Atto di cessione volontaria: utilità, nullità, annullabilità

uo;utilità pratica dell’atto di cessione Si impone, al termine della analisi dell’atto di cessione, una breve riflessione in ordine al rapporto tra i due strumenti traslativi della proprietà, rappresentati dall’atto di cessione e dal decreto di esproprio.

Di fronte al manifesto favore del legislatore per il decreto di esproprio, è spontaneo chiedersi se l’atto di cessione sia ancora un istituto di utile ed efficace applicazione sul piano operativo.

Data la fungibilità dell’atto di cessione volontaria con il decreto di esproprio, che peraltro è meno costoso per le amministrazioni perché sgravato dalle competenze dell’ufficiale rogante, l’utilità pratica dello strumento bilaterale (a voler tacere del suo frequente utilizzo consensuale in presenza di procedure illegittime o scadute) può sostanzialmente riassumersi nella sua idoneità a regolare le posizioni delle parti con un raggio d’azion... _OMISSIS_ ...petto al decreto di esproprio (ad esempio disciplinando l’uso di eventuali diritti sul bene non incompatibili con l’opera, introducendo elementi di natura transattiva, estendendo di comune accordo l’acquisto a particelle non previste utili all’opera, ecc.), e nella sua sottoposizione a minori incombenze successive rispetto al decreto, non essendo prescritta, a differenza di questo, né la sua pubblicazione in estratto su GU o BUR (23.5), né la sua notifica, né la sua trasmissione agli uffici ai sensi dell’articolo 14, e, per quanto riguarda la sua esecuzione mediante immissione in possesso, essa può essere regolata semplicemente prevedendo tale effetto nell’atto.

L’atto di cessione è anche visto con un certo favor dagli uffici espropri laddove esso, demandato a notai esterni o agli uffici contratti collocati in altri dipartimenti o settori, consente di sgravarsi delle incombenze del decreto di esproprio.
|... _OMISSIS_ ... profilo formale, va osservato che l’articolo 45, il quale disciplina la procedura “negoziale” che prevede la possibilità di una immediata cessione volontaria fin dalla dichiarazione di pubblica utilità, non fa alcun cenno, a differenza dell’articolo 20 (come si dirà appresso), alla possibilità alternativa di emanare il decreto, motivo per cui, se è stata seguita la procedura dell’articolo 45 in luogo di quella dell’articolo 20, la prudenza interpretativa può indurre in questo momento l’operatore ad attenersi strettamente alla norma trasferendo la proprietà esclusivamente con l’atto di cessione, almeno fino al consolidamento di specifica giurisprudenza sul punto.

Per quanto riguarda invece l’articolo 20, al di là delle ragioni di ordine pratico sopra espresse (che però potrebbero fare la differenza), non sussistono ragioni teoriche per stipulare un atto di cessione piuttosto che emanare un decreto di e... _OMISSIS_ ...
Sul punto assume particolare rilevanza la modifica apportata dal DLGS 302/2002 all’art. 20 il cui comma 11 dispone: « dopo aver corrisposto l’importo concordato, l’autorità espropriante, in alternativa alla cessione volontaria, può procedere, anche su richiesta del promotore dell’espropriazione, all’emissione ed all’esecuzione del decreto di esproprio ». In tale eventualità il soggetto espropriato che abbia condiviso l’indennità, come si è visto, non subisce pregiudizi, essendo al medesimo comunque garantita la indennità con le maggiorazioni di cui all’art. 45.2 (20.13).

Il testo unico codifica, nella procedura ordinaria dell’articolo 20 (ancorché, espressamente almeno, non in quella negoziale dell’articolo 45) ciò che parte della giurisprudenza e dottrina avevano in passato affermato con riferimento all’art. 12 L 865/71, ossia la possibilità per l’Amministrazion... _OMISSIS_ ...squo;esproprio anche sussistendo la condivisione della indennità, riconoscendo al proprietario i benefici economici conseguenti alla condivisione della indennità.

E’ stato così sottolineato che se la norma (il riferimento era, come detto, all’art. 12 L 865/1971) conferisce al proprietario espropriando il diritto di convenire la cessione volontaria del bene oggetto di una procedura ablativa, ciò non toglie che l’ente espropriante possa (e debba) portare a compimento la procedura stessa mediante l’adozione dell’atto di espropriazione definitiva in assenza della formalizzazione dell’atto di cessione volontaria.

« La possibilità di addivenire alla cessione volontaria dei beni è posta dalla legge a tutela dell’interesse pubblico ad una rapida e pacifica definizione delle procedure e non già a tutela di un insussistente interesse del privato espropriato il quale nessun vantaggio trae dal... _OMISSIS_ ...ontaria di un’area oggetto di espropriazione quando il provvedimento finale di espropriazione intervenga, sia pure entro i termini in cui si poteva addivenire alla cessione, ma nel rispetto della volontà dell’espropriando di accettare l’indennità a titolo di prezzo del bene ablato, mediante il tempestivo pagamento della accettata indennità. In nessuno dei vizi lamentati di violazione di legge e di eccesso di potere è pertanto incorsa l’amministrazione intimata che ha fatto corretto uso del potere alla stessa attribuiti, senza ledere gli interessi della società ricorrente che si è vista liquidare l’accettata indennità » (TAR CT 90/2005)

La carenza di interesse del titolare del bene che abbia riscosso l’indennità, e che pertanto non abbia null’altro a pretendere, alla forma con cui si attua il trasferimento, decreto di espropriazione ovvero atto di cessione, è ribadita – con riguardo finora al regime ante... _OMISSIS_ ...o unico – da giurisprudenza costante, che ha evidenziato che l’accordo bonario sulla indennità ha il solo effetto di precludere ogni futura contestazione sull’importo dell’indennità di espropriazione, ma non comporta di per sé la cessione volontaria; una volta verificatasi l’accettazione dell’indennità provvisoria ed avvenuto il pagamento, l’Amministrazione può pertanto trasferire il bene mediante decreto di espropriazione (CASS 19673/2006).

