento importi la decadenza della concessione a termini dell’articolo 47 del codice».

Si rende necessario un breve excursus normativo sull’argomento, per poi addentrarci nelle pronunce giurisprudenziali.

In primis, il codice della navigazione, all’art. 39, afferma che «la misura del canone è determinata dall’atto di concessione», e, successivamente, che «nelle concessioni a enti pubblici o privati, per fini di beneficenza o per altri fini di pubblico interesse, sono fissati canoni di mero riconoscimento del carattere demaniale dei beni».

Il successivo art. 40 cod. nav... _OMISSIS_ ...ece la possibilità di riduzione del canone «qualora l’utilizzazione di beni del demanio marittimo da parte del concessionario venga ad essere ristretta per effetto di preesistenti diritti di terzi», fatta salva la facoltà di rinuncia della concessione da parte del concessionario medesimo (come previsto dall’art. 44, primo comma cod. nav., a cui rimanda lo stesso art. 40 cod. nav.).

Il regolamento di esecuzione disciplina l’istituto del canone all’art. 16, prevedendo che «il concessionario deve corrispondere anticipatamente le singole rate del canone, nella misura ed alle scadenze determinate nell’atto di concessione. Per le concessioni con licenza di durata non superiore al biennio il canone è pagato anticipatamente per l’intera durata. Per le concessioni con licenza di durata superiore al biennio il canone è pagato anticipatamente a rate biennali. Il concessionario deve pagare il canone anche quando n... _OMISSIS_ ...n tutto o in parte della concessione, salvo il disposto dell’articolo 40 del codice. La misura minima normale del canone per la concessione è stabilita da leggi o regolamenti speciali. La misura del canone per le singole concessioni deve essere concordata fra il capo del compartimento e l’intendente di finanza in relazione alla entità delle concessioni stesse, allo scopo che si intende conseguire e ai profitti che può trarne il concessionario. Per le concessioni con licenza la misura del canone, a seconda delle varie spese di concessioni, può essere stabilita in via generale dal capo del compartimento d’accordo con l’intendente di finanza. Il concessionario è obbligato, quando ne sia richiesto, a esibire all’ufficio del compartimento la quietanza attestante il pagamento delle rate del canone».

Tralasciando i vari Decreti Ministeriali in materia, si segnala – tra le altre innovazioni – la legge finanziaria pe... _OMISSIS_ ...squo;art. 1 commi 251 e 252, è andata a modificare l’art. 3 del D.L. n. 400/1993, prevedendo, al comma 251, l’adeguamento dei canoni per le concessioni comprensive di beni pertinenziali ai c.d. valori medi O.M.I. (Osservatorio del Mercato Immobiliare) oltre che l’adeguamento – più in generale – secondo gli indici ISTAT e, al comma 252, l’applicabilità di questa normativa anche alle concessioni aventi ad oggetto la realizzazione e la gestione di strutture dedicate alla nautica da diporto.

La Corte Costituzionale ha ritenuto che «la variazione dei criteri di calcolo dei canoni dovuti dai concessionari di beni demaniali, in particolare di beni appartenenti al demanio marittimo, non è frutto di una decisione improvvisa ed arbitraria del legislatore, ma si inserisce in una precisa linea evolutiva della disciplina dell’utilizzazione dei beni demaniali. Alla vecchia concezione, statica e legata ad una valutazio... _OMISSIS_ ...astratta del valore del bene, si è progressivamente sostituita un’altra, tendente ad avvicinare i valori di tali beni a quelli di mercato, sulla base cioè delle potenzialità degli stessi di produrre reddito in un contesto specifico … Né l’incremento può essere considerato frutto di irragionevole arbitrio del legislatore, tale da indurre questa Corte a sindacare una scelta di indirizzo politico-economico, che sfugge, in via generale, ad una valutazione di legittimità costituzionale. Si tratta infatti di una linea di valorizzazione dei beni pubblici, che mira ad una loro maggiore redditività per lo Stato, vale a dire per la generalità dei cittadini, diminuendo proporzionalmente i vantaggi dei soggetti particolari che assumono la veste di concessionari».



