Il sistema stradale instaurato con la legge sui lavori pubblici del 1865

Quanto esposto nel precedente paragrafo dimostra come la legislazione dell’Italia pre-unitaria fosse piuttosto variegata, con l’esistenza di un sistema viario armonico in alcuni ex stati e altri caratterizzati da un’attività minima o del tutto priva, come risultava nel Regno delle Due Sicilie.

Con l’avvento dell’unità italiana nel 1861, il legislatore si trovò dinanzi ad un’impresa complessa, quale quella di creare un sistema adeguato con l’unificazione dell’ordinamento della viabilità[1].

I vari provvedimenti che furono intrapresi cercarono di ridurre i gravi squilibri esistenti nella penisola italiana, in primis attraverso il riordinamento della viabilità comunale, con l’obbligo per i singoli Comuni di provvedere alla costruzione e sistemazione delle strade comunali necessarie per l’allacciamento con il capoluogo o con il maggior centro di popolazione dei Comuni vicini[2].
... _OMISSIS_ ...codice civile del 1865[3], il legislatore aveva già provveduto ad includere le strade nel demanio degli enti pubblici territoriali e con la legge sui lavori pubblici dello stesso anno le suddivise in quattro categorie[4].

Inoltre, la suddetta legge prevedeva dei criteri di appartenenza piuttosto analitici: l’art. 10 definiva le strade nazionali; l’art. 11 prevedeva delle eccezioni; l’art. 13 provvedeva alla dichiarazione delle strade provinciali e l’art. 16 disciplinava le strade comunali; quelle vicinali venivano individuate attraverso una formula negativa, quindi per esclusione erano tali tutte quelle strade non inserite nelle precedenti categorie[5].

La legge sui lavori pubblici stabiliva, altresì, che si provvedesse alla compilazione di un elenco per classificare le strade nazionali esistenti o in corso di costruzione, il quale doveva essere approvato attraverso un decreto reale, una volta sentiti i consigl... _OMISSIS_ ...d avuto il voto del Consiglio di Stato e del Consiglio Superiore dei lavori pubblici, e la modifica poteva avvenire solo attraverso la legge.

Lo stesso elenco, su deliberazione dei consigli provinciali, veniva formato per le strade provinciali, con la conseguente pubblicazione in tutti i Comuni della provincia, avverso la quale quest’ultimi potevano presentare dei reclami, entro un mese dalla suddetta pubblicazione[6].

Infine, l’elenco delle strade comunali doveva essere formato dalle singole giunte comunali e decorso un mese dal deposito dello stesso, il consiglio comunale stabiliva l’elenco definitivo con omologa successiva da parte del prefetto.

Oltre alle strade vere e proprie, entrano a far parte del demanio stradale, a titolo accessorio, anche altri beni, come i ponti e le piazze, i fossi laterali che servono unicamente o principalmente agli scoli delle strade, le controbanchine, le scarpe in rialzo e l... _OMISSIS_ ...;arte d’ogni genere stabilite lungo le strade medesime, nonché le aiuole per deposito materiali[7].

La legge n. 2248 del 1865 fu senz’altro una legge importante per l’uniformazione del sistema viario italiano ma con la sua applicazione nel tempo emersero una serie di inadeguatezze, dovute in particolar modo alla limitata disponibilità economica degli enti territoriali, difatti le leggi successive si caratterizzano per un intervento dello Stato sempre più incisivo, volto ad ovviare le mancanze degli enti minori.