Forma dell’atto di cessione volontaria

Per il negozio di cessione volontaria, alla pari di tutti i contratti stipulati dalla P.A, è richiesta, secondo costante ed univoca giurisprudenza (CASS 621/2007, 21019/2006, 17022/2005, 8901/2005, 5234/2004, 6009/2003, 7422/2002, 11864/2001), la forma scritta ad substantiam; ciò in conseguenza della natura costitutiva dell’atto che comporta effetti traslativi del bene.

Detta forma è ritenuta generalmente assolta in presenza di un documento contenente la dichiarazione di volontà delle parti, stipulato dal legale rappresentante dell’Amministrazione e dall’espropriato. Non è pertanto sufficiente che alla dichiarazione del proprietario segua il provvedimento dell’organo competente, che approvi o comunque determini la conclusione dell’atto di cessione, dovendo tali atti tradursi in un documento unitario e congiunto, sottoscritto, per quanto riguarda l’Amministrazione, da parte del soggetto legittimato a rappresentare l&rsquo... _OMISSIS_ ...squo;esterno.

Secondo la giurisprudenza è di per sé sufficiente la scrittura privata, purché in presenza di un documento unitario a firma congiunta delle parti « che contenga, in modo diretto, la dichiarazione della volontà negoziale, che venga redatto al fine specifico di manifestare tale volontà e dal quale dunque possa desumersi la concreta instaurazione del rapporto con le indispensabili determinazioni in ordine alle prestazioni da svolgersi da ciascuna delle parti » (21019 cit.), sottoscritto dai soggetti legittimati e con l’osservanza degli adempimenti richiesti dall’evidenza pubblica imposta per legge all’Amministrazione interessata.

« Per i contratti dei quali sia parte una pubblica amministrazione e pur ove questa agisca iure privatorum, sono, infatti, richieste, in ottemperanza al disposto degli artt. 16/1 e 17 del RD 18 nov. 1923 n. 2240, non solo la manifestazione di volontà da parte del sogge... _OMISSIS_ ...e la forma scritta ad substantiam, ma anche che quest’ultima si traduca o in un atto rogato da funzionario delegato all’uopo o in una scrittura firmata dall’offerente e dal rappresentante dell’amministrazione, requisiti che costituiscono strumento di garanzia del regolare svolgimento dell’attività amministrativa nell’interesse sia del cittadino, costituendo remora ad arbitri, sia della collettività, agevolando l’espletamento della funzione di controllo, e sono, quindi, espressione dei principi d’imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione posti dall’art. 97 della Costituzione; pertanto, il contratto deve tradursi, a pena di nullità, nella redazione d’un apposito documento, in forma pubblica amministrativa o privata che sia, ma sempre recante la sottoscrizione congiunta della parte privata e del titolare dell’organo attributario del potere di rappresentare l’Ente interessato nei confr... _OMISSIS_ ... dal quale possa desumersi l’avvenuta stipulazione del contratto con le indispensabili specifiche indicazioni di tutti gli elementi costitutivi dell’oggetto di esso, restando inidoneo al detto fine il mero incontro delle volontà del privato e dell’Ente pur ciascuna delle quali espressa, ma autonomamente, in forma scritta (e pluribus, da ultimo Cass. 15.3.04 n. 5234, 12.9.03 n. 13431, 21.5.03 n. 7962, 13.12.00 n. 15720, 11.9.99 n. 9682, 17.7.97 n. 6561, 19.9.95 n. 9879, 12.4.95 n. 4192).

Se pure, infatti, la legge sulla contabilità generale dello Stato, alla quale fa espresso richiamo la disciplina dei contratti degli Enti locali, consente all’art. 17 terza ipotesi, ferma restando la forma scritta, la conclusione a distanza del contratto a mezzo corrispondenza, tuttavia tale modalità di costituzione può essere utilizzata per i soli rapporti di fornitura minuta con le imprese commerciali o assimilabili - i quali, per intuibili esigen... _OMISSIS_ ..., possono anche essere definiti nel loro contenuto con riferimento agli “usi del commercio” per quanto concerne sia il prezzo sia le modalità d’esecuzione (cfr. Cass. 22.7.82 n. 4284) - ma non anche per la conclusione di contratti di particolare rilievo, quali quelli aventi ad oggetto il trasferimento d’immobili, la cui stipulazione non può aver luogo se non mediante la formazione del suindicato imprescindibile documento unitario, contenente tutti gli elementi essenziali del contratto e dal quale soltanto e non aliunde la sua sussistenza e lo stesso suo contenuto possono essere desunti (cfr. giurisprudenza sopra richiamata, cui adde Cass. 6.12.01 n. 15486, 5.11.01 n. 13628, 14.3.98 n. 2772, 27.6.94 n. 6182).

