DEMANIO E PATRIMONIO - USI CIVICI - MUTAMENTO DESTINAZIONE D'USO
La procedura di mutamento di destinazione d'uso di beni del demanio civico di cui all’art. 41 del R.D. n. 332/1928 deve essere applicata anche nel caso di costituzione della servitù di elettrodotto su terreni di demanio civico, dal momento che tale servitù limita o impedisce l’esercizio dei diritti civici sui tali terreni e, quindi, solo a seguito del mutamento della destinazione agro-silvo-pastorale dei terreni del demanio civico interessati dalla realizzazione dell’elettrodotto è possibile procedere alla costituzione della servitù di elettrodotto a norma degli artt. 119 e ss. del R.D. n. 1775/1933.
Il mutamento di destinazione di terre sottoposte ad uso civico, che necessariamente comporta una limitazione della pienezza dei diritti di uso civico spettanti alla collettività, deve consistere in un beneficio reale per la generalità degli abitanti e non in un... _OMISSIS_ ...retto eventualmente derivante dall'utilizzazione del terreno da parte di soggetti privati, costituendo il vincolo di uso civico un diritto reale di natura civica avente lo scopo di assicurare una utilità alla collettività (e presupponendo invece la legittimazione una abusiva esclusività d'uso che recede qualora la detta esclusività d'uso comporti l'interruzione della continuità al godimento del demanio civico).
Quando il mutamento di destinazione “in deroga” delle terre sottoposte ad uso civico si risolve in un’attribuzione a terzi di diritti spettanti alla collettività, l’iter per il rilascio della relativa autorizzazione deve essere necessariamente ricondotto all’ambito proprio dei procedimenti di concessione dei beni demaniali, e la procedura di affidamento dovrà avvenire nel rispetto dei principi di pubblicità, imparzialità, trasparenza e non discriminazione.
Prima di procedere a qualunque iniziativa in materia di d... _OMISSIS_ ...2 legge 1766/1927, le amministrazioni comunali devono dare massima notorietà a mezzo di pubblici avvisi anche sul proprio sito internet, dell’esistenza dell’iniziativa e delle relative condizioni generali, al fine di consentire la partecipazione e richieste di chiarimenti, l’emersione del dissenso, il vaglio delle eventuali obiezioni dei soggetti appartenenti alla comunità che sono i reali titolari dei diritti civici.
L’autorizzazione alla cessione ovvero al mutamento di destinazione di un bene civico deve avvenire al termine di una procedura ad evidenza pubblica ispirata ai principi di trasparenza, pubblicità e imparzialità e, quindi, deve essere subordinata alla predeterminazione ed alla pubblicazione da parte della P.A. dei criteri e delle modalità a cui si atterrà nel determinare il soggetto affidatario.
Anche nell’ipotesi in cui il procedimento inizi non già per volontà della P.A. ma sulla base di una specifica ric... _OMISSIS_ ...ei soggetti interessati all'utilizzo del bene gravato da uso civico, le concessioni di beni civici non sfuggono ai principi che impongono comunque l'espletamento di un confronto concorrenziale per l’individuazione di tutti i soggetti potenzialmente interessati e per il conseguimento del massimo utile per l’universitas civium.
In materia di usi civici l’applicazione dell’art. 12 della legge 1766/1927 non può in nessun caso prescindere dal previo esperimento della pubblicità e dalla predeterminazione dei criteri di assegnazione che devono essere resi previamente noti a garanzia della trasparenza e dell’imparzialità dell'azione amministrativa e dalla successiva puntuale verifica dell’applicazione degli stessi nel provvedimento comunale di richiesta alla Regione di assenso al mutamento di destinazione.
Quando la richiesta di mutamento di destinazione delle aree gravate da uso civico comporti una rilevante e permanente... _OMISSIS_ ...llo stato dei luoghi non è escluso che - a maggior garanzia dell’eventuale ripristino dei luoghi e del rispetto delle regole per la definizione dei rapporti giuridici successivi alla scadenza del periodo tra affidatari e collettività - il beneficiario dell’autorizzazione per lo sfruttamento in deroga ex art. 12 legge 1766/1927 possa essere individuato attraverso l’esperimento di una procedura di project financing.