2. Determinazione del canone e tipologie di concessione demaniale marittima

Abbiamo visto come, ai sensi dell’art. 39 cod. nav., la misura del can... _OMISSIS_ ...e predeterminata fin dall’atto di concessione: in uno con la giurisprudenza amministrativa, «si mostra illegittima la commisurazione del canone che, anziché tener conto della consistenza attuale del bene dato in concessione, lo commisuri alla sua conformazione futura, a seguito della realizzazione delle opere».

Sempre in materia di canone, l’art. 7 del D.L. n. 400/1993 afferma – al primo comma – che gli enti portuali possono adottare, per concessioni demaniali marittime rientranti nel proprio ambito territoriale, criteri diversi da quelli indicati nel decreto (all’art. 3) che, comunque, non comportino l’applicazione di canoni inferiori rispetto a quelli che deriverebbero dall'applicazione del decreto medesimo. In altre parole, le Autorità Portuali – nelle concessioni di beni demaniali marittimi che siano ricompresi nella loro circoscrizione – ben possono determinare altri canoni, diversi da quell... _OMISSIS_ ...legislatore, purché non siano inferiori rispetto a quelli stabiliti dall’art. 3 del D.L. n. 400/1993 (e dalle svariate circolari ministeriali di adeguamento). L’articolo in commento deve essere letto insieme all’art. 10 del D.M. 19/7/1989, il quale prevede che «resta ferma la competenza degli enti portuali per la determinazione dei criteri e delle misure dei canoni relativi a concessioni di beni demaniali marittimi compresi nelle circoscrizioni di rispettiva giurisdizione». Il T.A.R. Toscana ha recentemente confermato l’autonomia delle Autorità Portuali, corroborando un’interpretazione che fa salva la discrezionalità degli enti amministrativi portuali. Infatti, si è sostenuto che «le Autorità, fermi questi limiti in ribasso, hanno per contro piena autonomia nella determinazione dei canoni relativi alle concessioni rientranti nel proprio ambito di competenza, e la misura di canone concretamente quantificata nel caso di speci... _OMISSIS_ ... di detta autonomia».

Posto che l’art. 3, primo comma, lett. b), n. 2 del D.L. n. 400/1993 distingue le concessioni comprensive di “pertinenze demaniali marittime destinate ad attività commerciali” da quelle comprensive di “pertinenze demaniali destinate ad attività non commerciali”, «conferendo rilievo non tanto alle condizioni soggettive del titolare della concessione (società lucrativa o cooperativa), ma al rapporto di tipo strutturale ed oggettivo tra i locali e la funzione della concessione così come impressa sul bene demaniale dal provvedimento costitutivo e dalla sua destinazione», discende che, nel caso di specie, «ai fini della determinazione del canone per le concessioni del demanio marittimo, il rapporto tra oggetto della concessione demaniale ed attività commerciali è qualificato in termini di accessorietà e necessarietà: le concessioni con strutture non destinate ad attività commer... _OMISSIS_ ...mente quelle in cui le attività strumentali hanno un carattere meramente ausiliario rispetto a quella esercitata (come cabine, spogliatoi, deposito attrezzi e locali tecnici); mentre quelle «connesse» individuano attività – di norma caratterizzate da una propria utilità specifica, suscettibile di fruizione separata in altri contesti – che si pongono in relazione allo stabilimento in termini di occasionalità non necessaria, ovvero una condizione che consente di sviluppare l’attività esercitata ampliandone le facoltà, ma senza che ciò sia essenziale ai fini della fruizione diretta del bene demaniale e del litorale».

Ai fini della determinazione del canone, è stato altresì affermato che le aree destinate a somministrazione di alimenti e bevande non possono ritenersi servizi pertinenziali ad attività proprie dello stabilimento balneare. Ciò in quanto le due attività sono distinte ed autonome, oltre che oggetto di conc... _OMISSIS_ ...e ed autonome. Secondo la giurisprudenza amministrativa di merito, costituiscono indici relativi alla congruenza di questa affermazione, tra gli altri, «l’essere l’attività di somministrazione di cibi e bevande e quella di stabilimento balneare soggette ad autorizzazioni tra di loro distinte; l’essere l’attività di ristorazione rivolta ad una clientela indifferenziata, potenzialmente diversa rispetto a quella che usufruisce normalmente dei servizi propri dello stabilimento balneare; i diversi orari di apertura e chiusura delle due attività».



