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dichiarazione di pubblica utilità e profili urbanistici

Anche la fase preordinata alla dichiarazione di pubblica utilità si presenta intimamente connessa alla materia urbanistica perché la sua disciplina è legata alla validità del vincolo preordinato all’esproprio.

Dichiarazione di pubblica utilità e varianti urbanistiche

Le varianti derivanti dalle prescrizioni della conferenza di servizi, dell’accordo di programma o di altro atto di cui all’articolo 10, nonché le successive varianti in corso d’opera, qualora queste ultime non comportino variazioni di tracciato al di fuori delle zone di rispetto previste ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 11 luglio 1980, n. 753, nonché ai sensi del decreto ministeriale 1° aprile 1968, sono approvate dall’autorità espropriante ai fini della dichiarazione di p.u.

Assenza del vincolo preordinato all'esproprio

ai sensi del terzo comma dell’art. 12 del d.p.r. n. 327/2001, la dichiarazione di pubblica utilità è possibile anche in assenza del vincolo preordinato all’esproprio. Cosa accade in queste ipotesi? Quale disciplina occorre applicare?

i profili urbanistici del procedimento espropriativo

Esiste una necessaria e inossidabile dipendenza funzionale tra la materia dell’urbanistica e l’espropriazione per pubblica utilità, che consente a quest’ultima di assolvere una funzione strumentale rispetto alla prima.

La disciplina del vincolo preordinato all’esproprio

Affinché un vincolo possa definirsi preordinato all’esproprio e, quindi, sottoposto alla disciplina di cui all’art. 9 del d.p.r. n. 327/2001, è necessario che la limitazione della privata proprietà presupponga una sua trasformazione con connessa vanificazione che, contemporaneamente, contempli il trasferimento delle aree da destinare ad opere o ad usi di pubblica utilità.

La reiterazione del vincolo preordinato all'esproprio

il decreto di esproprio può essere emanato solo dopo l’apposizione del vincolo, sicché può registrarsi una contrazione del termine per la sua adozione, «avendo come dies a quo il momento del perfezionamento del vincolo preordinato all’esproprio, e come dies ad quem il termine di scadenza stabilito nel provvedimento di approvazione del progetto.

Approvazione del progetto in assenza di vincolo preordinato all'esproprio

Nulla quaestio qualora la diversa realizzazione fosse disposta e autorizzata dal Consiglio comunale e sempre che la modificazione sia approvata dalla Regione o dall’ente da questa delegato (rectius la Regione o l’ente delegato non manifestino il proprio dissenso entro il termine di novanta giorni, decorrente dalla ricezione della delibera del Consiglio comunale e della relativa documentazione) e avvenga in pendenza di efficacia del vincolo preordinato all’esproprio

Le espropriazioni sostanziali

È intervenuta la Corte Costituzionale, che con la celebre sentenza 9 maggio 1968, n. 55, si è mostrata incline a tutelare gli interessi privatistici connessi alla proprietà, giungendo a dichiarare contrario agli articoli 3 e 42 della Costituzione il meccanismo istituito dalla legge n. 1150/942, nella parte in cui non prevedeva un indennizzo a fronte dell’imposizione a durata indefinita di vincoli di inedificabilità assoluta su aree destinate a servizi pubblici

Il vincolo preordinato all’esproprio

la Pubblica Amministrazione è tenuta ad individuare i beni immobili che sarà necessario acquisire per la realizzazione dell’opera pubblica o di pubblica utilità già in sede di pianificazione urbanistica. E la scelta dell’area in cui va realizzata l’opera non può che implicare in maniera molto stretta la programmazione dell’uso del territorio, implicando scelte di natura urbanistica in virtù dell’inserimento dell’opera stessa nel contesto territoriale

La giurisprudenza in materia di vincoli espropriativi e conformativi

La giurisprudenza in materia di vincoli è stata chiamata innumerevoli volte a pronunciarsi su singole tipologie di vincoli, al fine di chiarirne la natura espropriativa ovvero conformativa. Così, i giudici hanno deciso che non costituiscono vincoli espropriativi, e pertanto non è prevista la loro decadenza quinquennale, le destinazioni di zona contenute negli strumenti urbanistici che riguardano intere categorie di beni e che ne prescrivono modalità conformative di utilizzo.

La reiterazione del vincolo decaduto

Dopo la scadenza del vincolo può accadere che la Pubblica Amministrazione constati il perdurare dell’esigenza di pubblica utilità che in origine aveva portato all’apposizione del vincolo stesso e decida quindi di reiterarlo

Effetti dell'asservimento urbanistico

L’effetto positivo per il privato è l’aumento della volumetria assentibile sul proprio fondo. Ed invero, l’asservimento permette normalmente di edificare un immobile di volumetria superiore rispetto a quella che potrebbe sviluppare un terreno isolatamente considerato. L’effetto negativo per il privato è invece la sterilizzazione della superficie asservita, che dà luogo a tematiche delicatissime e particolarmente frequenti nella prassi.

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