Un problema, recentemente ancora dibattuto, è quello dell’appartenenza del suolo delle vie vicinali. La tesi più antica, facendo riferimento all’art. 22 della legge sui lavori pubblici, attribuisce il suolo delle stesse ai privati, in quanto la norma appena richiamata attribuendo la proprietà delle strade agli enti pubblici territoriali, tace sull’appartenenza del suolo delle strade vicinali, escludendo implicitamente che la proprietà di queste spetti al Comune.
Alcuni autori sostengono che il diritto di cui si tratta spetta al Comune come ‹‹diritto di proprietà della persona giuridica privata del Comune›› e a sostegno di tale tesi si richiama l’art. 18 della legge sui lavori pubblici che statuisce che: ‹‹le deliberazioni dei Consigli comunali portanti soppressioni di strade dovranno dichiarare se debbano essere classificate come vicinali, o se invece si debba alienarne il suolo ai proprieta...
_OMISSIS_ ...d all’asta pubblica››. Quest’ultima norma viene interpretata nel senso che la strada comunale declassificata diventa vicinale, di proprietà patrimoniale del Comune, in quanto l’inclusione di essa nell’elenco delle vie vicinali non può avere efficacia giuridica di una cessione del suolo a favore dei frontisti [10].
In realtà, sono numerose le obiezioni sollevate verso questa tesi perché l’art. 18 deve essere interpretato in un’ottica differente, secondo al quale la declassificazione di una strada comunale e la conseguente inclusione della stessa nell’elenco delle vie vicinali comporta la cessazione della demanialità e anche della proprietà privata del Comune e di conseguenza si ha la costituzione di un diritto di servitù pubblica a carico del fondo declassificato e a favore del Comune [11].
Da qui, la conclusione secondo cui la proprietà del suolo delle vie vicinali appartiene iure condo...
_OMISSIS_ ...tari dei fondi latistanti e di quelli in consecuzione.
Per quanto riguarda la problematica dell’efficacia degli elenchi delle strade vicinali, il legislatore non ha prescritto l’obbligatorietà della formazione di questi elenchi e in giurisprudenza si è affermato che se è previsto che i Comuni possano formare elenchi appositi per le strade vicinali, l’iscrizione in essi diretta a qualificarla come tali, non può avere effetto [12].
Senza dubbio l’iscrizione di una strada negli elenchi delle vie vicinali non ha efficacia né costitutiva né probatoria della sua soggezione a pubblico passaggio, in quanto occorre la duplice prova di cui si è parlato sopra: la deliberazione con la quale il Comune classifica come vicinale una strada ha solo carattere dichiarativo dell’esistenza di un diritto di pubblico transito ma ciò non configura un atto di natura ablatoria della proprietà dei terzi [13].
Richiamando le...
_OMISSIS_ ...inate circa la classificazione delle strade statali, regionali, provinciali e comunali, il legislatore non ha disposto nulla, invece, per la classificazione delle vie vicinali.
Nonostante la legge 126 del 1958 abbia fornito una disciplina organica sulla procedura complessa della classificazione delle strade, non vi è in essa un minimo accenno alla formazione degli elenchi delle vie vicinali. L’unica disposizione risale al r.d. n. 297 del 1911, che all’art. 83 prevede la compilazione, da parte del Comune, dell’elenco delle vie vicinali soggette al pubblico transito.
In mancanza di specifiche leggi è stato ritenuto che per la classificazione delle strade vicinali si potrebbero seguire le norme circa la formazione degli elenchi delle strade comunali, in quanto l’interesse pubblico in entrambe le tipologie è del medesimo livello.
Infine, per la manutenzione, sistemazione e ricostruzione delle vie vicinali, ...
_OMISSIS_ ...vori pubblici del 1865 prevede solo la competenza passiva delle spese relative alla manutenzione e riparazione delle strade vicinali esistenti, senza dire nulla sulla costruzione di nuove strade. Tutto ciò non significa che il legislatore abbia inteso impedire la formazione di nuove strade vicinali, ma così facendo non ha prescritto obblighi di tale natura, lascando ampia iniziativa al Comune e agli utenti.
La manutenzione, sistemazione e costruzione delle vie vicinali sono oggi regolate dal d.l.lgt. n. 1446 del 1 settembre 1918 che contiene disposizioni più ampie della precedente legge sui lavori pubblici. Caratteristica principale del d.l.lgt. è aver riaffermato la validità dell’art. 54 della legge sui lavori pubblici del 1865, prevedendo la costituzione di un nuovo tipo di consorzio di utenti di strade vicinali per la manutenzione, sistemazione o ricostruzione, anche se non soggette a pubblico transito [14].
