DECADENZA REITERAZIONE

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Reiterazione dei vincoli urbanistici per la realizzazione di standard

Costituisce adeguata motivazione dell'interesse pubblico alla reiterazione dei vincoli il riferimento alla costante e rilevante crescita demografica che comporta la progressiva riduzione degli standard urbanistici, contestualmente giustificandosi, altresì, l’attuata individuazione di aree a standard in misura superiore rispetto al dimensionamento minimo previsto dalla legge urbanistica regionale.

Durata e decadenza dei vincoli urbanistici e legali

I vincoli espropriativi imposti su beni determinati dallo strumento urbanistico hanno per legge durata limitata: in linea generale, cinque anni, alla scadenza dei quali, se non è intervenuta dichiarazione di pubblica utilità dell’opera prevista, il vincolo preordinato all’esproprio decade (art. 9 del T.U. delle norme in materia di espropriazione per pubblica utilità, approvato con D.P.R. 8 giugno 2001, n. 327).

La questione dell'indennizzabilità dei vincoli urbanistici preordinati all'esproprio o sostanzialmente espropriativi

Sono indennizzabili e soggetti alla scadenza quinquennale i vincoli urbanistici che: siano preordinati all'espropriazione, ovvero abbiano carattere sostanzialmente espropriativo; superino la durata che dal legislatore sia stata determinata come limite alla sopportabilità del vincolo urbanistico, ove non intervenga l'espropriazione; superino sotto un profilo quantitativo, per la maggiore o minore incidenza che il sacrificio imposto ha sul contenuto del diritto, la normale tollerabilità.

La decadenza dei vincoli urbanistici espropriativi comporta l’obbligo di una nuova pianificazione

La decadenza dei vincoli urbanistici espropriativi o che, comunque, privano la proprietà del suo valore economico, comporta l’obbligo per il Comune di “reintegrare” la disciplina urbanistica dell’area interessata dal vincolo decaduto con una nuova pianificazione.

Modalità di assolvimento all'obbligo di ripianificazione conseguente alla decadenza dei vincoli urbanistici

Il decorso del quinquennio di durata del vincolo, in assenza dell’approvazione di un piano attuativo, implica certamente che la zona debba essere oggetto di nuova destinazione, che può essere impressa anche dal nuovo piano urbanistico generale, che opera la riqualificazione urbanistica dell’area, anche prevedendo la reiterazione del vincolo, non necessariamente assegnando una destinazione diversa rispetto alla precedente.

La disciplina urbanistica applicabile alle aree interessate da vincoli decaduti o dalla cessata efficacia della pianificazione

La decadenza dei vincoli comporta il venir meno della disciplina urbanistica di aree soggette a vincoli e la conseguente applicazione temporanea della disciplina delle c.d. zone bianche. La scadenza del vincolo di P.R.G., di valenza quinquennale e preordinato alla destinazione di alcune aree ad insediamenti di interesse collettivo, comporta che l'area interessata debba intendersi sottoposta all'applicazione, in luogo dell'originaria destinazione di zona, del regime proprio delle zone bianche.

I vincoli di piano regolatore che decadono sono quelli preordinati all'espropriazione o che comportano un'inedificabilità assoluta

I vincoli di piano regolatore, ai quali si applica il principio della decadenza quinquennale, sono soltanto quelli che incidono su beni determinati, assoggettandoli a vincoli preordinati all'espropriazione o a vincoli che ne comportano l'inedificabilità assoluta, svuotando il contenuto del diritto di proprietà e incidendo sul godimento del bene tanto da renderlo inutilizzabile rispetto alla sua destinazione naturale, ovvero diminuendone in modo significativo il valore di scambio.

La reiterazione del vincolo espropriativo decaduto è un atto legittimo ma deve prevedere un indennizzo

L'indennizzo da reiterazione del vincolo di sostanziale natura espropriativa deve corrispondere all’indennizzo che il bene immobile avrebbe potuto ottenere secondo il valore derivante dalla destinazione urbanistica vigente al momento della iniziale apposizione del vincolo.

Necessità di una esplicita motivazione che spieghi le ragioni della reiterazione dei vincoli urbanistici decaduti

La reiterazione dei vincoli urbanistici decaduti per effetto del decorso del termine può ritenersi legittima sul piano amministrativo solo se corredata da congrui e specifici elementi oggettivi sull’attualità della previsione, con una nuova ed adeguata comparazione degli interessi pubblici e privati coinvolti, e con giustificazione delle scelte urbanistiche tanto più dettagliata quante più volte viene ripetuta la reiterazione del vincolo.

Ammissibilità della reiterazione di un vincolo urbanistico o espropriativo già precedentemente imposto

La compressione dello ius aedificandi, pur reiterata nel tempo, non è in via di principio inammissibile purché adeguatamente indennizzata.

L'istanza del privato volta ad ottenere l’attribuzione di una nuova destinazione urbanistica a seguito della decadenza dei vincoli

Se a causa della decadenza dei vincoli, un terreno sia rimasto privo di regolamentazione, non vi è dubbio che il proprietario possa presentare un’istanza volta a ottenere l’attribuzione di una nuova destinazione urbanistica e che l’amministrazione sia tenuta a esaminarla, anche nel caso in cui la richiesta medesima non sia suscettibile di accoglimento, con l’obbligo di motivare congruamente tale decisione.

Vincoli urbanistici non indennizzabili

Il carattere conformativo di un vincolo esclude la necessità di un indennizzo, come del resto chiarito dalla stessa Corte Costituzionale nella sentenza 179/1999.

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