Sul punto non esiste un univoco orientamento della giurisprudenza e della dottrina.
Si è fatto ora riferimento all’indennità di espropriazione base, ossia senza maggiorazioni nel caso di aree agricole e senza decurtazione del 40% nel caso di aree edificabili, ora all’indennità non decurtata nel caso di accettazione.
Nel sistema ante testo unico ulteriori problematiche derivavano dal fatto che il diritto all’indennità d’occupazione era esigibile in un momento (scadenza annuale), spesso antecedente alla determinazione o corresponsione dell’indennità d’espropriazione, che ben poteva seguire anche a distanza di tempo l’attuata occupazione. L’indennità d’espropriazione assunta a base di calcolo doveva pertanto e...
_OMISSIS_ ... addivenire a cessione volontaria o di accettare l’indennità offerta, che avrebbe potuto anche non verificarsi. Da qui l’affermazione, da parte della giurisprudenza, dell’applicazione integrale della normativa relativa al calcolo dell’indennità d’espropriazione (CASS 6086/2004, 9244/2005).
Secondo il più recente orientamento della Corte di Cassazione, sempre riferito alla normativa previgente al testo unico, relativamente alle aree edificabili l’indennità d’espropriazione, sulla cui base è computabile mediante misura percentuale l’indennità d’occupazione, si identifica nella metà della somma del valore venale e del valore fiscale (reddito dominicale rivalutato), ridotta del 40 per cento se l’espropriando abbia ric...
_OMISSIS_ ...congrua (CASS 10124/2007, 13201/2006, 11847/2006, 5391/2006).
Si tratta poi di valutare se tale criterio sia applicabile o meno anche alle aree agricole.
L’estensione a tale ipotesi si scontrava nel sistema previgente con il dato letterale; l’art. 20 comma 3 della L 865/71 al riguardo richiamava, infatti, la disposizione di cui all’art. 16 della stessa norma, che a sua volta si riferiva alla indennità d’espropriazione non maggiorata.
Nell’attuale sistema alcuni elementi potrebbero indurre a diversa conclusione.
In primo luogo va osservato che il provvedimento contiene anche la determinazione della indennità d’espropriazione.
Ciò consente di affermare che al momento della matur...
_OMISSIS_ ...nche modificata per effetto delle osservazioni e documenti inoltrati dal proprietario (22 bis.1) e quindi di poter effettuare il calcolo sulla base di dati reali e non ipotetici.
È significativo inoltre che il legislatore abbia indicato come momento temporale di calcolo della indennità d’occupazione un termine iniziale (dies a quo) decorrente dalla data d’immissione in possesso (che risulterà dal relativo verbale redatto nei termini che saranno oltre analizzati), e come termine finale (dies a quem) «la data di corresponsione della indennità d’espropriazione o del corrispettivo».
La prescrizione della norma, come da una parte della dottrina osservato in sede di primi commenti, sembra avere modificato la natura dell’indenni...
_OMISSIS_ ...ancato godimento dei frutti ricavabili dalla indennità di espropriazione che rappresenta il bene, in conseguenza del ritardo (fisiologico) di corresponsione del quantum, rispetto al momento di spossessamento.
Il quantum sarà costituito «dalla indennità d’espropriazione» o dal «corrispettivo stabilito per l’atto di cessione volontaria» (22 bis.5).
E che per corrispettivo dell’atto di cessione debba intendersi l’indennità maggiorata o non decurtata trova riscontro puntuale e letterale nell’art. 45.2 per il quale «il corrispettivo dell’atto di cessione» è calcolato ai sensi dell’art. 37 senza la riduzione del quaranta per cento nel caso di aree edificabile e nella indennità maggiorata...
_OMISSIS_ ...indennità di occupazione è pur sempre legata al valore del bene (inteso naturalmente come valore di esproprio), nel calcolo non dovrebbero essere considerate le maggiorazioni dovute per le aree agricole, che poco hanno a che vedere con suddetto valore data la natura di meccanismi premianti atti a favorire la cessione volontaria.
Anche sul punto occorrerà attendere l’orientamento della giurisprudenza.
Quel che è certo è che l’applicazione del suddetto criterio dovrà fare i conti con i più alti costi a carico dell’Amministrazione procedente, in conseguenza tra l’altro dell’applicazione anche alle aree edificabili della percentuale del dodicesimo, pari all’8,33%, decisamente superiore al criterio degli interesse legali affermat...
