DECADENZA REITERAZIONE

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Distinzione tra annullamento, decadenza e reiterazione del vincolo espropriativo

In ipotesi di annullamento, lo strumento urbanistico deve ritenersi tamquam non esset, e quindi inefficace ab origine; detta caducazione comporta la reviviscenza e/o la persistente operatività della regolamentazione urbanistica preesistente, a differenza di quanto sarebbe avvenuto in caso di scadenza o decadenza dei vincoli urbanistici di inedificabilità, in cui in attesa di una nuova disciplina, l'area rimasta non disciplinata rimane soggetta alla previsione normativa di cui all'art.4 L.10/1977

L'obbligo di riqualificazione urbanistica dell'area incisa da vincolo decaduto

La configurazione dell'obbligo a provvedere alla riqualificazione di area incisa da vincolo decaduto, trova la sua radice nel fatto che l'esercizio del potere di pianificazione urbanistica del Comune è obbligatorio nell'"an", mentre resta, ovviamente, largamente discrezionale nel "quomodo", sia pure nei limiti posti in particolare dalle regole urbanistiche contenute nel d.m. n. 1444 del 1968 e nella legislazione di settore più in generale.

L'esame delle istanze dei privati per la riqualificazione dell'area incisa da vincolo decaduto

Non può esservi dubbio che l’amministrazione sia tenuta ad esaminare le istanze di privati volte alla riqualificazione di area incisa da vincolo decaduto anche nei casi in cui la richiesta non sia suscettibile di accoglimento, nel qual caso infatti incombe sull’Amministrazione l’obbligo di motivare congruamente il provvedimento di diniego.

Fasi e contenuto dell'istanza di ritipizzazione delle aree incise da vincolo espropriativo decaduto

L’intervenuto avvio del procedimento espropriativo, non esonera comunque l’amministrazione dal provvedere espressamente sull’istanza del proprietario diretta alla riqualificazione di area incisa da vincolo decaduto.

Le risposte della P.A. alle istanze del privato per la riqualificazione di un'area incisa da vincolo espropriativo decaduto

L’atto soprassessorio, con il quale la p.a. rinvia ad un accadimento futuro e incerto nell'an e nel quando il soddisfacimento dell’interesse pretensivo fatto valere dal privato con la domanda di riqualificazione di area incisa da vincolo decaduto, costituisce un vero e proprio diniego a provvedere, come tale determinante un arresto a tempo indeterminato del procedimento attivato dal privato, lesivo della posizione giuridica del richiedente.

L'illegittimità del silenzio della P.A. sull'istanza di ripianificazione dell'area incisa da vincolo decaduto

L'Amministrazione ha l’obbligo di provvedere rispetto all'istanza di riqualificazione di area incisa da vincolo decaduto; nel caso in cui il Comune non provveda risulta evidente la sua inerzia, che concretizza una ipotesi di silenzio rifiuto (inerzia a fronte di attività discrezionale).

Riqualificazione di area incisa da vincolo decaduto: l’atto di diffida a procedere

A fronte di istanza di ritipizzazione di area incisa da vincolo decaduto, il commissario ad acta non può limitarsi ad accogliere sic et simpliter la pretesa edificatoria dell’istante ma deve procedere all’integrale svolgimento dell’istruttoria, bilanciando sia le esigenze di interesse privato che e quelle di interesse pubblico.

Poteri del giudice amministrativo e della P.A. per l'attribuzione di qualificazione urbanistica all'area incisa da vincoli decaduti

In materia di pianificazione urbanistica, la sentenza che chiude il giudizio avverso il silenzio deve limitarsi ad accertare l'inadempimento all'obbligo di provvedere a causa dell'illegittimità del silenzio, individuando altresì un ulteriore termine nel quale la p.a. dovrà provvedere; ciò in quanto, trattandosi di attività altamente discrezionale, la potestà giurisdizionale del giudice non può sovrapporsi alle valutazioni riservate all'amministrazione.

Modalità di assolvimento dell'obbligo di riqualificazione dell'area incisa da vincolo espropriativo decaduto

Le istanze dei privati proprietari che mirano a conseguire la riqualificazione urbanistica delle aree incise da vincolo preordinato all'esproprio o da vincolo d'inedificabilità devono essere puntualmente riscontrate, mediante specifico e immediato completamento del piano regolatore generale per quella zona e non già attraverso il mero avvio del procedimento di revisione dello stesso strumento urbanistico.

L’avvio della revisione del p.r.g. non adempie all'obbligo di riqualificazione della zona rimasta priva di specifica disciplina

L’avvio del procedimento di revisione del piano regolatore generale comunale non costituisce adempimento da parte del Comune dell’obbligo di attribuire la riqualificazione urbanistica alla zona rimasta priva di specifica disciplina a seguito di decadenza del vincolo di destinazione su di essa gravante, con la conseguenza che nessun valore di risposta alla diffida inoltrata dall’interessata può essere ad esso ricondotto.

Obbligo di motivazione dei provvedimenti di reiterazione dei vincoli espropriativi scaduti

Il tema continua a suscitare equivoci, problematiche e discussioni tanto tra gli operatori di settore quanto nella giurisprudenza amministrativa. I primi alle prese con le ire dei proprietari che si trovano a fronteggiare nuove previsioni vincolistiche della PA, spesso causa di danni e mancato utilizzo di immobili. La seconda desiderosa di porre fine a contenziosi molte volte ancorati a dati meramente formali piuttosto che sostanziali e impegnata a dettare indicazioni sul modus operandi della PA

Incostituzionale la reiterazione dei vincoli espropriativi con legge-provvedimento

Va segnalato un problema di legittimità costituzionale: i decreti di occupazione successivi alla scadenza della proroga triennale e, dunque, illegittimi, poiché emessi in assenza di dichiarazione di PU, e non suscettibili di essere incisi dalla dichiarazione di incostituzionalità delle norme che prorogano il piano a.s.i. La Corte ha però ritenuto prevalente l’interesse a frenare l'uso di atti amministrativi con provvedimenti legislativi sottraendosi così al rispetto delle garanzie procedimentali

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