IL DANNO DA DISTURBO

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Risarcimento degli interessi legittimi opppositivi

Clementi, Francesco

22 agosto 2011

pdf  / 133 Pagine in formato A4 (21X29,7 cm)

Il testo tratta del cosiddetto "danno da disturbo", derivante dal mancato godimento di un diritto o di una situazione di vantaggio. An e quantum del risarcimento derivante dalla violazione di legge da parte della p.a. o la configurabilità del danno da disturbo in caso di lesione di diritti soggettivi da parte della p.a., provocando un pregiudizio non patrimoniale.

30,00

  • editore: Exeo
  • collana: avanguardia giuridica
  • numero in collana: 10
  • isbn: 978-88-95578-55-2
  • sigla: MA10
  • categoria: MONOGRAFIE
  • tipologia: giuridica
  • genere: studio applicato
  • altezza: cm 29,7
  • larghezza: cm 21
  • dimensione: A4
  • funzioni permesse: Stampa: SI - Modifica: SI - Copia/Incolla: SI
  • protezione: digital watermarking
  • disponibità: illimitata
  • destinatari: professionale accademico
  • soggetto: diritto

CAPITOLO I - INTRODUZIONE
1. Piano dell’opera
2. La genesi del danno da disturbo
CAPITOLO II - LE DIVERSE TIPOLOGIE DI DANNO DA DISTURBO
1. Il diritto a non essere “disturbati” nel libero esercizio delle facoltà inerenti ai diritti dominicali
2. Il danno causato dall’illegittimo annullamento del permesso di costruire: la sopravvivenza di una responsabilità da contatto sociale?
3. Il danno causato dall’illegittimo annullamento del permesso di costruire: l’orientamento prevalente adotta lo schema della responsabilità extracontrattuale
4. La tutela dell’affidamento del privato sulla legittimità di un provvedimento autorizzatorio legittimamente annullato: Cass. SU 23 marzo 2011 n. 6594
5. Danno da disturbo derivante dall’illegittima risoluzione di un rapporto contrattuale instauratosi con la P. A.
CAPITOLO III - DANNO DA DISTURBO E OBBLIGHI PROCEDIMENTALI
1. Il possibile «disturbo» derivante dalle violazioni degli obblighi procedimentali
2. La tutela risarcitoria degli interessi procedimentali
CAPITOLO IV - IL DANNO NON PATRIMONIALE DA DISTURBO
1. Danno da disturbo e danno non patrimoniale
2. Il danno non patrimoniale da disturbo modellato sui confini tracciati dalla Cassazione
3. Configurabilità di un autonomo danno non patrimoniale da disturbo in ambito amministrativo
4. La proprietà come diritto inviolabile della persona: nuovi sviluppi applicativi del danno non patrimoniale da disturbo
CAPITOLO V - CONCLUSIONI
1. Il danno da disturbo: tra problemi irrisolti e potenzialità applicative
ALLEGATI
GLOSSARIO DELLE ABBREVIAZIONI
BIBLIOGRAFIA
SITOGRAFIA

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Il testo, che si propone come strumento operativo per gli operatori pratici del diritto, inquadra sistematicamente, attraverso l'analisi della più recente giurisprudenza amministrativa, i caratteri ed i confini del danno da disturbo, derivante dal mancato godimento di un diritto o di una situazione di vantaggio. Oltre ai casi più frequenti in cui tale pregiudizio può essere configurabile, quali l'ingiustificata compressione di un diritto dominicale a seguito di un atto illegittimo della p.a. o la lesione derivante dall'illegittima risoluzione di un rapporto contrattuale instauratosi con l'amministrazione, sono analizzate fattispecie molto dibattute, quali l'attualissima questione riguardante l'an e il quantum del risarcimento derivante dalla violazione di norme formali o procedimentali perpetrata dalla p.a. o la problematica attinente alla possibilità di configurare un danno da disturbo ogni volta in cui l’azione dell'amministrazione va a ledere particolari diritti soggettivi, provocando un pregiudizio non patrimoniale.

