DECADENZA REITERAZIONE

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Casistica relativa all'indennizzo da reiterazione dei vincoli espropriativi

La previsione di indennizzo a fronte di reiterazione dei vincoli è principio coerente con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, che tutela non solo la proprietà in sé ma anche la certezza della situazione giuridica, messa in pericolo dall’incombenza di poteri appropriativi e ablatori utilizzabili dall’amministrazione in un ampio arco temporale.

Reiterazione dei vincoli espropriativi: indennizzo necessario e non necessario

Ogni reiterazione di vincoli espropriativi esige la previsione di un indennizzo. La regola, inizialmente formulata dalla giurisprudenza costituzionale (v. C.Cost. 20 maggio 1999 n. 179), è ora codificata nell’ordinamento interno dall’art. 39 comma 1 del DPR 327/2001.

Definizione dell'indennizzo per reiterazione dei vincoli espropriativi: l'art. 39 D.P.R. 327/2001

Il principio della spettanza di un indennizzo al proprietario nel caso di reiterazione del vincolo preordinato all’esproprio non rileva ai fini della legittimità dei provvedimenti che hanno disposto la reiterazione; tale principio, pacificamente desumibile dal preesistente quadro normativo, è stato ora esplicitato dall’art. 39, I comma del testo unico sugli espropri approvato con il DPR n. 327 del 2001.

Le aspettative del proprietario espropriato allo scadere del vincolo ablatorio

La decadenza di un vincolo non si verifica qualora sia adottato il piano attuativo nel quinquennio dall’introduzione del vincolo medesimo.

La durata limitata dei vincoli espropriativi

La previsione di un vincolo espropriativo non deve indicare i suoi termini di efficacia, discendenti direttamente dalla legge.

Conseguenze ed effetti derivanti dalla decadenza dei vincoli espropriativi

La scadenza del vincolo espropriativo non comporta automaticamente né la reviviscenza della precedente disciplina urbanistica, né l’applicabilità della destinazione urbanistica delle aree limitrofe, ma determina, in primo luogo, la violazione dell'obbligo di ripianificazione incombente sull’Amministrazione.

Misure di salvaguardia dalla decadenza dei vincoli espropriativi: le «zone bianche»

A causa della decadenza dei vincoli i terreni rimangono privi di regolamentazione; in tale situazione l’area è soggetta ai limiti di edificabilità previsti dall’articolo 4, ultimo comma, della legge 28 ottobre 1977 numero 10.

Normative statali e regionali relative alla disciplina delle zone bianche (art. 4, comma ultimo, Legge 10/1977)

L’art. 9 DPR 380/2001 non eradica il diritto di edificare del proprietario, ma lo contiene in limiti rigorosi, individuati dalla legge nell’esercizio della sua ampia discrezionalità che segna il punto di emersione del coordinamento e bilanciamento di molteplici e, a tratti, contrapposti interessi costituzionali; è pertanto manifestatamente infondata la questione di costituzionalità sollevata in relazione agli artt. 3, 42 e 97 Cost.

Effetti, finalità ed indennizzabilità delle c.d. zone bianche

La finalità conservativa perseguita dalla normativa sulle cc.dd. zone bianche di cui all'art. 4, ultimo comma, della legge 28.01.1977 n. 10 – poi confluito nell’art. 9 del d.P.R. n.380/2001, trova la sua realizzazione attraverso una serie di rigide prescrizioni edilizie, sotto il profilo volumetrico e qualitativo, relative alle opere realizzabili dentro o fuori i centri abitati.

La realizzazione di interventi produttivi all'interno di «zone bianche»

La decadenza dei vincoli consente un’edificazione che sviluppi una volumetria massima pari a 0,03 metri cubi per metro quadrato, atteso peraltro il limite riferito alla superficie coperta, in base al quale, per gli interventi a destinazione produttiva, la stessa non dovrebbe comunque superare un decimo dell’area di proprietà, in aggiunta al limite volumetrico anzidetto.

Il carattere provvisorio dei limiti di edificabilità riconducibili alle zone bianche

La disciplina prevista per i comuni sprovvisti di strumento urbanistico, che trova applicazione nel caso in cui si sia verificata la decadenza del vincolo d'inedificabilità, è situazione eccezionale e transeunte; al regime stabilito dalla L. n. 10 del 1977, art. 4, non può pertanto assegnarsi il carattere di regolamentazione urbanistica.

Lo jus aedificandi del privato espropriato alla decadenza del vincolo ablatorio

La decadenza del vincolo determina l'applicabilità del combinato disposto degli artt. 9, comma 3, del Dpr n. 327/2001 e 9 del Dpr n. 380/2001, ossia di una disciplina edificatoria affatto diversa da quella precedente e riconducibile al regime delle cc.dd."zone bianche".

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