Il provvedimento dell’Amministrazione Comunale contenente l’individuazione del beneficiario dell'autorizzazione ex art. 12 legge 1766/1927 e la proposta di deroga è tuttavia sottoposto ad una fase integrativa dell’efficacia, costituita dal controllo dell’Autorità Regionale, di cui all’art. 41 R.D. 332/1928 relativamente all’an, al quid ed al quomodo.
L'autorità regionale, nel suo ruolo di vigilanza sulle richieste di mutamento di destinazione dei terreni di uso civico, deve controllare:... _OMISSIS_ ...ità stessa del procedimento svolto dal Comune alla luce dei principi dell'evidenza pubblica; b) la veridicità e la congruità, sul piano logico e fattuale, degli elementi allegati dal comune a dimostrazione dell’utilità effettiva, e dei relativi riscontri e giustificazioni nell’ambito del “business plan” proposto dal richiedente; c) la ricorrenza di una precisa data di scadenza dell’autorizzazione al mutamento di destinazione, in quanto un provvedimento senza un termine equivarrebbe ad una cessione a titolo definitivo; d) la concretezza delle garanzie concernenti gli oneri del beneficiario di restituzione e/o le modalità di ripristino dei siti espressamente previste dall’art. 41 R.D. 332/1928 ed il rispetto degli obblighi assunti dal beneficiario.
Il decreto autorizzativo della Regione di cui all’art. 41 R.D. 332/1928, deve contemplare le nuove finalità, qualora non fosse più possibile la restituzione dei fondi gravati ... _OMISSIS_ ...lla primigenia destinazione, successivamente alla cessazione della deroga autorizzata ai sensi dell'art. 12 legge 1766/1927.
Vanno tenute distinte concettualmente l'autorizzazione all'esercizio dell'impianto di risalita da quella all'uso dell'area gravata da uso civico su cui detto impianto insiste, essendo la prima una concessione di servizio e la seconda una concessione di beni pubblici.
L'autorizzazione al mutamento della destinazione d'uso di aree gravate da uso civico è inquadrabile nello schema della concessione di beni pubblici.
L'esaurimento della vita tecnica di un impianto di seggiovia insistente su un'area gravata da uso civico e per la realizzazione del quale era stata rilasciata un'autorizzazione al mutamento della destinazione d'uso di tale area determina l'automatica estinzione di tale titolo.
Salva l’adozione di specifica deliberazione che comprovi un effettivo beneficio per la generalità degli abitanti, l... _OMISSIS_ ...e all’amministrazione dei beni di uso civico non può disporre la variazione del loro uso, la sospensione temporanea o l'estinzione del vincolo.
Il mutamento di destinazione non contrasta con il regime di indisponibilità del bene civico: infatti i decreti di autorizzazione al mutamento prevedono, salvo casi eccezionali, la clausola risolutiva ricavata dall’art. 41 del r.d. n. 332 del 1928, secondo cui, ove la nuova destinazione venga a cessare, sarà automaticamente ripristinata la precedente oppure conferita una nuova, anch’essa compatibile con la vocazione dei beni, attraverso la valutazione delle autorità competenti (attualmente, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e la Regione).
La sussistenza di usi civici non priva gli enti titolari dei beni demaniali da essi gravati dei poteri gestori sugli stessi, ma subordina l’esercizio di questi ultimi, in ipotesi di modifica dell’ordinaria... _OMISSIS_ ...ilvo-pastorale, ad apposita autorizzazione da parte dell’autorità competente (dapprima, Ministero dell’Agricoltura, poi, Regione), in vista della modifica del relativo assetto funzionale.
La sussistenza di usi civici su beni demaniali non priva gli enti titolari di tali beni dei poteri gestori sugli stessi, ma subordina l’esercizio di questi ultimi, in ipotesi di modifica dell’ordinaria destinazione silvo-pastorale, ad apposita autorizzazione da parte dell’autorità competente (dapprima, Ministero dell’Agricoltura, poi, Regione), in vista della modifica del relativo assetto funzionale.
L’autorizzazione regionale al mutamento di destinazione ex art. 12 l. 1766 del 1927 non può ritenersi implicita nella concessione di sfruttamento del terreno, che risulta rilasciata senza alcuna espressa considerazione della compressione dell’uso civico derivante dal provvedimento medesimo.
