Anche la fase preordinata alla dichiarazione di pubblica utilità si presenta intimamente connessa alla materia urbanistica perché la sua disciplina è legata alla validità del vincolo preordinato all’esproprio.
In questa prospettiva è sufficiente pensare al disposto di cui all’art. 13, comma 1, del d.p.r. n. 327/2001 ai sensi del quale «il provvedimento che dispone la pubblica utilità dell’opera può essere emanato fino a quando non sia decaduto il vincolo preordinato all’esproprio» e cioè nel termine quinquennale stabilito dalla legge o in altro termine stabilito dalle singole disposizioni di settore [29].
Qualora la dichiarazione di pubblica utilità venga emanata entro il suddetto termine il vincolo si consolida, protraendosi, di conseguenza, per l’ulteriore periodo di tempo corrispondente con l’arco temporale di efficacia della dichiarazione [30].
In questo modo si può osservar...
_OMISSIS_ ...efficacia della dichiarazione di pubblica utilità dipenda dall’efficacia del vincolo preordinato all’esproprio e, al contempo, ne protrae la sua efficacia. Invero questa caratteristica è ravvisabile anche in riferimento a quelle situazioni in cui si riscontra una non conformità dell’opera al piano urbanistico generale. Si tratta di situazioni che trovano espressa disciplina negli artt. 18 e 19 del d.p.r. n. 327/2001, ai sensi del quale la mancanza del vincolo preordinato all’esproprio non costituisce una causa ostativa all’approvazione del progetto [31].
In particolare, la legge stabilisce che le garanzie previste in materia di approvazione dei progetti d’opera - ovvero gli 16 e 17 del d.p.r. n. 327/2001 espressamente richiamati, nonché l’art. 15 per estensione interpretativa - trovano applicazione «anche quando un soggetto pubblico o privato intende redigere un progetto di opera pubblica o di pubblica utilit...
_OMISSIS_ ...alle previsioni urbanistiche» [32].
Una volta approvato il progetto è necessario apportare la variante al piano regolatore.
A tal fine si ricorda che l’art. 19, comma 2, del d.p.r. n. 327/2001 stabilisce che la variante al piano regolatore che può essere apportata mediante:
- Una conferenza di servizi;
- Un accordo di programma;
- Una intesa Stato-Regioni;
- Un qualsivoglia altro atto, anche di natura territoriale, che in base alla legislazione vigente comporti la variante al piano urbanistico;
- Una delibera del Consiglio comunale.
Si tenga presente quanto in precedenza osservato, ovvero che se l’opera non è di competenza comunale, il relativo atto di approvazione del progetto è rimesso all’autorità competente che, dopo aver provveduto in tal senso, è tenuta a trasmetterlo al Consiglio comunale, l’unico soggetto in grado d...
_OMISSIS_ ...quo;adozione della corrispondente variante allo strumento urbanistico [33].
In ogni caso la delibera del Consiglio comunale deve essere poi approvata dalla Regione o dall’ente da questa delegato [34]. Invero la suddetta approvazione può avvenire anche tacitamente qualora i soggetti di cui sopra non manifestino il proprio dissenso entro il termine di novanta giorni, decorrente dalla ricezione della delibera del Consiglio comunale e della relativa completa documentazione [35]. In questi casi, infatti, la delibera si intende approvata e il Consiglio comunale, in successiva seduta, ne dispone l’efficacia [36]. L’analisi delle suddette disposizioni rileva, dunque, una forte connessione funzionale tra il vincolo preordinato all’esproprio e la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, ravvisabile nel fatto che quest’ultima ben potrebbe essere disposta nello stesso atto con cui viene apposto il vincolo preordinato all’...
_OMISSIS_ ... Del resto l’elencazione delle forme di approvazione della variante al piano regolatore richiamano l’art. 10 del t.u. in materia di espropriazione per pubblica utilità, ovvero la disciplina dei vincoli derivanti da atti diversi dai piani urbanistici generali.
Infine, sempre a livello generale, non resta che ricordare la presenza di un’altra disposizione capace di collegare l’istituto della dichiarazione di pubblica utilità ai profili urbanistici. Tale disposizione è ravvisabile nel disposto di cui all’art. 13, comma 8, del d.p.r. n. 327/2001, ai sensi del quale «qualora il vincolo preordinato all’esproprio riguardi immobili da non sottoporre a trasformazione fisica, la dichiarazione di pubblica utilità ha luogo mediante l’adozione di un provvedimento di destinazione ad uso pubblico dell’immobile vincolato, con cui sono indicate le finalità dell’intervento, i tempi previsti per eventuali lavori di ...
_OMISSIS_ ...onché i relativi costi previsti».