Come si è già potuto vedere, la legge sui lavori pubblici del 1865 non dà alcuna definizione delle strade vicinali, limitandosi alla dicitura secondo cui le strade non iscritte nelle altre categorie (nazionali, provinciali e comunali) e soggette a servitù pubblica, sono vicinali.
Trattasi di una nozione che, nonostante lo spazio ad essa dedicato da giurisprudenza e dottrina, ancora oggi appare poco chiara, con la conseguenza di problemi circa la distinzione tra strade vicinali private o agrarie e strade vicinali di uso pubblico.
L’espressione rimanda senz’altro ad una nozione esclusivamente pubblicistica poiché la strada vicinale è caratterizzata dalla presenza di un diritto pubblico di transito (iura in re aliena), di cui è titolare un ente territoriale.
Dal principio che la proprietà delle strade vicinali è privata, deriva la conseguenza che il suolo delle stesse è alienabile ed usucapibile, ferma rimanendo la se...
_OMISSIS_ ...bblico, e che il relativo diritto deve essere esercitato dai privati proprietari in modo compatibile con l’uso pubblico [1].
La principale distinzione che si rinviene in materia di strade interpoderali (dal momento che erano destinate prevalentemente al servizio dell’agricoltura) attiene al fatto se esista o meno un diritto di uso pubblico sulle stesse, potendosi a tal proposito distinguere strade vicinali pubbliche e strade vicinali private (cd. vie agrarie). Mentre la nozione di strada vicinale è rinvenibile nell’art. 19 della legge sui lavori pubblici, superata da quella contenuta dall’art. 9 della legge n. 126 del 1958, quella di strada agraria non trova alcuna disciplina legislativa nel nostro ordinamento, ma proviene dall’elaborazione dottrinale e giurisprudenziale.
Le strade agrarie, dette anche vicinali private, contrapposte impropriamente alle strade vicinali vere e proprie dette anche vicinali pubblich...
_OMISSIS_ ...formate ex collatione privatorum agrorum, costituite per l’uso comune, ma esclusivamente di determinati proprietari conferenti [2].
Tutte le strade agrarie si formano per la necessità della comunicazione e delle coltivazioni dei fondi, come comunione incidentale e come accessorio di uso comune dei fondi stessi, per il conferimento di parti di proprietà che si fronteggiano. Sono strade, quelle agrarie, che corrono normalmente sui confini dei fondi latistanti o attraversano fondi in consecuzione per collegarsi ad altri segmenti correnti sui confini, ovvero per collegare fondi in consecuzione a vie pubbliche [3].
A questo punto sorge una precisa distinzione tra le suddette strade agrari e le strade vicinali propriamente dette, in quanto per le vie vicinali gli utenti ne godono iure servitutis e non importa che abbiano contribuito con una propria zona di terreno alla loro formazione, mentre per le strade agrarie gli utenti ne godono uti do...
_OMISSIS_ ...imostrare di aver contribuito alla loro formazione (esse servono solo ai proprietari che hanno concorso a formarle).
Da qui ne consegue che le strade vicinali propriamente dette sono invece assimilate alle strade pubbliche ed assoggettate al loro regime: la strada vicinale pubblica si ha quando su di essa si svolge il pubblico transito, ovvero non solo dei proprietari frontisti e di quelli in consecuzione, ma anche quello della generalità di cittadini ed è la caratteristica essenziale che la distingue dalle strade agrarie (dette impropriamente vicinali private).
Sulle strade vicinali si esercitano due distinti diritti reali: uno a carattere privatistico spettante ai frontisti (proprietà privata); l’altra a carattere pubblicistico spettante all’ente pubblico territoriale (uso pubblico). Ai fini della creazione della vicinalità di una strada non basta il semplice uso da parte della generalità dei cittadini, così come una str...
_OMISSIS_ ... diviene pubblica per il solo fatto che è aperta al pubblico passaggio o perché il proprietario della stessa tollera il pubblico transito, ma è necessario che il Comune ne espropri il suolo e deliberi la sua destinazione all’uso pubblico.
Pertanto, la vicinalità sorge quando si ha la presenza dell’elemento oggettivo dato dall’idoneità della strada all’uso pubblico, e dall’elemento soggettivo consistente in un atto del Comune o in un fatto dimostrativo della sua volontà di acquistare il titolo. Quindi, affinché una strada rientri nella categoria delle strade vicinali pubbliche, da non confondersi con le vie agrarie o vicinali private, devono sussistere i seguenti elementi:
a) il requisito del passaggio esercitato iure servitutis publicae da una collettività di persone qualificate dall’appartenenza ad un gruppo territoriale;
b) l’idoneità concreta della strada a soddisfare esigenze di pu...
_OMISSIS_ ...e;
c) un titolo valido che sorregge l’affermazione del diritto di uso pubblico, che può identificarsi nella protrazione dell’uso da tempo immemorabile [4].