Sia la legge del 192... _OMISSIS_ ...sivo regolamento di esecuzione non collegano al mutamento di destinazione d’uso la corresponsione di una indennità, a differenza di quanto previsto nel Capo I della stessa l. n. 1766 del 1927 per le ipotesi di “affrancazione” degli usi civici; ciò appare coerente con l’idea che il mutamento di destinazione debba costituire in sé un vantaggio per la collettività interessata tale da compensare la momentanea sottrazione all’uso civico, in base ad una valutazione rimessa in prima battuta all’Ente gestore e sottoposta al controllo terzo dell’Amministrazione competente.
La legislazione della Regione Umbria non prevede espressamente la corresponsione di un indennizzo per il mutamento di destinazione d’uso di terre gravate da usi civici; al contrario, l’art. 5, secondo comma, della l.r. Umbria n. 1 del 1984 pone una disposizione di particolare rigore, prevedendo che “non sono consentiti mutamenti di destinazi... _OMISSIS_ ... in deroga a quanto previsto dai piani di sviluppo economico di cui al successivo art. 7”.
Il Legislatore, nel disciplinare la destinazione delle terre sulle quali gravano usi civici all’art. 12, secondo comma, della l. n. 1766 del 1927, ha sancito, in via di principio, l’inalienabilità e l’impossibilità di mutamento di destinazione, dei terreni convenientemente utilizzabili come bosco o come pascolo permanente, salva - solo in via di eccezione - la possibilità di richiedere l’autorizzazione (oggi di competenza della Regione in luogo del Ministero) a derogare dai predetti limiti. La specifica procedura prevista dall’art. 12 della l. n. 1766 del 1927, infatti, fa riferimento a casi eccezionali di deroga rispetto all’ordinario regime di intangibilità dei diritti di uso civico ed è resa necessaria proprio perché il “mutamento di destinazione” implica il venir meno - seppur temporaneo - della possibilità stessa... _OMISSIS_ ...ei frutti dei terreni di uso civico
Il mutamento di destinazione delle terre sottoposte ad uso civico, che necessariamente comporta una limitazione della pienezza dei diritti di uso civico dei quali è titolare la collettività, deve consistere in un beneficio reale per la generalità degli abitanti, e non in un vantaggio indiretto che può derivare dall'utilizzazione del terreno da parte di soggetti privati.
L’art. 4, comma 3, della legge 16 giugno 1927, n. 1766 prevede espressamente che i beni gravati da uso civico possano comprendere anche la facoltà di trarre dal fondo altri prodotti da poterne fare commercio (c.d. diritti utili). L’utilizzo dei diritti utili dovrà però adeguarsi all’utilizzo dei diritti essenziali (pascolo del bestiame e raccolta di legname).
I terreni demaniali eccedenti i bisogni della popolazione possono ricevere eccezionalmente una destinazione diversa da quella dell’esercizio dell’uso c... _OMISSIS_ ...ale destinazione sia temporanea e non determini l’alterazione della qualità originaria di essi.
Il materiale di scavo, una volta separato dal terreno gravato da usi civici, costituisce frutto naturale ai sensi dell’art. 820 c.c. e deve considerarsi commerciabile come gli altri frutti separati dai beni di uso civico, quali ad esempio il legname o altri diritti utili di cui all’art. 4, comma 3, della legge n. 1766 del 1927.
Per la legge 16 giugno 1927, n. 1766 l’alienazione e qualsiasi mutamento definitivo di destinazione dei terreni soggetti a diritti d’uso civico sono consentiti solo se autorizzati dall’Autorità competente, a seguito di un procedimento particolare, essendo altrimenti il godimento di essi riservato esclusivamente alla comunità. Tuttavia è anche vero che i terreni demaniali eccedenti i bisogni della popolazione possono ricevere eccezionalmente una destinazione diversa da quella dell’esercizio ... _OMISSIS_ ...civico, purché tale destinazione sia temporanea e non determini l’alterazione della qualità originaria di essi.
Lo scavo e l’estrazione della ghiaia, ovvero lo sfruttamento, oltretutto temporaneo, di risorse naturali di un terreno gravato da uso civico va qualificato invero come un diritto di godimento e non costituisce alcun diritto reale (i diritti reali, peraltro, sono tassativamente previsti dalla legge). Di conseguenza, non è necessaria nel caso di sp...