L’art. 3 de...
_OMISSIS_ ...sce l’obbligo del Comune di contribuire nelle spese di manutenzione, sistemazione e ricostruzione di strade vicinali; inoltre, l’art. 4, per far fronte alle spese relative alla viabilità vicinale prevedeva la costituzione di un fondo speciale mediante l’applicazione di una sovraimposta addizionale sui terreni e sui fabbricati.
Ulteriore problema che riveste particolare importanza è quello riguardante le funzioni di vigilanza e di polizia sulle strade vicinali, considerando che le stesse sono numerose all’interno delle città e dei centri abitati in genere.
L’esercizio di tale potere è attribuito al Sindaco, in base all’art. 15 del d.l.lgt. n.1446 del 1918: ordinare la rimozione degli impedimenti all’uso delle strade e provvedere all’esecuzione delle opere definitivamente approvate, nonché la rimessa in pristino dello stato delle cose abusivamente alterate. Il Sindaco ha il potere di vigilanza e ...
_OMISSIS_ ...utte le strade senza distinzione fra strade consorziali e non consorziali e questo potere, ex art. 15, è subordinato alla richiesta degli interessati qualora si tratti si strade non soggette all’uso pubblico.
Per l’esercizio di tali funzioni di vigilanza e di polizia, il Sindaco si avvale di strumenti come diffide, inviti e ordinanze. Lo strumento più efficace è senz’altro l’ordinanza, da ritenersi di carattere ordinatorio e non richiedono, per la loro emanazione, il requisito dell’urgenza (essa può ravvisarsi e quando sussiste agisce come requisito per autorizzare l’immediata esecuzione d’ufficio dei lavori occorrenti per la riduzione al primitivo stato). Per l’emanazione ed esecuzione di tali ordinanze, si segue l’art. 38 della legge 8 giugno 199 n. 142 e il d.lgs. n. 285 del 1992, quando trattasi di violazioni del Codice della strada.
Una materia poco discussa dalla dottrina amministra...
_OMISSIS_ ...ei consorzi fra utenti di strade vicinali. L’oggetto del consorzio fra utenti delle strade vicinali è individuato dall’art. 1 del d.l.lgt. n. 1446 del 1918, quindi la manutenzione, sistemazione o ricostruzione delle strade vicinali ed è un oggetto molto più ampio di quello previsto dal legislatore del 1865 che prevedeva soltanto la riparazione e conservazione delle strade vicinali.
Molto dibattuta è la natura giuridica di tali consorzi: alcuni autori ritengono che essi costituiscono un istituto sui generis da considerarsi di diritto pubblico; altri un istituto avente carattere misto, cioè di diritto pubblico e privato nel contempo. Le soluzioni a tale problema sono diverse se il consorzio ha per oggetto vie vicinali soggette a pubblico transito o non soggette, tenendo conto che per le prime il Comune può promuovere d’ufficio la costituzione del consorzio (art. 5 d.l.lgt. del 1918) ed essa è resa obbligatoria dall’art. 14 della legge...
_OMISSIS_ ...mentre per le strade non soggette ad uso pubblico il consorzio si costituisce solo in presenza di una domanda diretta al Sindaco da un numero di utenti che rappresenti o che assuma a proprio carico almeno il terzo della spesa occorrente per le opere proposte.
Attualmente i consorzi fra utenti di strade vicinai soggette a pubblico transito sono da qualificare come enti pubblici in quanto in essi è possibile riscontrare elementi costitutivi della persona giuridica pubblica: la costituzione del consorzio avviene per deliberazione del Consiglio comunale; lo scopo è la conservazione delle strade e la tutela dell’interesse della collettività e non solo quello dei singoli utenti; le deliberazioni del consorzio sono sottoposte agli stessi controlli previsti per le deliberazioni comunali.
In base a queste considerazioni, tali consorzi possono essere definiti enti locali, autonomi e istituzionali: locali, perché esplicano la loro attività in una...
_OMISSIS_ ...rcoscrizione territoriale; autonomi, perché hanno la capacità essi stessi di costituire il proprio ordinamento; istituzionali e non territoriali, perché anche se operano in un dato territorio questo non è un elemento costitutivo della loro sovranità [15].
La procedura relativa alla costituzione dei consorzi è diversa a seconda che si tratti di consorzi provvisori, permanenti, facoltativi [16].