Generalmente queste strade si formano di fatto, con il prolungato e pacifico passaggio pubblico, senza che si abbia nemmeno memoria della loro origine e non da un titolo. In mancanza di titoli che dispongono un diverso regolamento, si è ritenuto che il solo fatto che una strada sia stata costituita col conferimento di sedime dei fondi latistanti e in consecuzione per soddisfare le esigenze della coltivazione o dell’industria agraria degli stessi fondi, fa qualificare la strada come via agraria privata e istituisce una communio incidens fra tutti i titolari del diritto di proprietà di quei fondi al cui servizio la strada è stata costituita cl fato dell’originario conferimento; da qui ne consegue il conferimento della titolarità del diritto di proprietà pro indiviso ...
_OMISSIS_ ...ro percorso della strada agraria a tutti i comunisti e la facoltà di ognuno di essi di utilizzare tutto il percorso e in tutte le direzioni, specie quando la strada, unitariamente costituita, abbia imbocchi sa opposte strade vicinali o pubbliche e tale diritto si estingue solo per l’usucapione che altri ne compia e non per il semplice non uso del suo titolare [5].
Concludendo, si può affermare che le strade vicinali traggono origine da situazioni giuridiche differenti, le quali possono essere determinate dalla volontà coincidente di tutte le parti, manifestata attraverso il fatto materiale del conferimento in relazione all’effettiva esigenza dei fondi.
La prova della vicinalità, come ogni altra comunione incidentale, può essere data con ogni mezzo e quindi con testimoni o mediante presunzioni, senza che sia necessario ricorrere all’atto scritto.
L’inclusione di una strada vicinale nell’elenco del ...
_OMISSIS_ ...a prova decisiva della natura vicinale della strada, ma può costituire un indizio importante, in mancanza di prova contraria, insieme ad altri fatti (transito ab immemorabili da parte della collettività, tracciato topografico collegante vie pubbliche, idoneità di accesso a luoghi di pubblico interesse) e acquistare valore di prova dell’esistenza su di essa di una servitù di passaggio [6].
Per la prova per presunzioni, sono ritenuti elementi probanti l’ampiezza e il percorso della strada, il collegamento con strade comunali e provinciali, l’adduzione a centri abitati, scuole ed altri luoghi pubblici, l’uso ab immemorabili.
Quindi per provare il carattere vicinale di una strada non è necessaria l’esistenza di un titolo, come afferma la giurisprudenza della Corte di Cassazione [7].
Per quanto concerne la cessazione della vicinalità, il semplice atto di cancellazione di una strada dall’elenco de...
_OMISSIS_ ...nali non fa venir meno il carattere stesso della vicinalità, se a questo atto formale non segue una situazione di non uso effettivo. È stato ritenuto da più parti come sia sufficiente il solo fatto della cessazione dell’uso pubblico per dimostrare la mancanza di ragioni per il passaggio pubblico attraverso i fondi privati, senza che sia necessaria la cancellazione della strada dall’apposito elenco.
L’art. 19 della legge sui lavori pubblici definisce il diritto di pubblico transito delle strade vicinali come diritto di servitù.
In dottrina è stato definito come diritto di servitù prediale, ravvisando il fondo dominante nella strada pubblica in cui la vicinale va ad immettersi: tale tesi non ha fondamento nel diritto positivo, poiché presuppone l’esistenza di un tertium genus di diritti demaniali di natura mista, non prevista dall’art. 825 c.c., fra diritti costituiti per l’utilità di beni demaniali e i diri...
_OMISSIS_ ...per il conseguimento di fini di pubblico interesse.
Altri ancora qualificano il diritto di transito come diritto di servitù pubblica, dove il fondo dominante sarebbe il territorio del Comune dove vive la collettività al cui uso è adibita la strada vicinale. Un’altra tesi formulata (LA ROCCA) è quella che qualifica il diritto di cui si tratta come diritto di uso pubblico: l’uso pubblico è un diritto reale sui generis procedente dalla destinazione di una strada che si riferisce agli usi osservati come diritto pubblico di cui agli artt. 1 e 8 delle disposizioni sulla legge in generale, che sono fonti di diritto [8].
Il titolare del diritto di uso delle vie vicinali è il Comune ma ad esercitarlo è la collettività considerata come complesso di singole persone. La definizione diutente di via vicinale è data dall’art. 51 della legge sui lavori pubblici: ‹‹la riparazione e conservazione delle strade vicinali sta a car...
_OMISSIS_ ...he ne fanno uso per recarsi alle loro proprietà, sia che queste si trovino o no contigue alle strade stesse, quando per diritto o per consuetudine un tale carico non ricada sopra determinate proprietà o persone››. La terminologia non è molto precisa in questo contesto e la dottrina ha precisato che il concetto di utente di via vicinale si basa su un reale stato di fatto, perché non si è utente solo nel caso in cui si appartiene ad una determinata collettività ma perché è possibile ‹‹da certe circostanze di fatto presumere che si tragga un effettivo e concreto giovamento, in misura e modo nettamente differenziati da quello che ne traggono gli altri che pure ne usano›› (JACCARINO) [9].