Danno da disturbo e danno non patrimoniale

Danno da disturbo e danno non patrimoniale La tematica che verrà affrontata nel presente capitolo costituisce uno dei campi di maggior sviluppo per il danno da disturbo. Al contempo, essa è terreno di un profondo dibattito giurisprudenziale e dottrinale.

Tale dibattito prende le mosse dalle “rivoluzionarie” sentenze della Corte di Cassazione del 2003 e del 2008 . Pronunce che hanno totalmente ridisegnato i contorni della responsabilità prevista dall’art. 2059 c.c. .

L’articolo predetto era stato concepito dal legislatore del 1942, che certamente non prestava ai danni subiti dalla persona la medesima attenzione riservata ai pregiudizi patrimoniali, come una prescrizione legale da leggersi esclusivamente in correlazione all’art. 185 c.p. .

Il danno non patrimoniale risarcibile, quindi, per lungo tempo è consistito esclusivamente nel pregiudizio scaturente dal reato, inteso come danno morale tran... _OMISSIS_ ...sto, al fine di fornire un ristoro al danno biologico e al danno esistenziale, la giurisprudenza inquadrava questi pregiudizi all’interno della responsabilità extracontrattuale patrimoniale ex 2043 c.c. .

Un tale schema veniva adottato anche nei confronti dei danni alla persona provocati dall’azione amministrativa.

La Suprema Corte con le sentenze predette ha totalmente rivoluzionato il quadro giurisprudenziale. Essa ha compiuto una lettura costituzionalmente orientata dell’art. 2059 c.c., affermando che la categoria del danno non patrimoniale comprende ogni pregiudizio conseguente alla lesione di un diritto inviolabile della persona non connotato di rilevanza economica.

Ciò non va a discapito della tipicità prevista dal legislatore per tale categoria (che si differenzia dell’atipicità del danno patrimoniale), in quanto l’art. 2059 c.c. viene letto in correlazione con l’art. 2 Cost., che s... _OMISSIS_ ...;inviolabilità di tutti i diritti fondamentali della persona, sia quelli espressamente elencati dalla Costituzione, sia quelli che l’interprete rinviene nel sistema costituzionale, attraverso un’interpretazione che tenga conto dei nuovi valori emersi nella realtà sociale in cui opera .

Nel dettaglio, la Cassazione afferma che sono sussumibili all’interno della responsabilità di cui all’art. 2059 c.c.:


i danni provocati da un reato (che possono consistere in qualsiasi tipologia di danno non patrimoniale, non solo nella momentanea sofferenza psichica.) ;
i pregiudizi provocati dalla lesione inferta ad un diritto inviolabile della persona tutelato dall’art. 2 Cost., da intendersi nel senso suddetto;
i danni previsti da tutte le altre fattispecie legali che sanciscono una tale responsabilità (tali norme sono per lo più poste a tutela di beni costituzionalmente gara... _OMISSIS_ ...ibertà personale, la riservatezza o il divieto di discriminazioni).

Danno morale, biologico ed esistenziale non costituiscono autonomi pregiudizi, ma sono solamente definizioni di comodo che descrivono i vari possibili aspetti di un unico danno, quello non patrimoniale.

La struttura della responsabilità non patrimoniale ricalca quella prevista dall’art. 2043 c.c., i cui elementi fondamentali, come abbiamo visto, sono:


la condotta;
il nesso causale tra condotta ed evento lesivo, connotato da ingiustizia determinata dalla lesione non giustificata di interessi meritevoli di tutela;
il danno che ne consegue.

Se lo schema strutturale è, dunque, identico a quello della responsabilità patrimoniale, sussistono alcuni parametri peculiari e caratterizzanti la responsabilità prevista all’art. 2059 c.c., che vanno ad inserirsi all’interno ... _OMISSIS_ ...


la lesione deve essere inferta non ad un interesse genericamente tutelato dall’ordinamento, ma ad un diritto inviolabile della persona costituzionalmente garantito;
il danno non può mai essere identificato in re ipsa, cioè esistente in quanto è stata accertata la lesione, ma deve sussistere sempre un danno conseguenza, occorre, cioè, che il danneggiato fornisca la prova di aver subito un concreto pregiudizio collegato causalmente alla lesione ;
occorre che la lesione sia grave, che il bene venga leso oltre una certa soglia in modo tale da provocare un pregiudizio serio, non bagatellare o futile, che superi la normale tollerabilità.

Tali parametri, sanciti dalle Sezioni Unite del 2008, hanno provocato all’interno del precedente quadro giurisprudenziale una vera e propria rivoluzione.

In precedenza, infatti, il danno biologico veniva quasi sempre considerato... _OMISSIS_ ... re ipsa, snaturando, in tal modo, a detta della Cassazione, la funzione del risarcimento, che verrebbe concesso non in conseguenza dell’effettivo accertamento di un pregiudizio subito, ma a titolo di pena privata che va a censurare un comportamento lesivo.

Il danno esistenziale era ritenuto esistente ogni qualvolta sussisteva un pregiudizio alla sfera della persona, che di per sé ha sempre rilevanza costituzionale, anche se ad essere leso non era un bene tutelato dalla Costituzione, ma uno genericamente protetto dall’ordinamento. Tale interpretazione, che allargava vistosamente il campo di applicabilità della responsabilità non patrimoniale, viene duramente contestata dai giudici della Suprema Corte che affermano l’esigenza di evitare il risarcimento di danni bagatellari o futili.

