ULTIMI APPROFONDIMENTI CARICATI

Stai vedendo 2094-1944 di 2612 risultati

Le ragioni (forti) di un dialogo fra Corti nazionali e sovranazionali

Secondo la giurisprudenza della CEDU spetta ai giudici nazionali interpretare e applicare il diritto nazionale in senso conforme ai principi della convenzione, ed in particolare ai criteri interpretativi elaborati dalla Corte. Agli stessi è sì riservato in via prioritaria il sindacato ermeneutico sul diritto nazionale, purchè questo si compia in consonanza con i dettami della CEDU. È questo il senso finale del principio di sussidiarietà che anima i rapporti fra giudice nazionale e Corte europea

La sentenza Guiso-Gallisay: limiti e dubbi

La sentenza non significa che il giudice europeo abbia deciso di riconoscere piena compatibilità convenzionale all’istituto dell’occupazione acquisitiva per come esso si è andato delineando dopo gli interventi della Corte costituzionale del 2007. Una lettura della sentenza in questi termini non sembra affatto convincente, come sottolinea buona parte della dottrina che anzi ipotizza un ricorso più generalizzato alla restituzione dei fondi al proprietario colpito da condotte manipolative del fondo

L’art.43 t.u. espropriazione: pregi e difetti

Al confronto fra autorità giudiziarie e CEDU sulle occupazioni illegittime, si sono affiancate le risposte del legislatore interno. Questo il Governo lo fece all’interno del TU sull’espropriazione. In un contesto di riordino normativo delle procedure espropriative e delle prassi connesse, il legislatore delegato, avvalendosi dello schema di testo unico delegato all’Adunanza Generale, introduceva l’art 43 rubricandolo come "Utilizzazione senza titolo di un bene per scopi di interesse pubblico"

Art.43 t.u. espropriazione: la Cassazione contro il giudice amministrativo

La Cassazione irrigidiva notevolmente le sue posizioni e non mancava di rivolgere i suoi strali contro l’art.43 t.u. espropriazione, contestandone la compatibilità costituzionale e convenzionale. Di diverso avviso è stato, invece, il giudice amministrativo che, in estrema sintesi, ha messo in atto una strategia interpretativa volta a ridurre i possibili attriti tra normativa interna e CEDU, cimentandosi ripetutamente in operazioni ermeneutiche volte a ridurre l’ambito di operatività dell'art.43

Le decisioni del Comitato dei Ministri sulle "espropriazioni indirette"

Venivano considerati positivamente non solo l’introduzione di un meccanismo normativo rivolto ad elidere gli effetti dell’occupazione acquisitiva (l'art.43 t.u. espropriazione) ma anche l’intervento legislativo volto a scoraggiare i comportamenti delle amministrazioni locali che hanno dato causa alle violazioni della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo. Venne poi espresso dal Comitato dei Ministri un pubblico riconoscimento alla giurisprudenza del giudice amministrativo

La CEDU e l'Italia si confrontano sulle espropriazioni illegittime

Punti fermi nella giurisprudenza di Strasburgo sono stati: la natura strutturale della violazione riferibile all’Italia per avere perpetuato il sistema dell’espropriazione indiretta; l'obbligo dello Stato di adottare misure individuali e generali per elidere gli effetti della violazione strutturale; conseguenze patrimoniali della violazione reiterata del diritto di proprietà e riconoscibilità di un pregiudizio da mancata protezione dello stesso non ottenibile innanzi alle giurisdizioni nazionali

La restitutio in integrum “integrale”

I casi in cui un terreno è già stato oggetto di occupazione sine titulo ed è stato trasformato senza il decreto di esproprio, lo Stato convenuto "dovrebbe sopprimere gli ostacoli giuridici che impediscono la restituzione del terreno sistematicamente e per principio." Solo quando la restituzione di un terreno risulta impossibile per motivi plausibili in concreto, lo Stato convenuto avrebbe dovuto garantire il pagamento di una somma corrispondente al valore che avrebbe la restituzione in natura

L’art.43 t.u.espropriazione davanti alla Corte costituzionale

Dubbi venivano espressi in ordine alla concreta utilizzazione che le Amministrazioni avevano fatto dell’art.43, facendolo assurgere a momento “ordinario” dell’azione amministrativa concernente l’acquisizione al patrimonio pubblico di aree destinate alla realizzazione di opere di pubblica utilità, in tal modo stravolgendo il sistema fissato in via generale dallo stesso testo unico e dunque legittimando operazioni elusive degli obblighi procedimentali dell’instaurazione del contraddittorio.

La sentenza n. 293/2010 della Corte costituzionale. Messaggi in codice al legislatore?

La caduta dell’art.43 t.u. espropriazione per eccesso di delega ha fatto nascere il sospetto che il giudice delle leggi abbia sfruttato l’occasione per lanciare al legislatore alcuni moniti in ordine alla futura riproposizione della medesima disposizione con le forme della legge ordinaria. In questa prospettiva la Corte, sottolinea il superamento dei limiti fissati dalla legge delega attraverso l’introduzione di un novum che si discostava alle linee giurisprudenziali fino a quel momento fissate

L’acquisizione sanante resuscita dalle ceneri dell’art.43 t.u. espropriazione

L’art.42 bis t.u. espropriazione ha riprodotto, con talune rilevanti modifiche, l’art. 43 dichiarato incostituzionale, per eccesso di delega. È proprio l’esame della disposizione che mostra un crescente confronto fra le Autorità nazionali ed il diritto vivente sul tema della tutela del diritto di proprietà. La riproposizione del meccanismo della procedura espropriativa sanante non elide alcuni interrogativi di base che pure la dottrina, nei primi commenti a caldo, ha continuato a sottolineare

L’indennizzo e l’art.42 bis t.u.espropriazione

Il legislatore del 42 bis utilizza l’espressione indennizzo per qualificare la pretesa del proprietario colpito dal provvedimento di acquisizione sanante. Tale utilizzazione sembra volere purificare il pregiudizio sofferto dal proprietario, qualificato invece, forse più correttamente, dall’art43 t.u.e. come danno. La modifica terminologica si avverte chiaramente quando si prevede il riconoscimento a titolo risarcitorio dell’interesse al cinque per cento per il periodo di occupazione senza titolo

Da Eurojust all’Ufficio del Procuratore Europeo: artt. 85-86 del TFUE

La centralità attuale di Eurojust nel coordinamento dei diversi attori della cooperazione internazionale e le sue ulteriori prospettive, in vista di una possibile futura costituzione di un Ufficio del Procuratore Europeo, hanno trovato riconoscimento normativo anche nel Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), in particolare agli artt. 85 ed 86. Il primo stabilisce che il Parlamento europeo e il Consiglio potranno attribuire ad Eurojust il potere di avvio diretto di indagini penali

Pagina 162 di 218 40 70 110 150 162 180