3. Il c.d. canone ricognitorio.

L’art. 39, comma 2 cod. nav., come visto sopra, contempla il c.d. canone ricognitorio.

Tale disposizione deve essere integrata con l’art. 37 reg. es. cod. nav., che prevede in primis l’applicazione delle disposizioni sulle concessioni demaniali marittime per tutte le «occupazioni di... _OMISSIS_ ... marittimi e di zone di mare territoriale da parte di enti pubblici o privati per fini di beneficenza o per altri fini di pubblico interesse, compreso l’esercizio di servizi di pubblica utilità» e che, agli effetti dell’applicazione del canone ricognitorio di cui all’art. 39 cod. nav., «si intendono per concessioni che perseguono fini di pubblico interesse diversi dalla beneficenza quelle nelle quali il concessionario non ritrae dai beni demaniali alcun lucro o provento». Per maggiore completezza, il D.M. n. 342/1998 ha stabilito che in questi casi «la misura del canone annuo è ridotta ad un decimo di quella normale».

Il Consiglio di Stato ha fornito una interpretazione del dato normativo, affermando che «le concessioni alle quali si applica la riduzione sono quelle che perseguono fini di beneficenza o comunque di pubblico interesse, dalle quali il concessionario non ritrae alcun lucro o provento. La ri... _OMISSIS_ ...one postula infatti che l’occupazione dell’area, che comporta la sua sottrazione all’immediato uso pubblico, sia comunque funzionale alla stretta attuazione di una finalità pubblicistica, oppure all’esercizio di servizi di pubblica utilità, in un caso come nell’altro privi di redditività o proventi e con la precisazione che l’assenza di provento o reddito, come non ne implica l’attrazione all’interesse pubblico, così, e di conseguenza, non comporta la pretesa riduzione del canone». Occorre pertanto e pur sempre una attenta disamina del rapporto concessorio peculiare, posto che non esiste alcun automatismo tra lo svolgimento di attività di pubblico interesse senza fini di lucro e la riduzione del canone.

Recentemente, il T.A.R. Lazio ha affermato che «non è applicabile l’art. 37 del regolamento del Codice della Navigazione, che precisa che le concessioni che perseguono fini di pubblico... _OMISSIS_ ...rsi dalla beneficenza sono quelle nelle quali il concessionario non ritrae dai beni demaniali alcun lucro o provento, nel caso in cui il concessionario stesso ricavi dei profitti, anche se questi non vengono distribuiti ma reinvestiti nell’attività od utilizzati per finalità non lucrative».

Il T.A.R. Sardegna ha confermato l’orientamento giurisprudenziale testé citato. Infatti, secondo i giudici sardi, «la riduzione del canone ai sensi dell’art. 39 comma 2 del codice della navigazione postula che l’occupazione dell’area sia strettamente funzionale al perseguimento di una finalità a valenza pubblicistica, oppure all’esercizio di servizi di pubblica utilità, in entrambi i casi privi di reddittività o proventi»; parimenti, in un’altra pronuncia si è affermato che «per l’applicazione del canone ridotto di mero riconoscimento rileva, ai sensi dell’art. 39 cod. nav., non la natura pubb... _OMISSIS_ ...dell’ente concessionario, ma il fine, di beneficenza o di pubblico interesse, che il concessionario si propone di conseguire attraverso la concessione» e lo stesso articolo in commento «postula che l’occupazione dell’area, che comporta la sua sottrazione all’immediato uso pubblico, sia comunque funzionale alla stretta attuazione di una finalità pubblicistica, oppure all’esercizio di servizi di pubblica utilità, privi di redditività o proventi». Più pr...