Risulta dunque affermata la perfetta fungibilità fra la cessione volontaria e decreto di esproprio.

« Il ricorso del Comune allo strumento pubblicistico non appare impedito dalla presenza di un accordo bonario di cessione. Infatti, in assenza di una successiva stipula ed in presenza di una intervenuta ablazione di fatto del bene, il Comune si troverebbe sottoposto ad una responsabilità civile per illecito.

Si tratta di una ipotesi non sconos... _OMISSIS_ ...si giurisprudenziale, e diffusa tanto da indurre il legislatore a predisporre un rimedio ad hoc, nel D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327 “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione per pubblica utilità”, che, all’art. 20 comma 9, recita: “Nel caso in cui il proprietario percepisca la somma e si rifiuti di stipulare l’atto di cessione del bene, può essere emesso senza altre formalità il decreto di esproprio, che dà atto di tali circostanze, e può esservi l’immissione in possesso, salve le conseguenze risarcitorie dell’ingiustificato rifiuto di addivenire alla stipula”.

La scelta del Comune di tralasciare il procedimento consensuale in favore di quello autoritativo non appare quindi censurabile sotto il profilo della legittimità. Diverso è il profilo risarcitorio. L’intervenuto accordo non è senza conseguenze sulle modalità della cessione, stante la natura potestativ... _OMISSIS_ ...ne delle parti private le quali hanno diritto di raggiungere l’accordo sulla cessione bonaria, e considerato che ciò permette agli stessi di raggiungere una differente considerazione del valore dell’immobile ceduto.

Il Comune, quand’anche decidesse sua sponte di procedere in via autoritativa, anche dove ancora poteva aver luogo il negozio civilistico, non può calpestare i diritti che derivano alle parti private dall’adesione al subprocedimento di cessione. È quindi lesivo, e comporta un rimedio risarcitorio, l’eventuale quantificazione dell’indennizzo per l’espropriazione in misura minore a quella che sarebbe spettata a seguito della cessione volontaria. » (TAR NA 14186/2004).

A conclusione della disamina del rapporto tra atto di cessione e decreto di esproprio, va rilevato come entrambi abbiano un comune presupposto procedimentale: si tratta del frazionamento catastale, attraverso il quale s... _OMISSIS_ ... i beni oggetto del trasferimento.

Se, sotto il profilo della validità dell’atto (sia esso decreto di esproprio o atto di cessione), sembra potersi ritenere sufficiente l’individuazione del bene attraverso indicazioni precise, idonee ad escludere incertezza nell’identificazione, anche attraverso il richiamo ad elaborati planimetrici, (TAR RC 543/2007, CASS 12463/2007, TAR RM 15609/2006), gli adempimenti concernenti la trascrizione e voltura catastale, conseguenti all’informatizzazione della redazione della nota, di fatto rendono la redazione del frazionamento adempimento imprescindibile.

Momento utile e idoneo per il compimento delle operazioni di rilievo potrà essere quello dell’accesso ai fondi disposto ai sensi dell’art. 15, fermo restando che la firma del frazionamento delle aree potrà avvenire da parte dell’Autorità procedente, in luogo del proprietario, solo ed esclusivamente ad avvenuta di... _OMISSIS_ ... pubblica utilità.

L’invalidità dell’atto di cessione L’invalidità dell’atto di cessione può articolarsi in nullità ed annullabilità.

L’ammissibilità dell’azione di nullità e di annullamento del contratto di cessione volontaria è stata affermata da costante orientamento della Cassazione (CASS 8969/2000, 4553/1993).

Con particolare riferimento all’invalidità dell’atto di cessione conseguente a vizi od irregolarità commessi dall’Autorità espropriante nella fase antecedente alla conclusione dell’atto, è stata affermata la riconducibilità ad ipotesi di annullabilità relativa rilevabile esclusivamente ad iniziativa della stessa P.A. (art. 1441 e 1442 c.c.) (CASS 621/2007, 21019/2006).

E’ stata ritenuta altresì applicabile la disciplina concernente la convalida del contratto di cui all’art. 1444 c.c., nel caso di atto di cessione vol... _OMISSIS_ ...labile per essere stato stipulato da organo incompetente (CASS 10631/2007, 621/2007).

Ipotesi di nullità, per mancanza dell’oggetto, è stata individuata nel contratto concluso ad avvenuta perfezionamento di fattispecie di occupazione acquisitiva (CASS 6004/2006, 6003/2006).

La nullità può riguardare anche una singola clausola. L’ipotesi più frequente riguarda la clausola determinativa del prezzo. In considerazione della natura eterodeteminata dello stesso, espressione con cui si intende fare riferimento al fatto che l’indennità è frutto della applicazione di parametri legali, da cui le parti non possono discostarsi, l’eventuale clausola convenzionale di previsione di un prezzo diverso è affetta da nullità, con conseguente sostituzione automatica del criterio legale, secondo il meccanismo di cui all’art. 1419.2 c.c. (CASS 2755/2007, 19656/2006, 22105/2004).