Anche i necessari elementi della gravità della lesione e della serietà del danno hanno creato un grande dibattito dottrinale e giurisprudenzial... _OMISSIS_ ...F| Da più parti si è osservato che la discrezionalità del giudice nella valutazione di tali parametri sarebbe molto amplia, rischiando di pregiudicare il principio di uguaglianza sostanziale. L’interprete, infatti, nell’applicazione di tali criteri risarcitori, è chiamato ad effettuare un bilanciamento tra il principio di solidarietà, posto a tutela del danneggiato, e quello di normale tollerabilità, che impone al soggetto che ha subito una lesione di sopportare il pregiudizio scaturente dalla stessa, qualora tale pregiudizio sia tollerabile secondo il parametro costituito dalla coscienza sociale in un determinato momento storico. Entrambi i principi sono sanciti all’art. 2 Cost.

Un’altra critica che viene mossa alla necessaria sussistenza di quelli che sono dei veri e propri filtri alla risarcibilità del danno non patrimoniale attiene alla circostanza che «un sistema di regole che prevede l’assoggettamento a un tale va... _OMISSIS_ ...nza dei soli valori inviolabili della persona, mentre consente la reazione nei confronti della pur minima e più futile aggressione a beni e valori patrimoniali, forse ha ancora molta strada da percorrere».

La giurisprudenza amministrativa, nel determinare i parametri ed i criteri di risarcibilità del danno non patrimoniale derivante dalla condotta lesiva dell’amministrazione, risulta divisa:


Un primo orientamento adotta pienamente l’interpretazione costituzionalmente orientata dell’art. 2059 c.c. fornita dalla Cassazione., richiamandola spesso in maniera esplicita e risarcendo esclusivamente pregiudizi seri che siano la conseguenza accertata di una lesione grave ad un interesse costituzionalmente garantito. Solo in presenza di tali elementi può essere riconosciuto esistente quello possiamo chiamare danno non patrimoniale da disturbo.
Un secondo indirizzo giurisprudenziale, invece, sembr... _OMISSIS_ ...a una tale impostazione a volte espressamente, altre implicitamente. Quest’ultimo gruppo di pronunce amministrative ritiene risarcibili pregiudizi non patrimoniali, senza che sia necessario individuare con chiarezza quale sia il diritto costituzionalmente rilevante leso e accertare la gravità di una tale lesione e la serietà del danno da essa derivante.

La ragione giustificatrice che sembra essere alla base dell’impostazione adottata da questo filone giurisprudenziale (che non può ignorare l’interpretazione costituzionalmente rilevante dell’art. 2059 c.c. fornita dalla Suprema Corte) attiene alle caratteristiche dell’ordinamento amministrativo.

L’azione dell’amministrazione, infatti, è sempre finalizzata all’interesse pubblico, sia in presenza di attività discrezionale che in occasione di condotte vincolate. Per questo motivo i principi che devono sorreggere e guidare tale azione sono det... _OMISSIS_ ...nunciati dalla Costituzione agli artt. 95, 97, 103, 113 Cost. La p.a., dunque, tranne nei casi in cui agisce alla stregua di un privato ex art. 1-bis L.P.A. , qualora assuma le vesti di danneggiante, non può essere considerata un soggetto come un altro.

Essendo la sua condotta predeterminata dalla Costituzione che ne indica limiti e modalità, ai fini del perseguimento dell’interesse pubblico, i pregiudizi non patrimoniali causati da tale condotta sarebbero sempre seri e risarcibili, qualora sia accertata la loro sussistenza. La lesione che li ha causati, al contempo, avrebbe sempre rilevanza costituzionale e sarebbe sempre da considerarsi grave.

Adottando una tale impostazione, che si discosta, di fatto, da quella sancita dalla Cassazione circa la responsabilità di cui all’art. 2059 c.c., si arriva a configurare un autonomo danno non patrimoniale da disturbo in ambito amministrativo.

Il contrasto giurisprudenziale... _OMISSIS_ ...analizzeremo nelle pagine che seguiranno, è inevitabilmente foriero di un diverso trattamento delle medesime posizioni giuridiche soggettive, di cui è evidente la gravità non solo perché lesivo dell’art. 3 Cost., ma anche in quanto riguardante diritti attinenti alla sfera personale, areddituale, dell’individuo .

Nell’ultimo paragrafo di questo capitolo ci chiederemo se ad una tale sfera può appartenere anche il diritto di proprietà unitamente a tutte le facoltà che da esso derivano.

Vedremo, infatti, che alcune pronunce riconoscono il risarcimento del danno non patrimoniale derivante dal disturbo arrecato al pieno godimento dei diritti dominicali, in linea con quanto sancito dalla Corte EDU , mentre un altro filone giurisprudenziale non ammette la risarcibilità di un tale pregiudizio, non ritenendo che la proprietà si possa considerare un diritto inviolabile della persona.

È chiaro che, adottando la prima de... _OMISSIS_ ...te, i contorni del danno da disturbo si dilatano in maniera considerevole.
Possiamo concludere, dunque, affermando che le tematiche affrontate nel presente capitolo risultano fondamentali per una compiuta definizione dei confini della risarcibilità del danno da disturbo: confini tutt’altro che statici.



Il danno non patrimoniale da disturbo modellato sui confini tracciati dalla cassazione Una delle prime pronunce amministrative che si conformano ed adottano pienamente l’interpretazione costituzionalmente orientata dell’art. 2059 c.c. fornita dalla Cassazione è la decisione n. 1096 emessa dalla sesta sezione del Consiglio di Stato il 16 marzo 2...