_OMISSIS_ ...luso pertanto nel calcolo il danno riconosciuto, nel caso di esproprio parziale, alla proprietà residua (CASS 6086/2004, contra CASS. 21352/204), anche se, per la verità, questa distinzione può risultare complicata se ai fini della determinazione dell’indennità di esproprio si applica la metodologia del valore complementare.
Con riferimento ai beni immobili suscettibili d’occupazione e di conseguente indennità va rilevato che l’art. 50.1 TU si riferisce letteralmente alle occupazioni di aree. Ciò dipende dal collegamento con l’art. 49 rubricato «L’occupazione temporanea di aree non soggette ad esproprio».
La menzione delle sole aree può essere interpretata in due modi: a) l’area non è il soprassuolo ma solo il nu...
_OMISSIS_ ...tari tra “aree edificate” (sezione III), “aree edificabili” (sezione III) e “aree non edificabili” (sezione IV), ove per “aree edificate” si intende il fabbricato e il suo sedime.
Poiché l’indennità di occupazione è il corrispettivo del mancato godimento del bene occupato, in relazione alla anticipata privazione del proprietario del suo diritto reale (CASS 5520/2006), ovvero, secondo – sembra – il testo unico (il quale ha stabilito che il dies ad quem del calcolo non è il passaggio di proprietà ma la percezione dell’indennità di esproprio), la compensazione della mancata percezione dell’indennità di esproprio al momento dello spossessamento (APP FI 1403/2006), non si vede per quale ragione in caso ...
_OMISSIS_ ...ra, dunque, un’obbligazione indennitaria volta a compensare, per tutta la durata dello stato di temporanea indisponibilità del bene, il detrimento provocato dal suo mancato godimento, cioè una perdita reddituale che, essendo diversa da quella della perdita dalla proprietà del cespite, postula un ristoro separato » (CASS 3740/2004); « l’indennità di occupazione - volta a rimunerare il proprietario per il detrimento costituito dallo stato d’indisponibilità del bene per la durata di tale indisponibilità - non può che essere parametrata al valore attribuibile a quel bene in sede di espropriazione, perché a tale valore si riferisce la perdita patrimoniale che, quanto al fatto ablatorio, va compensata con l’indennità di esproprio e, quanto alla perdita redditu...
_OMISSIS_ ...vili) sulla somma spettante per l’appunto a titolo d’indennità di espropriazione » (CASS SU 110/1999).
In definitiva, se si aderisce all’interpretazione dell’articolo 50 sopra indicata alla lettera b), si riterrà applicabile anche ai fabbricati l’articolo 50; se si aderisce all’interpretazione di cui alla lettera a), vorrà dire che il criterio di calcolo di cui all’articolo 50 non si applica, e che occorre trovarne un altro, che in assenza di dimostrazione di diverso danno potrà essere ragionevolmente commisurato agli interessi legali.
In quest’ultimo senso, ad esempio, secondo CASS 5271/2002 è da ritenersi applicabile anche agli edifici l’indennità di occupazione ragguagliata in via sussidiaria agli ...
_OMISSIS_ ...quo;indennità di esproprio al momento dello spossessamento».
Al riguardo deve evidenziarsi che l’art. 22 bis consente un provvedimento comportante occupazione anticipata di «beni immobili »; la prevista corresponsione della indennità nella ipotesi di ricorso a tale istituto non può essere negata nel caso di fabbricati o più in generale di soprassuoli.
Alla stessa conclusione si giunge se si considera la finalità cui è preordinata l’indennità di occupazione, sia che la si voglia considerare compensazione per la perdita del godimento del bene ovvero per la mancata percezione dell’indennità di espropriazione.
Diversa soluzione porterebbe ad una disparità di trattamento non supportata da criterio di ragio...
_OMISSIS_ ...assumere a parametro della stessa l’indennità di espropriazione, a sua volta da determinarsi a norma dell’art. 32 – 38 e 40.1 TU.
Il problema rimane dunque quello di valutare se la percentuale applicabile possa essere sempre quella del dodicesimo (cioè l’8,33%), riferita letteralmente alle sole «aree», o se invece sia preferibile altro criterio.
Non sembra irragionevole ritenere che il criterio del dodicesimo di cui all’articolo 50 (ereditato dall’articolo 20.3 L 865/1971, ivi certamente riferito ai soli terreni) vada circoscritto alle aree non edificate, e applicare agli edifici il criterio surrogatorio dell’interesse legale in assenza di prova di maggior danno (CASS SU 388/2000).
Va infine ...
_OMISSIS_ ...supposti ivi previsti; il fabbricato e i soprassuoli normalmente non pongono problemi di frazionamento; sembra quindi più facilmente percorribile la procedura accelerata di cui al suddetto articolo.