Una prima distinzione circa il sistema delle strade pubbliche è già rinvenibile in epoca romana, in base a quanto affermato da Gaio, il quale oltre a evidenziare la distinzione tra ‹‹res divinii iuris›› e ‹‹res humanii iuris››, distingueva in quest’ultima categoria le ‹‹res publicae›› e ‹‹res privatae››.
Con Ulpiano troviamo la distinzione delle strade in publicae, privatae e vicinales laddove un primo criterio di classificazione tra strada pubblica e privata si basava sulla proprietà del suolo; un secondo criterio di riferimento si fondava, invece, sul diritto di passaggio che alla collettività poteva spettare sulle strade private[1]. In tale contesto, pubbliche erano tutte le strade di proprietà pubblica e quelle che sono soggette ad uso pubblico o su zone di territorio comune ai frontisti, o su zone di terreno dei frontisti destinate ad...
_OMISSIS_ ...rsquo;assegnazione dell’agro, oppure costruite su terreno privato[2].
Le viae vicinales, invece, potevano essere considerate pubbliche quando non erano costruite su suolo conferito ai privati, ovvero laddove fossero stare costruite su tale suolo, non vi era memoria di tale conferimento.
L’amministrazione delle strade era assegnata agli edili e successivamente a speciali curatores viarum e nel Digesto è possibile rinvenire le funzioni e i poteri loro spettanti[3].
Attraverso degli interdetti speciali si procedeva alla tutela dell’uso delle vie pubbliche e la manutenzione spettava ai proprietari latistanti e qualora essi non provvedevano ad eseguire le prescrizioni imposte dagli edili, su di loro gravavano i lavori necessari, fatti eseguire d’ufficio.
Successivamente, nel diritto intermedio, si ha l’offuscamento della distinzione tra diritto pubblico e privato a causa dell’...
_OMISSIS_ ...elle mani del principe di tutti i diritti e i rapporti spettanti allo Stato[4].
In tale epoca sorgono i termini domanium e demanium, insieme all’istituto del pedaggio o tributo che veniva corrisposto ai signori feudali per il transito su strade e ponti.
Con l’inizio dell’era moderna e con l’esigenza di miglioramento del sistema viario, ritenuto strumento fondamentale per lo sviluppo dello Stato, nasce l’istituzione di speciali magistrati per la cura delle strade, di cui ne sono esempio i Tribunali delle strade operata da Papa Martino nel 1425 e il Conservatore delle strade e dei ponti pubblici nel Ducato di Savoia, istituito nel 1572.
Nel periodo pre-unitario, negli ex Stati italiani si registra una maggiore attività legislativa circa la viabilità ordinaria
Le strade erano classificate in quattro categorie negli ex Stati sardi: reali (con il regolamento del 1917), provinciali (1824)...
_OMISSIS_ ...0) e private, in relazione ai soggetti su cui gravavano le spese di manutenzione e costruzione[5].
Con l’annessione della Lombardia, nel cui ordinamento non esisteva una categoria di strade provinciali, nacque l’esigenza di unificare i due sistemi. Ciò avvenne con la legge del 1859, che abolì le strade provinciali mentre permanevano le tre categorie delle strade nazionali, comunali e private .
Negli altri ex Stati italiani, tra cui il Lombardo-Veneto e il Ducato di Parma, le strade erano suddivise sempre in tre o quattro categorie, con una conseguente organizzazione amministrativa in rapporto al servizio della viabilità; mentre l’ordinamento stradale del Ducato di Modena aveva una sostanziale analogia con il sistema poi introdotto con la legge sui lavori pubblici del 1865 nel Regno d’Italia; infine, nel Regno delle Due Sicilie la situazione della viabilità era assai precaria, in quanto mancavano le vie di comun...
_OMISSIS_ ...cessarie in intere regioni[6].