Di conseguenza, ai fini d’una valida conclusione del contratto rimane del tutto irrilevante l’esistenza d’una deliberazione con la quale un organo collegiale dell’Ente, anche competente a decidere in mat... _OMISSIS_ ...ifestato la disponibilità dell’Ente stesso a contrattare, od anche abbia autorizzato la stipulazione, ove tale deliberazione non risulti essersi successivamente tradotta nel necessario distinto ed autonomo documento congiuntamente e contestualmente sottoscritto dal rappresentante esterno dell’Ente e dalla parte privata, in quanto detta deliberazione non costituisce un’accettazione contrattualmente rilevante nei confronti di quest’ultima, ma un atto con efficacia interna all’Ente che, almeno ai fini che ne occupano, ha solo natura autorizzatola e quale unico destinatario il diverso organo legittimato ad esprimerne la volontà all’esterno (e pluribus, Cass. 21.11.03 n. 17695, 21.5.03 n. 7962, 8.3.00 n. 2619, 2.11.98 n. 10956, 23.7.98 n. 7245, 24.6.97 n. 5642, 14.2.97 n. 649, 12.5.95 n. 5179, 27.6.94 n. 6182, 27.5.87 n. 4742).» (CASS 8901/2005).

La locuzione “evidenza pubblica” sovente utilizzata con riguar... _OMISSIS_ ...che devono essere rispettate nella forma dell’atto di cessione volontaria, viene generalmente riferita ai requisiti sopra espressi, e cioè la forma scritta ad substantiam, « l’esistenza di un documento sottoscritto dai legali rappresentanti degli enti pubblici all’uopo precipuamente autorizzati che contenga in modo diretto la specifica manifestazione di volontà di trasferimento del bene, le enunciazioni degli elementi essenziali dell’atto negoziale e le precipue determinazioni in ordine alle prestazioni da svolgersi da ciascuna delle parti » (TAR SA 1214/2007, CASS 621/2007, 21019/2006, 17022/2005, 6009/2003, 11864/2001).

Essa tuttavia è stata usata anche con riguardo all’obbligo per gli enti pubblici di stipulare contratti di fornitura e di approvvigionamento di beni e servizi previo pubblico incanto; tuttavia tale obbligo non ha alcun senso in materia espropriativa, dove la scelta delle aree su cui far sorgere l... _OMISSIS_ ...he dipende dalla natura e dalle caratteristiche delle opere da realizzare, e non può certo dipendere dalle offerte pervenute a seguito di un bando di gara. Questo almeno nella grandissima parte dei casi.

La necessità degli ordinari provvedimenti deliberativi di autorizzazione all’acquisto del bene da parte degli organi competenti (viene spesso citato a tal proposito il Consiglio comunale) non ha alcun fondamento in materia espropriativa.

L’acquisizione è infatti un mero atto esecutivo del piano particellare di esproprio dichiarato di pubblica utilità, ed è un atto necessitato se l’area è stata occupata e trasformata; né si vede che discrezionalità dovrebbe sottostare alla decisione dell’organo politico: può forse esso decidere di rifiutare l’acquisizione, determinando in tal modo un’occupazione illegittima ?

Se l’organo politico, competente all’approvazione del progetto, ritiene ... _OMISSIS_ ...più procedere all’acquisizione di un’area, ciò può avvenire solamente come indiretta conseguenza di una variante progettuale dell’opera pubblica che renda superata la necessità di quella determinata acquisizione immobiliare, e comunque sempre anteriormente alla sua irreversibile trasformazione.

Per quanto riguarda in particolare il Consiglio (comunale o provinciale), la lettera l del comma 2 dell’articolo 42 del DLGS 267/2000 prevede la sua competenza per « acquisti e alienazioni immobiliari che non siano previsti espressamente in atti fondamentali del consiglio o che non ne costituiscano mera esecuzione e che, comunque, non rientrino nella ordinaria amministrazione di funzioni e servizi di competenza della giunta, del segretario o di altri funzionari ».

La procedura espropriativa presuppone la conformità urbanistica dell’opera e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, nonch... _OMISSIS_ ...mento nel programma dei lavori, passaggi che normalmente avvengono in Consiglio, risultando dunque di fatto l’acquisto delle specifiche aree già dallo stesso autorizzato.

E comunque è da ritenersi che giusta l’articolo 6 del DPR 327/2001 gli acquisti in materia espropriativa rientrano oggi nella ordinaria amministrazione di funzioni di competenza del dirigente dell’ufficio espropriazioni, per cui il Consiglio è incompetente giusta l’art. 42 cit..

Del resto, non risulta che consimili preoccupazioni si pongano nella prassi con riguardo all’emanazione dei decreti di esproprio, che però hanno gli stessi effetti traslativi degli atti di cessione volontaria.

Per quanto riguarda la sufficienza della forma scritta ai fini della validità dell’atto (art. 1350 c.c.), essa in realtà è solo teorica, in quanto non esime comunque dal redigere l’atto in forma trascrivibile, dal momento che l’Au... _OMISSIS_ ...ante è tenuta per legge alla successiva trascrizione ai sensi dell’art. 20.10, che presuppone un atto in forma pubblica o scrittura privata autenticata (art. 2657 c.c.).

Dalla forma discendono conseguenze rilevanti per la prova del contratto. In particolare è stato escluso che la prova dell’esistenza e del contenuto del negozio di cessione, per cui è richiesta la forma scritta ad substantiam, in particolare per quanto attiene alle obbligazioni contrattuali a carico dell’Amministrazione, possa essere fornita attraverso la confessione (neppure resa in giudizio spontanea o provocata mediante interrogatorio formale) o attraverso il riconoscimento di debito ex art. 1988 Cod. Civ. (CASS 621/2007).