Durata e proroga della dichiarazione di pubblica utilità

§ 6. La disciplina temporale della dichiarazione di pubblica utilità


La dichiarazione di pubblica utilità è un atto avente una precisa durata temporale.

Del resto, nei paragrafi precedenti, si è più volte ricordato che l’efficacia della dichiarazione di pubblica utilità dipende dall’efficacia del vincolo preordinato all’esproprio e, al contempo, costituisce un atto capace di protrarre l’efficacia del vincolo in questione.

L’individuazione del termine è rimessa all’autorità espropriante che ha la facoltà di indicare il suddetto termine nel provvedimento che comporta la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera [54]. Qualora l’amministrazione non voglia avvalersi di detta facoltà la legge stabilisce l’obbligo di emettere il decreto di esproprio entro il termine di cinque anni, decorrente dalla data in cui diventa efficace l’atto che dich... _OMISSIS_ ...a utilità dell’opera [55].

La dottrina non appare unanime nel ritenere possibile la fissazione di un termine superiore a quello legale [56]. In ogni caso è opportuno ricordare che l’eventuale maggiore ampiezza del termine deve essere giustificata in relazione a peculiari caratteristiche della fattispecie concreta [57] .

A prescindere dalle singole norme di settore, il requisito fondamentale dell’indicazione del termine è la sua certezza, la quale è ravvisabile anche nei casi di determinazione del termine per relationem purché venga indicato l’atto, la data o l’evento cui si rinvia.

La fissazione del termine serve a delimitare temporalmente la durata del procedimento espropriativo nel suo complesso.

In questo modo si stabilisce il termine massimo per la conclusione del procedimento di esproprio fissato, in via generale, in cinque anni, ovvero nel periodo di tempo espressamente stabi... _OMISSIS_ ...;amministrazione nel provvedimento che dichiara la pubblica utilità o ancora nel diverso tempo stabilito dalla legge speciale di settore [58].

È bene precisare che «restano in vigore le disposizioni che consentono l’esecuzione delle previsioni dei piani territoriali o urbanistici, anche di settore o attuativi, entro termini maggiori», termini che di fatto andranno a incidere sulla durata del procedimento espropriativo nel suo complesso [59].


§ 6.1. (segue) la proroga del termine


La delimitazione temporale dell’efficacia della dichiarazione di pubblica utilità non impedisce la possibilità, ove sussistano valide ragioni obiettive di pubblico interesse, non riconducibili alla mera inerzia dell’amministrazione, di una sua proroga adeguatamente motivata per un ulteriore arco di tempo definito con precisione [60].

In questa prospettiva, il termine di ... _OMISSIS_ ... dichiarazione di pubblica utilità può essere prorogato, su istanza dell’espropriante, ad opera dall’autorità che ha dichiarato la pubblica utilità dell’opera ovvero d’ufficio e per un periodo di tempo che non superi i due anni, nei casi di forza maggiore o per altre giustificate ragioni [61]. Di conseguenza, è solo in corrispondenza di obiettive condizioni di difficoltà al compimento degli atti espropriativi, indipendenti dalla volontà dell’Ente espropriante e altrimenti insuperabili che la giurisprudenza ammette la legittimità della proroga dei termini [62].

Quando la proroga avviene su istanza dell’interessato questi deve indicare le ragioni che la giustificano, lasciando all’amministrazione la valutazione dell’esistenza dei presupposti, che, a causa dell’estrema genericità - la legge parla di casi di forza maggiore o per altre giustificate ragioni - non può che essere effettuata caso per caso [63]. ... _OMISSIS_ ...ità che caratterizza tale valutazione non significa tuttavia arbitrio, sicché i casi di forza maggiore o le altre giustificate ragioni vengono comunemente intesi come «circostanze non prevedibili al momento della dichiarazione di pubblica utilità, verificatesi in epoca posteriore ad essa e non imputabili a colpa dell’espropriante» [64].

Trattandosi di una proroga della dichiarazione di pubblica utilità non è necessario procedere ad una nuova (rectius ulteriore) valutazione della pubblica utilità, atteso che quella previgente non ha perso efficacia [65]. Ne consegue, fra l’altro, l’inutilità di ogni eventuale rinnovo degli atti preparatori del procedimento preordinato alla dichiarazione ovvero la non necessarietà di fornire una specifica motivazione della persistenza delle ragioni di pubblica utilità dell’opera [66].

Diversa situazione si verifica per l’obbligo di comunicazione dell’avvio del pr... _OMISSIS_ ...rdinato all’approvazione della proroga del termine, dal momento che questa rappresenta a tutti gli effetti un provvedimento sfavorevole per il destinatario legittimato ad impugnarlo in sede giurisdizionale [67].

Sono possibili più proroghe, tutte rispondenti ai requisiti legali (forza maggiore o altre giustificate ragioni) purché queste, a garanzia della certezza delle vicende giuridiche, non superino, nel loro complesso, il termine massimo di due anni [68].

La legge stabilisce che la proroga, per essere legittima, deve essere disposta prima della scadenza del termine, altrimenti la dichiarazione di pubblica utilità perde efficacia e, di conseguenza, occorre riavviare l’iter procedimentale teso ad addivenire ad una nuova valutazione della pubblica utilità dell’opera in vista dell’adozione di un nuovo atto dichiarativo della stessa [69].

È importante sottolineare che ciò che deve necessariamente avvenire... _OMISSIS_ ...ne di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità è la semplice emanazione del decreto di esproprio e non anche la sua comunicazione [70] né, tantomeno, la sua esecuzione [71]. Ne consegue che, per quanto attiene ai profili esecutivi occorre far riferimento alla disciplina di cui agli artt. 24 e 46 del t.u. che prevedono, rispettivamente, il termine entro il quale il decreto deve essere eseguito (due anni) e le relative conseguenze in caso di un suo mancato rispetto (la retrocessione del bene) [72].

Dal combinato disposto delle norme si rilevano delle perplessità per via della notevole lunghezza dei termini specie se si considera che la retrocessione del bene avviene qualora l’opera pubblica o di pubblica utilità non sia realizzata o comunque cominciata entro il termine di dieci anni, decorrente dalla data in cui è stato eseguito il decreto di esproprio [73].

Tale termine appare eccessivo e irragionevolmente lungo per assicurare ... _OMISSIS_ ...le situazioni giuridiche coinvolte nella procedura espropriativa, specie a fronte della considerazione che entro i dieci anni è sufficiente dare inizio ai lavori senza la necessità di portarli a termine [74].

Del resto la mancanza di efficacia della dichiarazione di pubblica utilità ovvero la scadenza del relativo termine, rende illegittimo il decreto espropriativo per mancanza di presupposto, impedendo, di conseguenza, il compimento di qualsivoglia atto successivo dell’espropriazione [75]. Si tratta di un ostacolo che può essere superato solo sul «presupposto di un nuovo atto dichiarativo della pubblica utilità dell’opera, adottato a conclusione di un rinnovato iter procedimentale e sulla base di una nuova valutazione della stessa pubblica utilità» [76].