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Attraverso l’analisi della più recente giurisprudenza amministrativa, quest’opera tratta dei caratteri e dei confini del danno da disturbo, derivante dal mancato godimento di un diritto o di una situazione di vantaggio. Oltre al caso più frequente in cui tale pregiudizio può essere configurabile, cioè l’ingiustificata compressione di un interesse legittimo oppositivo, sono analizzate fattispecie molto dibattute, quali l’attualissima questione riguardante l’an e il quantum del risarcimento derivante dalla violazione di norme formali o procedimentali perpetrata dalla p.a. o la problematica attinente alla possibilità di configurare un danno da disturbo ogni volta in cui l’azione dell’amministrazione va a ledere particolari diritti soggettivi, provocando un pregiudizio non patrimoniale.
In relazione al danno derivante dalla lesione di interessi legittimi oppositivi, che hanno alla loro base un bene della vita già presente nella sfera giuridica soggettiva del cittadino, l’opera tratta dei parametri risarcitori adottati dalla giurisprudenza amministrativa in caso di illegittima compressione delle facoltà inerenti ai diritti dominicali causata dall’azione della p.a. In particolar modo, si analizza l’an e il quantum del risarcimento configurabile qualora il permesso di costruire venga illegittimamente annullato: una fattispecie concreta, alla quale parte della giurisprudenza ritiene applicabile lo schema strutturale della responsabilità da contatto sociale. Viene poi analizzato il disturbo derivante dall’illegittima risoluzione del rapporto contrattuale instauratosi con l’amministrazione.
Relativamente al possibile disturbo derivante dalla violazione degli interessi formali o procedimentali si distingue il caso in cui si è in presenza di vizi non invalidanti ai sensi dell’art. 21-octies, secondo comma, da quello in cui si può arrivare ad ottenere anche l’annullamento dell’atto. Si analizzano i vari orientamenti di dottrina e giurisprudenza in relazione ai parametri risarcitori adottabili qualora si ritenga che la violazione da parte della p.a. di un interesse formale o procedimentale abbia comportato altresì la lesione di un interesse strumentale al bene della vita dedotto in giudizio dal ricorrente.
Una particolare tipologia di danno da disturbo è costituita da quello che abbiamo chiamato danno non patrimoniale da disturbo, che viene in rilievo ogni volta in cui è violato un diritto costituzionalmente garantito, attinente alla sfera personale dell’individuo. In relazione a tale pregiudizio, la giurisprudenza amministrativa appare profondamente divisa. Se, infatti, un orientamento adotta in pieno l’interpretazione costituzionalmente orientata dell’art. 2059 c.c. fornita dalla Cassazione, un altro filone giurisprudenziale sembra configurare un autonomo danno non patrimoniale da disturbo, sganciato dai requisiti della gravità della lesione e della serietà del pregiudizio, in virtù delle peculiarità dell’azione amministrativa, regolata nel dettaglio dalla Costituzione e dalle norme pubblicistiche.
Una tematica dibattuta e suscettibile di rappresentare terreno di grande espansione per il danno da disturbo è quella relativa alla configurabilità o meno del diritto di proprietà come un diritto inviolabile della persona. A tal proposito, la quasi totalità delle pronunce amministrative tende a risarcire danni non patrimoniali derivanti non direttamente dalla lesione di tale diritto, ma dalla violazione, contemporanea, di diritti fondamentali come quello al domicilio o ad un’esistenza dignitosa. Alcune recenti sentenze civili, invece, facendo riferimento anche ai principi affermati nella C.e.d.u., tendono a riconoscere la risarcibilità di pregiudizi derivanti in via diretta dalla lesione del diritto di proprietà, considerato diritto fondamentale ed inviolabile della persona umana.

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